Elogio della fragilità

Informazioni Evento

Luogo
ARCHIVIO MENNA/BINGA
via dei Monti di Pietralata 16, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

La mostra sarà visibile su appuntamento

Vernissage
30/03/2017

ore 18,30

Artisti
Davide Dormino, Oscar Turco, Elena Bellantoni
Curatori
Roberto Gramiccia, Anna D’Elia
Generi
arte contemporanea, collettiva

Il Lavatoio Contumaciale e la Fondazione Filiberto Menna, nell’ambito del progetto Transfusioni, voluto da Bianca Menna, ideato e guidato da Anna D’Elia con la collaborazione di Silvia Stucky e Paola Romoli Venturi, invitano all’evento Elogio della Fragilità.

Comunicato stampa

Il Lavatoio Contumaciale e la Fondazione Filiberto Menna, nell’ambito del progetto Transfusioni, voluto da Bianca Menna, ideato e guidato da Anna D’Elia con la collaborazione di Silvia Stucky e Paola Romoli Venturi, invitano all’evento Elogio della Fragilità. L’inaugurazione è prevista il 30 marzo alle ore 18.30.
La mostra prende spunto dal libro di Roberto Gramiccia intitolato Elogio della fragilità (Edizioni Mimesis). L’evento è l’occasione per una proficua contaminazione fra arte e letteratura. In un tempo in cui la divisione esasperata del fare e del sapere impone il suo dispotismo, noi proviamo ad andare controcorrente, cercando di recuperare, per quello che possiamo, quella interdisciplinarietà che ri-fornisce di senso un’idea unitaria della cultura, un bene prezioso che non può essere fatto a pezzi.
Elena Bellantoni, Davide Dormino e Oscar Turco sono gli artisti invitati alla mostra, che sarà curata da Anna D’Elia e Roberto Gramiccia. I tre autori si confronteranno con il proprio stile e linguaggio con il tema della fragilità offrendo ciascuno un diverso spunto tematico in dialettica con le problematiche sollevate dal libro.
È sul rischio estinzione che riguarda non solo le minoranze etniche, ma tutte le specie e l’intero pianeta – per colpa di dissennate pratiche di rapina e distruzione ambientale – che riflette l’opera-video di Elena Bellantoni, facente parte del progetto Hala Yella Adio/Adios (2012-13) nel quale viene rappresentato il suo viaggio a Capo Horn, nella Patagonia cilena, e l’incontro con l’abuela Cristina Calderon, l’ultima rappresentante dell’antichissima stirpe, gli Yegan, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, in quanto depositaria di una lingua e di una cultura millenarie.
Sull’ambivalenza del concetto di fragilità pone l’accento Davide Dormino nell’opera inedita Unconcrete (2017) che, con i segni di un alfabeto criptico, racconta l’avventura di un bunker ridotto in ferraglie dall’azione del tempo e delle agenti atmosferici. Ma quei ferri risorgono nell’opera esposta acquistando nuova vita e senso perché continuino a raccontare la loro storia, facendosi tramite nella scultura del potere metamorfico e rigeneratore dell’arte.
Un richiamo alla responsabilità collettiva è quello di Oscar Turco che presenta il ciclo Dell’equilibrio interiore (2012) di cui è parte l’immagine di copertina del libro. Vi campeggia un esile ramoscello che sostiene un pesante masso. È nell’equilibrio tra forza e leggerezza la possibilità di ritrovare nella fragilità la molla per reagire, trasformando un limite in risorsa. Il libro, infatti, allarga lo sguardo dalla fragilità individuale a quella sociale e planetaria un concetto che l’artista ben visualizza con le molteplici ramificazioni della pianta.
Nel corso della serata sarà presentato il libro, alla presenza dell’autore, con gli interventi della co-curatrice Anna D’Elia e dello storico dell’arte Alberto Dambruoso.