Emanuele Giannelli – Altro come possibilità
Mostra personale di Emanuele Giannelli al Fortino, dove saranno esposte sculture e istallazioni che abbracciano gli ultimi dieci anni di ricerca dell’artista, realizzate con diversi materiali, tra cui otto installazioni e due grandi opere all’esterno di quasi cinque metri d’altezza.
Comunicato stampa
L’Amministrazione Comunale di Forte dei Marmi continua il suo impegno in mostre d’arte con la personale di Emanuele Giannelli al Fortino, dal 3 al 28 agosto 2018, dove saranno esposte sculture e istallazioni che abbracciano gli ultimi dieci anni di ricerca dell’artista, realizzate con diversi materiali, tra cui otto installazioni e due grandi opere all’esterno di quasi cinque metri d’altezza.
In esposizione anche una copia in marmo dell’opera Polaroid, dedicato al bacio come emozione primaria dall’essere umano, che recente è stata oggetto di polemica.
La mostra e il testo critico del catalogo, edito da Prearo, sono a cura di Andrea Barretta, scrittore e critico d’arte, e l’evento è seguito e organizzato da Massimo Ferrarotti, presidente dell’Associazione Spirale d’idee di Milano.
Emanuele Giannelli ha esposto in Italia con importanti esperienze internazionali e, dalla natia Roma, ha scelto la Versilia come suo rifugio-laboratorio per produrre visioni nel paradosso del futuro coartato dalla globalizzazione, a contatto con il mondo della grande scultura contemporanea, sperimentando materiali e tecniche con curiosità e competenza manuale.
La proposta è quella di un linguaggio figurativo che l’artista pone al centro del suo percorso artistico in una anatomia mutante e libera rispetto ai linguaggi internazionali, giacché nelle sue sculture persegue un proprio e originale codice “genetico” della costruzione scultorea con la creatività di base nella rappresentazione dell’uomo universale, in dilatazioni peculiari che plasma nella materia in citazioni concettuali e atmosfere anche letterarie. Un racconto sul destino - immaginato? - di una umanità silente, alienata, nella forza comunicativa che riesce a dare con installazioni che diventano quinte di un teatro con figure immobili ma in movimenti emozionali, ferme nell’istante in cui l’artista ha colto l’equilibrio con il messaggio che intende dare allo spettatore.
Le differenti matrici estetiche che denotano l’approccio plastico scultoreo dell’opera di Emanuele Giannelli afferiscono a un sentimento strettamente legato al nostro patrimonio culturale che trae radici nel figurativismo in una sfida complessa e dai risultati mai univoci. Perché possiede una grande qualità tecnica e una competenza nell’utilizzo dei materiali: dalla resina al bronzo con fusione a cera persa, sempre partendo da bozzetti in creta.
Per questa importante mostra di Emanuele Giannelli il Fortino è coinvolto anche negli spazi esterni a iniziare da due sculture, del ciclo “Korf 17”, alte quattro metri e mezzo, più il basamento, poste all’entrata. Sono i suoi “uomini”, la sua umanità, in versione monumentale con le braccia conserte e con una sorta di occhiali per una realtà virtuale di cui ci fa spettatori quanto un video in uno spiazzo che diventa tridimensionale, allorquando cerchiamo il loro sguardo che va verso l’alto e troviamo due schermi e due laser che penetrano il cielo. Uno spettacolare allestimento che continua nelle sei finestre della facciata e nel balconcino del palazzo simbolo di Forte dei Marmi, dove in ognuna s’affaccia un “Mr Kiribati” e i suoi pari, ad accogliere i visitatori che provengono da Piazza Garibaldi. Invece, dal versante mare, sul bastione appaiono tre figure maschili a grandezza naturale in una straordinaria installazione de “I sospesi”, in una specie di liquidità come dramma nel vuoto a precisare la precarietà di un’esistenza che lega con un filo d’acciaio alla contraddizione di un cambiamento dominato dalla tecnica e da una società di massa postindustriale filtrata attraverso occhiali da saldatore.