Emanuele Dottori – Shooting Stars
Verranno pesentati dodici quadri di medio formato su fondo nero olio su tela, e una di grande formato site specific sul project wall della galleria.
Comunicato stampa
Lo Studio Maffei Milano è lieto di annunciare la seconda personale di Emanuele
Dottori “Shooting Stars” in Viale Bligny, 39, dal 15 settembre al 9 ottobre 2011.
La mostra è il seguito del primo progetto presentato a marzo 2009 “Skylight”, dove
l’artista presentò una serie di collage e lavori grafici con soggetto il lucernario della
stazione centrale. In questa occasione il punto di vista è stato ribaltato, portando lo
spettatore al 31° piano del grattacielo progettato negli anni cinquanta da Giò Ponti,
attuale sede della regione Lombardia, che domina la piazza della stazione (sulla quale
spunta il lucernario della metropolitana). Verranno pesentati dodici quadri di medio
formato su fondo nero olio su tela, e una di grande formato site specific sul project
wall della galleria.
COSTELLAZIONE PROVVISORIA
Ora che la notte di San Lorenzo è ricordo lontano, c’immergiamo in altri lumi. Forse
subdoli forse benevoli, certo nostri. I desideri non detti e urlati quella notte li
trasciniamo ora tra le mura, perchè facciano da combustibile: una supernova
incastrata nello stomaco, che contiamo non esploda prima del tempo, per il troppo
bruciare. Il puntino bianco intravisto nel profondo è scivolato, sparito, come un
fiammifero sfregato contro la volta nera, per ritrovarsi ancora acceso in fondo alla gola.
Dal Buco nero della Centrale (Skylight, 2010) alla città di notte il passo è breve.
Bastava salire, dal fondo della metropoli(tana), fino al 31° piano del suo Grattacielo
Numero Zero. Il misterioso obelisco di cemento armato, sparisce per essere di nuovo
fonte d’ispirazione: punto di vista privilegiato per guardare da vicino e da lontano la
mia città.
La pittura è tornata disegno, assecondando la mia condanna all’analisi e la necessità
di ripulirne l’immagine. La tela si riduce ad un tessuto nero e la luce affoga per
annullarlo. A solcare lo spazio, solo una traccia di pastelli ad olio, qui evanescente e
sfumata, là decisa e chirurgica.
Così, fiori multicolore e alberi secolari son cresciuti rapidamente, infuocando la city di
vita, forme e colori ad un tempo terribili e sublimi. Milioni di perline colorate ingioiellano
un tessuto nervoso e brulicante, in cui ogni luce è una vita, e ogni vita è una luce.
Milioni di stelle artificiali, perciò umane, trasformano la città in un cielo trapuntato che,
anche di notte, non fa un passo indietro. È un firmamento al contrario, sempre a
rischio di essere mangiato dalla sua provvisoria costellazione. iesce a vedere,
firmamento al contrario, con le sue stelle che attendono di tornare al loro posto.
Emanuele Dottori, Settembre 2011