Emanuela Ascari – Ciò che è vivo
L’artista presenta alcune opere risultato del progetto “Ciò che è vivo – culture tour”, un viaggio in trenta tappe, realizzato tra aprile e maggio 2015, attraversando l’Italia per raggiungere agricoltori organici, biologici e biodinamici e posizionare nei loro terreni una frase in lettere di legno “ciò che è vivo ha bisogno di ciò che è vivo”, occasioni di incontro e di riflessione sul rapporto tra l’uomo e la terra.
Comunicato stampa
“È stato un viaggio attraverso esempi virtuosi che si offrono quali modelli culturali e politici di un abitare in equilibrio con l’ambiente. Realtà che, a partire dalla terra, conducono e producono un’altra economia, e un altro immaginario, espressioni di un cambiamento già in atto. In un momento di forte crisi culturale, economica e ambientale, mi sono rivolta all’agricoltura, quale una delle prime forme di cultura, per rintracciare i principi di un’ecologia del pensiero, secondo le logiche della vita, da cui ripensare la relazione tra l’uomo e l’ambiente, a partire dalla terra/Terra”.
Inaugura il 1 aprile 2016 presso gli spazi di DISLOCATA, Vignola (MO), la mostra di Emanuela Ascari, dove l'artista presenta alcune opere risultato del progetto “Ciò che è vivo – culture tour”, un viaggio in trenta tappe, realizzato tra aprile e maggio 2015, attraversando l’Italia per raggiungere agricoltori organici, biologici e biodinamici e posizionare nei loro terreni una frase in lettere di legno “ciò che è vivo ha bisogno di ciò che è vivo”, occasioni di incontro e di riflessione sul rapporto tra l'uomo e la terra. Il viaggio, raccontato sui siti undo.net e terranuova.it, ha avuto un suo successivo sviluppo durante una residenza presso il MACRO di Roma dove l'artista ha realizzato cromatografie dei campioni di terreno raccolti durante il viaggio, una performance, una installazione, ed un libro con le fotografie delle trenta tappe del percorso e con testi scritti da alcuni dei coltivatori che l'hanno ospitata, cui si aggiunge una chiacchierata con Gianfranco Baruchello e Carla Subrizi. Il libro e le cromatografie vengono ora presentate negli spazi di DISLOCATA. L'evento è realizzato grazie al sostegno di Armilla "Incubatore del Centro Storico di Vignola", e al contributo della Fondazione di Vignola.
Emanuela Ascari (1977), vive tra Maranello (MO) e i luoghi delle diverse residenze d’artista a cui partecipa, in Italia e all’estero. Si è laureata in DAMS, Arti Visive, all’Università di Bologna, e ha conseguito il Master Paesaggi Straordinari. Paesaggio Arte Architettura del Politecnico di Milano. Nella sua ricerca esplora la relazione tra l’uomo e l’ambiente con una pratica territoriale e progettuale, e assecondando una tensione verso la terra, alla ricerca di forme di una ecologia del pensiero, tra natura, cultura ed ecosistema. Rielabora paesaggi, scomposti e ricomposti in installazioni, performance o ambientazioni sonore, cercando connessioni tra landscape e mindscape. Nel 2015 ha vinto e partecipato al programma Artisti in Residenza del MACRO, Roma, dove ha esposto gli sviluppi del lavoro Ciò che è vivo - project, precedentemente presentato anche alla Fondazione Baruchello, Roma, e al PAV di Torino. Nel 2013 è stata in residenza a SOMA, Città del Messico, ed è stata invitata al progetto GAP – Global Art Programme, in residenza presso Moly-Sabata, Sablons, France, dove ha realizzato la mostra personale Risque Acceptable, con Art3, Valence. Nel 2012 GuilmiArtProject, Vis a Vis-Artists in residence, Guilmi (CH) e C.A.R.S. Cusio Artist Residency Space, Omegna (VB). Nel 2009 ha vinto il Premio Iceberg, Arte Pubblica, Bologna, nel 2011 ha ricevuto una menzione speciale al Premio Artivisive San Fedele, Milano, e nel 2013 una menzione speciale al Premio Un’opera per il Castello, Napoli. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero, sia in gallerie che in spazi istituzionali tra i quali il MACRO di Roma, Sala Patria, Brasov, Romania, il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce e la Sala della Dogana di Genova, la Biblioteca Civica Delfini di Modena (Area Progetto-Galleria Civica), il Museo della Civiltà Contadina di Bologna. Tra le opere permanenti Da principio, biblioteca Silvio Mucini di Pianoro, progetto Cuore di Pietra.
Le opere esposte sono state presentate e prodotte nell’ambito del “Programma Artisti in Residenza”, 2015, MACRO, Roma. Il viaggio è stato sostenuto da Fondazione Baruchello, con il contributo di Associazione La zappa sui piedi e Associazione per la Promozione del Territorio Tipicadelfia di Adelfia, PAV - Parco d’Arte Vivente di Torino, e co-prodotto dagli agricoltori che lo hanno reso possibile offrendo all’artista ospitalità e un po’ del proprio tempo.