Elliott Erwitt – Icons
Una retrospettiva dedicata a uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea a un anno esatto dalla sua morte.
Comunicato stampa
Gli Arsenali Repubblicani di Pisa celebrano il genio di Elliott Erwitt, uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea, con una straordinaria retrospettiva a un anno dalla sua scomparsa. Curata da Biba Giacchetti e organizzata da ARTIKA in collaborazione con Orion57 e il Comune di Pisa, la mostra sarà visitabile dal 26 dicembre 2024 al 4 maggio 2025.
Una mostra dedicata al maestro dell’ironia e dell’umanità
"Elliott Erwitt. Icons" presenta 80 fotografie iconiche che catturano con profondità e leggerezza la storia, il costume e l’ironia del Novecento. Le immagini, selezionate dallo stesso Erwitt insieme alla curatrice, offrono uno spaccato unico della sua lunga carriera, rivelando la visione surreale, romantica e giocosa che ha reso inconfondibile il suo stile.
I visitatori potranno ammirare momenti storici e ritratti celebri, come:
● il confronto tra Nixon e Kruscev
● la commovente immagine di Jackie Kennedy al funerale di John F. Kennedy
● l’iconico incontro di boxe tra Muhammad Alì e Joe Frazier
● i ritratti di Marilyn Monroe, Che Guevara e Marlene Dietrich
La mostra esplora anche il lato intimo e giocoso dell’artista, con scatti dedicati alla sua famiglia, come quello della primogenita sul letto con la madre, e fotografie ironiche dei suoi amati cani o ambientate durante il matrimonio a Bratsk.
Tutte le opere di Elliott Erwitt posseggono due caratteristiche fondamentali: l’eloquenza e l’umorismo. Ogni suo scatto infatti ha il grande potere di comunicare in modo straordinariamente efficace a chiunque abbia la fortuna di osservarlo dal vivo, senza rinunciare ad un po’ di umorismo empatico. Le sue fotografie in bianco e nero raccontano la sua visione del mondo, unica e personale. Il contesto esterno e i paesaggi hanno poco interesse per Erwitt, profondamente focalizzato sulla vita delle persone e degli animali. Il soggetto che Erwitt ha sempre voluto ritrarre è l’emozione propria degli esseri umani, condita delicatamente con un tocco di affettuosa ironia. La sua visione fotografica si è ulteriormente rafforzata durante il secondo dopoguerra, periodo in cui dominava il genere del fotogiornalismo documentario, ma Erwitt non ha mai voluto rinunciare alla sua cifra stilistica.
Osservando con particolare attenzione la realtà che lo circondava, questo straordinario artista si è trasformato in un narratore di storie senza precedenti, coniando un linguaggio artistico impossibile da dimenticare.
Molto spesso, quando si pensa ad Elliott Erwitt, è inevitabile creare un’associazione mentale diretta con i cani, che sono stati alcuni dei protagonisti indiscussi delle sue opere. Da cosa deriva la scelta di ritrarre proprio questo animale? Secondo il fotografo, ciò che rende i cani dei soggetti straordinari è il loro atteggiamento irriverente, per nulla limitato dalla civiltà o dalle comuni regole portate avanti nei salotti dai loro padroni. Dagli anni Cinquanta fino a poco tempo fa, Erwitt si è sempre dedicato con particolare cura a questo tema, realizzando moltissimi scatti “dal punto di vista dei cani”. E questo si nota proprio dal fatto che i padroni, vengono spesso tagliati, lasciando comparire solo le scarpe o una parte di gamba. La maggior parte di queste immagini sono buffe e ritraggono animali che saltano o si mostrano sorpresi: queste reazioni non sono casuali, ma frutto di una strategia. Poco prima di scattare, Erwitt suonava una trombetta o emetteva una specie di latrato, per ottenere dagli animali una reazione il più naturale possibile.
La curatrice Biba Giacchetti racconta
“Elliott Erwitt non è solo l’autore delle immagini, ma anche il co-curatore della collezione esposta. Insieme, abbiamo selezionato ogni pezzo per creare un percorso che rappresenta la sua genialità, il suo sguardo sul mondo e la capacità di raccontare l’umanità con leggerezza e profondità.”