Emanuele Caprioli – Gate back
GATE BACK è il progetto site-specific di Emanuele Caprioli che inaugura il ciclo espositivo OMUAMUA GATES, pensato come occasione di teletrasporto nella ricerca dei protagonisti che la compongono.
Comunicato stampa
GATE BACK è il progetto site-specific di Emanuele Caprioli che inaugura il ciclo espositivo OMUAMUA GATES, pensato come occasione di teletrasporto nella ricerca dei protagonisti che la compongono. Ogni mostra diviene un portale aperto temporaneo, dove lo spettatore è invitato a varcare una soglia invisibile per poter accedere agli infiniti mondi paralleli che il pensiero libero è in grado di produrre oltre i limiti classici dello spazio e del tempo. D’altronde, solitamente il gate viene associato alla figura di una porta o cancello, di un passaggio, un varco: è una via d’accesso ad un circuito logico, che può essere aperta oppure chiusa con appositi comandi; un portale per un passeggero, destinato a un viaggio futuro. Il gate è un flusso in movimento da cui poter vedere, contemporaneamente, sia l'inizio che la fine.
L’ intervento di GATE BACK si ispira all’origine della pittura, al mito della caverna, alla sostanza di Democrito, alla poesia della natura che già di per sé si manifesta trasportando “l’epidermide delle immagini” attraverso la luce. È proprio la luce ad entrare nella stanza, come nel foro di una cattedrale o di una camera obscura, come in una finestra di Turrell o dell’Annunciazione di Beato Angelico. Un canale luminoso trasporta con sé un’immagine proveniente da altrove, una teleimmagine analogica: quanto ha percorso questa luce per essere qui? Da dove proviene l’immagine che trascina con sé? Quante altre immagini sono state disperse, dirottate o sono svanite senza lasciare traccia?
Il miraggio appare sul pavimento solo al calar del sole. Il fascio di luce artificiale ed automatizzato del palazzo punta sulla finestra del project space, proiettandone involontariamente la sagoma. Questa proiezione accidentale accentua le origini arcane della figura, che pare arrivare da un mare remoto; un omaggio all’Olandese Volante che cavalca l’onda luminosa dell’ottica e della letteratura attraverso lo spazio ed il tempo.
Emanuele Caprioli vive e lavora a Milano. Durante gli studi accademici a Brera (Milano) e Royal Danish Academy (Copenhagen) sviluppa una fascinazione per la proiezione luminosa: dagli strumenti ottici del protocinema a l’olografia contemporanea. La sua ricerca pittorica integra la disciplina scientifica della visione: l’ottica, con la quale esplora le diverse potenzialità di manipolazione della luce e delle possibilità poetiche ed estetiche della fenomenologia luminosa. Ibrida, manipola, ibridando e risemantizza la visione, gli strumenti ottici e le tecniche di proiezione attraverso la pittura: nuovi “soggetti della visione”.
Mostre personali e collettive tra cui Centro Artistico Alik Cavaliere (Milano), Orto Botanico (Palermo), Charlottensborg Palace (Copenhagen), Galleria Arrivada (Milano), Fondazione Pietro Barbaro (Palermo). Partecipa a residenze tra cui VIR Viafarini-in-residence (Milano), Orto Botanico (Palermo) e Dolomiti Contemporanee (Borca di Cadore). Finalista del premio MilanoVetro-35.
Omuamua è uno studio condiviso e uno spazio di ricerca per l'arte contemporanea, aperto nel 2019 e situato nel quartiere di Porta Romana a Milano. Il nome deriva dalla parola hawaiana “oumuamua”, tradotta in "messaggero del lontano passato". Questa parola si riferisce anche ad un anomalo asteroide interstellare, rivelato nel 2017 da Rob Weryk, uno dei membri del Pan- STARRS (Panoramic Survey Telescope & Rapid Response System), la cui inspiegabile forma e traiettoria ha portato alcuni ricercatori della NASA a sostenere che esso possa essere un relitto intergalattico, come un’astronave arenata. Tra gli artisti che ospita lo studio: Luca Pozzi, Emanuele Resce, Mirko Canesi, Valentina Maggi Summo, Camilla Gurgone, Matilde Sambo, Alessandro Simonini, Camilla Rocchi, Emanuele Caprioli, Lorenzo D’Alba, Bepart.