Elisabetta Benassi – Letargo
Terza mostra personale in galleria di Elisabetta Benassi (Roma, 1966) intitolata Letargo, a sei anni di distanza dall’ultima personale dell’artista da Magazzino.
Comunicato stampa
Magazzino è orgoglioso di presentare la terza mostra personale in galleria di Elisabetta Benassi (Roma, 1966) intitolata Letargo, a sei anni di distanza dall’ultima personale dell’artista da Magazzino. La mostra, composta interamente di nuovi lavori pensati per questa occasione, aprirà giovedì 15 dicembre 2016 e durerà fino al 15 febbraio 2017.
Letargo, come condizione di sospensione fisiologica, può far riferimento a diversi ambiti di significato: il letargo animale, dunque la riduzione al minimo dell’attività biologica in risposta a condizioni climatiche sfavorevoli; il letargo delle macchine poste in stato di quiete; il letargo come accumulazione di tempo e di possibilità che si dischiudono in questa estensione; il letargo politico, che implica la sospensione di un giudizio e il pericolo di un risveglio in un sistema mutato nel quale non si ha la memoria del passato; un letargo infine estetico, in cui le facoltà percettive sono rallentate, sino a far confondere realtà e immagine, esperienza sensoriale e immaginazione. Ne nasce una ricostruzione fantasmatica, affidata alle opere in mostra, che tende ad allentare le regole entro cui la realtà viene filtrata e codificata: piuttosto che fornire un’alternativa, l’artista ci invita ad assistere a una proliferazione di reali possibili, definiti attraverso soluzioni antitetiche.
Letargo è una mostra attraversata da dualismi – sonno/veglia, luce/crepuscolo, natura/artificio, corpo|/macchina – di cui non viene offerta alcuna sintesi. Benassi tende piuttosto ad accostare le opposizioni in un unico spazio, in una sorta di crasi di universi in teoria inconciliabili. In questo modo, ad esempio, il riferimento al mondo “naturale” avviene in modi e contesti arbitrari, fuorvianti, dove l’architettura fa da criterio, da elemento di separazione tra due parti di uno stesso soggetto, riscrivendone apparenza e significato e, di fatto, rendendo evidente l’artificio dell’operazione.
Da un lato, quindi, la ricostruzione di una natura in termini artificiali; dall’altro l’uso delle macchine, legato alla fascinazione per ciò che è obsoleto o consumato dall’uso. Macchine che diventano “contenitori” per elementi del tutto estranei: l’insieme di queste associazioni è concepito dall’artista in uno stato di sospensione volontaria, che lascia aperta la possibilità di un risveglio e si definisce al tempo stesso come un meccanismo di autodifesa contro il tempo. Implicito in Letargo è l’invito allo spettatore a immaginare una sorta di detour in un deserto simulato, spaziale e temporale, in cui è possibile muoversi a un’altra velocità e dove, in pratica, non esiste una giusta direzione.
Elisabetta Benassi (Roma, 1966 – vive e lavora a Roma) è attiva nel panorama internazionale sin dai primi anni Duemila. Ricordiamo la sua partecipazione alle ultime tre edizioni della Biennale di Venezia, rispettivamente, nel 2015 (Personne et les Autres, Padiglione del Belgio, a cura di Katerina Gregos), nel 2013 (Viceversa, Padiglione Italia, a cura di Bartolomeo Pietromarchi) e nel 2011 (ILLUMInazioni | ILLUMInations, a cura di Bice Curiger); tra le grandi rassegne internazionali ricordiamo anche le partecipazioni a Manifesta (Francoforte, 2002) e alla II Biennale di Berlino nel 2001. Tra le più recenti mostre personali: That’s Me in the Picture, Gallery Jousse Entreprise Paris (2015); Voglio fare subito una mostra, Fondazione Merz di Torino (2013); Smog a Los Angeles, CRAC Alsace (2013); Soledad, Fiac! Grand Palais, Paris (2011); Art | 40 | Unlimited, Basel (2009); e tra le mostre collettive: Par Tibi Roma Nihil, Foro Palatino, Roma (2016); Todo o Património é Poesia curata da Filipa Oliveira, Fórum Eugénio de Almeida in Évora, Portugal (2016); SubBrixia project, Ordine e disordine, prodotta da Fondazione Brescia Musei, Brescia Mobilità e Comune di Brescia (2016); Industriale Immaginario, Collezione Maramotti, Reggio Emilia (2015-2016); NERO SU BIANCO, a cura di Robert Storr, Lyle Ashton Harris e Peter Benson Miller, American Academy in Rome (2015); Corsaro, performance realizzata in occasione dell’esposizione Non Basta Ricordare a cura di Hou Hanru, MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Rome (2014); You Can’t Take It With You, Institut Culturel Italien de Paris, Paris (2014); Intenzione manifesta. Il disegno in tutte le sue forme, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli (2014); Art and Press. Martin-Gropius-Bau, Berlino, ZKM | Center for Art and Media, Museum of Contemporary Art, Karlsruhe (2012-2013); Newtopia: The State of Human Rights, a cura di Katerina Gregos, Mechelen (2012); Mutatis Mutandis, Wiener Secession, Vienna, a cura di Catherine David (2012); Blind Spot, curata da Catherine David, Berlin Documentary Forum 2, Haus der Kulturen der Welt, Berlino (2012); Tutto è connesso 2, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli (2011).