Emanuele Floridia – Silenzi
“Silenzi” , nasce nel segno di un’amicizia. Una di quelle amicizie,interamente figlie di quelle goethiane affinità elettive che spingono gli animi e, come in questo caso, gli occhi di due pittori, a riconoscersi l’uno nell’altro.
Comunicato stampa
Alla Koinè di Scicli Sabato 30 Marzo alle ore 18,30 sarà inaugurata Silenzi a cura di Arturo Barbante e di Bartolo Piccione.
“Silenzi” , nasce nel segno di un’amicizia. Una di quelle amicizie,interamente figlie di quelle goethiane affinità elettive che spingono gli animi e, come in questo caso, gli occhi di due pittori, a riconoscersi l’uno nell’altro. Uno sguardo comune , per animo, sensibilità, cultura, che gli occhi di Emanuele Floridia e Arturo Barbante hanno rivolto sul mondo per poi ritrarlo diverso,ma non per questo distante. E adesso la dolorosa mancanza dell’uno,forse di un lutto mai fino in fondo rielaborato, come ha significato la scomparsa di Emanuele Floridia, diventa nell’altro, ovvero in Arturo Barbante, la necessità di dare voce ai suoi meravigliosi Silenzi. Con la complicità sapiente dell’illuminato gallerista Bartolo Piccione, i Silenzi di Emanuele Floridia, torneranno a farci palpitare.
La“poesia”pittorica di Emanuele Floridia sarà esposta alla Koinè di Scicli nel cuore barocco della via Mormino Penna regalandoci il piacere di rivivere le intensità emozionali del cuore puro del pittore ibleo che aveva scelto la campagna modicana, di Frigintini,come suo buen retiro,senza per questo mai tradire la sicilianità del mare, dal pittore ritratto,o illuminato d’argento,quasi sospeso,nelle notti estive, o impastato nel colore della sabbia come quando lasciava languire, nei pressi della costa,avvolti nell’assolata piacevolezza,bagnanti distesi come passiature ad arrostire al sole. Ma è la sospensione,come lo è la bellezza di un verso franto,a farci amare ancora di più Emanuele Floridia. Quell’attimo catturato nella consapevolezza che un attimo dopo sarà diverso, o non ci sarà più e se tornerà ad esserci non avrà mai più quello stesso identico sapore. Ed è ancora franto il verso pittorico di Emanuele Floridia quando fa uscire dal colore, dal tratto,apparentemente delicato,prezioso ed elegante,le rugosità dei monti iblei.Pieghe, più dell’anima che del paesaggio. Come nell’intuizione annotata da Paolo Repetto.“I paesaggi e gli orizzonti di Floridia sembrano porsi in una posizione di lontananza e di indifferenza,di distacco e di sovra temporalità, in un’aura di contemplazione quasi orientale. Come un saggio taoista, Floridia non crede ai furori della storia, ai toni scintillanti dei suoi eventi…”
Venti le opere in esposizione alla Koinè che ci diranno quale è stata l’anima di Emanuele Floridia.
“ Emanuele, c’è posto per il tuo mondo nel mondo d’oggi? Scriveva al pittore in una struggente missiva, il critico Guido Giuffrè. A dispetto della marea montante sappiamo che sì. La marea si ritirerà e lascerà a secco i relitti del naufragio. Tu resti in quella benedetta, inestinguibile minoranza che tiene il filo di una cultura antica,e soprattutto viva: perché ne va della nostra stessa vita.
“Caro Emanuele - chiosa il gallerista Bartolo Piccione- speriamo che la tua opera come la disiata costa,negata per lo più ai naufraghi,possa trovare un felice approdo”
Post scriptum: In occasione della mostra sarà aperta l’archiviazione generale dell’opera del maestro Emanuele Floridia.
Ufficio Stampa Koinè
Daniela Citino