Emanuele Gregolin – Immagini di Fede
Una selezione di una decina di opere di arte sacra, collocate nel tornacoro di Michele Sammicheli nella splendida cattedrale di Santa Maria Assunta. I lavori dialogano idealmente con la pala dell’Assunta (1530) di Tiziano Vecellio, conservata nell’altare policromo realizzato da Jacopo Tatti, detto il Sansovino.
Comunicato stampa
Dal 5 al 15 settembre 2013, il Duomo di Verona ospita la personale Immagini di Fede di Emanuele Gregolin, a cura di Vera Agosti. Una selezione di una decina di opere di arte sacra, collocate nel tornacoro di Michele Sammicheli nella splendida cattedrale di Santa Maria Assunta. I lavori dialogano idealmente con la pala dell’Assunta (1530) di Tiziano Vecellio, conservata nell’altare policromo realizzato da Jacopo Tatti, detto il Sansovino.
In mostra tre dipinti sugli episodi salienti della vita di San Carlo: la Comunione, la Penitenza e la Gloria. I ritratti dei pontefici, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e l’attuale Papa Francesco. Un lavoro per la Santissima Vergine, dedicato alla Madonna del Popolo, che regge i simboli della città di Verona. Una tela rappresenta l’interno del Duomo, mentre due opere, quasi a grandezza naturale, raffigurano il Cristo, rispettivamente con la cattedrale alle spalle e durante la Passione. E ancora due feroci leoni di San Marco, emblema del territorio veneziano.
Un riferimento ideale e illustre, che anima il sentimento della ricerca artistica, è Giovanni Testori. Una fede sentita e vissuta direttamente sulla pelle, nella carne e nelle viscere, in modo spesso tormentato e difficoltoso, nello scontro tra umanità e santità. Così la pittura espressionista cela sempre questo strazio interiore, questa tensione a una perfezione difficile e irraggiungibile. Anche quando i ritratti dei Santi o dei Papi appaiono tranquilli e bonari, il gesto della pennellata guizza furtivo, creando dramma e dinamismo.
I volti sono ben caratterizzati e riconoscibili nei loro dettagli personalissimi. Le figure sono colte in atteggiamento di umanità disarmante, saggia e profonda. Sembrano ritratti antichi, ma il gesto pittorico sa renderli fortemente contemporanei, come a volte il colore, che si sprigiona tumultuoso e inatteso. Cifra stilistica inconfondibile di Emanuele Gregolin è il rosso, in questo caso sontuoso e barocco, che ricorda il velluto prezioso, gli abiti dei prelati, ma anche il sangue della Passione e del Sacrificio.
Un piccolo e prezioso quaderno d’artista accompagna l’esposizione, con l’introduzione di Mons. Antonio Finardi e il testo critico di Vera Agosti.
Biografia:
Emanuele Gregolin è nato nel 1972 a Milano. Ha compiuto studi d'arte e architettura, unitamente allo studio del pianoforte, sotto la guida del duo pianistico Ravelli-Moretti. In differenti occasioni musicali, ha accompagnato solisti, corali e formazioni di duo e trio. Espone in Italia e all'estero dal 1997. Numerose sono le istituzioni pubbliche in cui figurano in permanenza sue opere oltre ad eventi espositivi organizzati: Museo del Vittoriale degli Italiani (Gardone Riviera), Museo della Permanente (Milano), Casa Museo Cavalier Pellanda (Biasca, Svizzera), Musei Civici di Tortona, Spazio Guicciardini (Milano), Museo Civico Parisi Valle (Maccagno) unitamente a Gallerie d'Arte: Compagnia del Disegno (Milano), Galleria Ponterosso (Milano), Galleria Palmieri (Busto Arsizio), Galleria Malagnini (Saronno), Galleria All'Angolo (Mendrisio, Svizzera), Gallery at Avalon Island (Orlando, USA) oltre a collezioni private italiane di prestigio. Su di lui hanno scritto: Vera Agosti, Stefano Crespi, Sara Fontana, Alberto Fiz, Carlo Franza, Bruno Pozzato, Alessandro Riva, Claudio Rizzi. Vive e lavora a Novate Milanese.