Elisa Sighicelli – Doppio Sogno
La mostra Doppio Sogno – a cura di Clelia Arnaldi, conservatore del museo – si snoda in un percorso tra le sale del Barocco, per le quali l’artista Elisa Sighicelli ha concepito delle opere inedite e specifiche, ispirate all’architettura di Palazzo Madama. Al centro di questa ricerca, la relazione tra l’architettura e la luce.
Comunicato stampa
Palazzo Madama presenta dal 1 novembre 2017 al 29 gennaio 2018, in occasione di Artissima e di Contemporary 2017, un nuovo progetto che mette in dialogo l’arte antica con quella contemporanea.
La mostra Doppio Sogno – a cura di Clelia Arnaldi, conservatore del museo - si snoda in un percorso tra le sale del Barocco, per le quali l’artista Elisa Sighicelli ha concepito delle opere inedite e specifiche, ispirate all’architettura di Palazzo Madama. Al centro di questa ricerca, la relazione tra l’architettura e la luce.
Attraverso il suo lavoro Elisa Sighicelli compie un’indagine intorno al linguaggio artistico e fotografico, alle modalità di rappresentazione e di percezione della realtà. Le finestre della Veranda juvarriana, affacciata sullo Scalone d’onore, diventano il soggetto di due grandi trittici e di alcune opere singole in un’esplorazione dell’idea di riflesso e trasparenza. Al centro delle opere il vetro, elemento che con i suoi effetti ottici destabilizza e dissolve il soggetto degli scatti fotografici e al contempo fornisce all’artista un filtro attraverso il quale osservare l’architettura del Palazzo. La scelta accurata del supporto di stampa, un leggero tessuto serico, e la modalità di presentazione, che lascia liberi i teli di muoversi sulla parete accrescendo l’ambiguità tra il reale e il rappresentato, creano una tensione tra la fotografia come oggetto e l’immagine reale. Le fotografie sembrano così fluire, come specchi d’acqua increspati, suggerendo una visione onirica.
Il trittico Riflettente trasparente esposto in Sala Quattro Stagioni presenta la finestra della Veranda Sud fotografata con la stessa inquadratura a diverse ore del giorno. La modulazione della luce, con il passaggio graduale nelle tre fotografie dai toni freddi a quelli caldi, indica lo scorrere del tempo e contribuisce a definire la profondità degli spazi.
Nel trittico Uno, trentasei e sei presentato in Camera di Madama Reale l’artista gioca con la nozione di scala e il rapporto tra le diverse dimensioni del soggetto fotografato. L’ingrandimento di un dettaglio a dimensioni monumentali suggerisce l’idea di ritrovare un universo in un particolare.
Sighicelli ha inoltre approfondito la ricerca di una corrispondenza tra il soggetto della fotografia e il supporto su cui viene stampata realizzando due opere stampate direttamente su cartongesso nel Gabinetto Cinese e nella Camera Nuova. L’immagine rappresenta una porzione di parete della Veranda juvarriana ed è stampata su materiale edile. Nelle fotografie la geometria barocca della parete e delle decorazioni si sovrappone alla geometria delle ombre e dei colpi di sole prodotti dalla finestra. L’effetto luminoso risulta accentuato grazie al trattamento pittorico del supporto con pigmenti opalescenti.
Nata a Torino nel 1968, Elisa Sighicelli ha studiato arte a Londra dove ha risieduto per diciassette anni. Attualmente vive tra Torino e New York. Ha esposto con mostre personali alla Gagosian Gallery di Londra, Los Angeles, New York e Ginevra. A Londra ha esposto inoltre con MOT Interantional e Laure Genillard Gallery. In Italia con Giò Marconi a Milano e Guido Carbone a Torino. Ha avuto mostre personali in musei italiani e internazionali: GAM, Torino; Palazzo delle Papesse, Siena, Centro Galego de Arte Contemporánea, Santiago di Compostela; Centro de Fotografia, Università di Salamanca; Fondation Salomon, Annecy. Ha inoltre preso parte a mostre collettive in istituzioni pubbliche italiane e internazionali tra cui: MAMbo, Bologna; MAXXI, Roma; PAC, Palazzo Reale, Poldi Pezzoli, Milano; Mart, Trento; MCA, Sidney; FACT, Liverpool; Herzliya Museum of Modern Art, Herzliya ; ETH, Zurigo; ICA, Londra; National Museum of Women in the Arts, Washington D.C. e recentemente a Palazzo Fortuny, Venezia.