Emanuele Magri – Ego Alter

Informazioni Evento

Luogo
AZIMUT CONSULENZA SIM SPA
Palazzo Bocconi, 20121 – Corso Venezia, 48, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Fino al 30 aprile su appuntamento: [email protected]

orari: lunedì-giovedì ore 9/18 - venerdì ore 9/17

Vernissage
10/04/2025

ore 18.30 su invito

Artisti
Emanuele Magri
Uffici stampa
MARIA GRAZIA VERNUCCIO
Generi
arte contemporanea, personale

Palazzo Bocconi, nella sede di Azimut in corso Venezia 48 a Milano, ospita la mostra Ego Alter di Emanuele Magri.

Comunicato stampa

Dal 10 al 30 aprile 2025 Palazzo Bocconi, nella sede di Azimut in corso Venezia 48 a Milano, ospita la mostra Ego Alter di Emanuele Magri.

I corridoi e gli uffici di un palazzo storico nel cuore di Milano si trasformano in un inedito spazio espositivo, dove colori e forme si intrecciano in un racconto visivo in continua evoluzione, capace di animare ambienti solitamente riservati al mondo del capitale e della finanza internazionale.

L’impatto iniziale con Ego Alter — realizzata con la collaborazione di Rita Pugliese — nasce proprio dal contrasto sorprendente tra la cornice rigorosa di una holding finanziaria e un immaginario artistico vivace, dominato dal colore e da un’irriverenza giocosa.

La poetica artistica di Emanuele Magri si è sviluppato nel tempo attraversando diverse fasi, unite da un filo conduttore: l’attenzione al corpo umano e alla parola — una parola capace di rovesciare situazioni e immagini, costruendo mondi alternativi.

Nel complesso di questa ricerca artistica, sia la pluralità delle tecniche adottate — pittura, fotografia, video, scultura — sia la varietà dei temi affrontati potrebbero far pensare a una produzione realizzata da artisti differenti, autonomi tra loro.

La mostra gioca proprio su questa molteplicità, presentando una selezione di quaranta opere di Magri come se fosse una raccolta di lavori di sei artisti distinti. Si configura così come una collettiva immaginaria, in cui ciascun artista — figura fittizia — prende forma attraverso una breve biografia. Ma anche queste note biografiche disorientano: dicono e non dicono, svelano e nascondono. I sei artisti sembrano talvolta somigliarsi e rincorrersi, talvolta allontanarsi e celarsi.

Il filo conduttore che li accomuna è il gioco, elemento fondante di tutta la produzione artistica di Magri. L’autore non prende in giro solo se stesso e il proprio lavoro, ma anche tutto il discorso esegetico che ruota attorno all’opera d’arte.

Nascondendosi dietro la figura del critico E.A., collaboratore della rivista MegaNumeri, Magri reinventa le proprie opere, ne scopre nuovi significati, ne propone letture alternative in un continuo gioco di specchi, rimandi e sberleffi.

Il percorso espositivo inizia nel corridoio del piano terra.

Il critico fittizio E.A. introduce i sei artisti, nei quali individua un comune senso della ricerca e della sperimentazione continua, la dialettica con il mondo contemporaneo e i suoi problemi. Soprattutto ne sottolinea la dimensione del gioco, del capovolgimento prospettico, che li sottrae a ogni definizione. Si divertono i sei artisti, giocano e nel gioco divergono dalla realtà.

Nel corridoio d’ingresso è Marin Gea ad accogliere il visitatore con i suoi Biomorfismi terrestri: mappe geografiche che, colorandosi nel tempo, danno forma a universi vegetali e animali in continuo e reciproco dialogo.
Proseguendo nel percorso, le Sospensioni di German Lume offrono uno sguardo inquieto e inquietante sulla fragilità del corpo umano, esposto ai minimi movimenti naturali. La concretezza di queste forme colorate si dissolve nella loro materia evanescente.

La mostra prosegue al terzo piano, nei salottini e nei corridoi che conducono agli uffici.

Il mondo della parola di Regina Lemma dà vita agli Oracoli corporali: figure che si rianimano attraverso la reinvenzione linguistica, nei rebus che le trasformano o ne svelano aspetti inusuali.

Nel salottino adiacente, i Performance clothes di Manu Alegra mettono in dialogo abiti di scena e abiti borghesi, in un continuo scambio tra arte e vita. Dall’unione tra il kimono giapponese e la tuta futurista di Thayaht del 1920 nasce Kimotayat, una delle opere più impattanti di Magri.

Entrare nel salottino dove espone Elia Rana significa addentrarsi nei misteri del Distopicus Garden: uno scenario fantastico in cui fiabesco e mostruoso si incontrano, frutto delle contaminazioni genetiche di qualche scienziato pazzo — o forse geniale — che prefigura distopie non così lontane. Un video dà voce e movimento a questo mondo di mostriciattoli e piante semoventi, rendendo il giardino distopico sempre più prossimo a noi. Infine, si nascondono e fanno capolino lungo la scala a chiocciola che riporta al piano terra gli Anacoreti Anodini Anonimi di Emil Lime: figure senza forma, senza corpo, senza identità, isolate in spazi definiti. Sono gli zombi del nostro tempo.

Ego Alter - Emanuele Magri

testi di Rita Pugliese

Palazzo Bocconi, corso Venezia 48, Milano

Inaugurazione su invito: giovedì 10 aprile ore 18.30

Fino al 30 aprile su appuntamento: [email protected]

orari: lunedì-giovedì ore 9/18 - venerdì ore 9/17

EMANUELE MAGRI

La produzione artistica di Emanuele Magri si è articolata sin dagli esordi in fasi diverse. Le unisce un filo conduttore: l’attenzione al corpo umano e alla parola.

La pluralità delle tecniche adottate, così come le variazioni tematiche in pittura, fotografia, video, scultura, potrebbero far pensare ad autori diversi.

Con la mostra Ego Alter Magri vuole giocare proprio con queste alterità.

Le biografie immaginarie dei sei artisti a cura di Rita Pugliese e la loro contropresentazione critica a cura del critico d'arte E.A. della rivista "MegaNumeri", in realtà alter ego di Magri, rientrano in questo gioco. Così Magri ironicamente dà un nuovo senso e una nuova interpretazione critica al proprio lavoro.

sito web

https://www.emanuelemagri.com/

telefono 335254142

RITA PUGLIESE

Dopo l’insegnamento e lavori editoriali, Rita Pugliese ha scoperto in questi anni il piacere di scrivere storie e di pubblicare il suo primo romanzo, Ritorno ad Atene (Solferino).

Le opere e la conoscenza dell’autore le hanno consentito di costruire per questa mostra un mondo di nuovi artisti, ognuno dei quali rispecchia con fedeltà e ironia un aspetto della personalità di Emanuele Magri.

Ufficio stampa mostra

Maria Grazia Vernuccio

Tel. 3351282864 [email protected]

BIOGRAFIE ARTISTI IMMAGINARI

Regina Lemma, Oracoli corporali

Regina Lemma già in tenera età evidenziò straordinarie facoltà linguistiche, saltando la fase della lallazione ed esprimendosi subito con proprietà e fantasia. Non “Topolino” ma “La settimana enigmistica” il suo primo giornalino. Giocare con le lettere dell’alfabeto creando nuove parole è sempre stato il suo divertimento preferito. Si indispettì quando realizzò che con quelle del suo cognome poteva creare melma, lame e male, ma si rasserenò con alme e mela. Il suo nome la rese felice: da Regina nacquero ragni neri e rane ignare e poi gerani, argine, negri, gare, riga e via ancora con grani e giare, arnie e arie. Se poi univa il modulo lunare al mediterraneo e al nome di una famosa attrice, il gioco era fatto. Est nomen in rebus.

German Lume, Sospensioni

Nato a Pfeffenhause nel 1949, figlio di un macellaio della Bassa Baviera, ha sviluppato sin da piccolo un interesse peculiare per l’anatomia e la fisiologia degli esseri viventi in generale. Le ore passate a osservare il padre squartare quarti di bue sono confluite nella decisione di dedicarsi agli studi di medicina. La consapevolezza della fragilità del corpo umano e una discreta ipocondria lo hanno portato nel tempo a convogliare i suoi interessi su una materia inerte, che solo dalla sua volontà possa prendere vita o morire. Dissolta così ogni concretezza dei corpi, li abbandona al tocco di una mano, a un alito di vento, all’inerzia del non essere.

Marin Gea, Biomorfismi terrestri

Di origini nordiche, ha trascorso la sua infanzia sulle colline liguri, tra sentieri aridi e fasce di coltivo, scrutando tra gli ulivi il mare lontano. La linea dell’orizzonte lo ha chiamato e spinto al di là, oltre il mare oltre la curva della terra. Nuovi paesaggi e nuovi esseri, incontrati nei suoi viaggi in solitaria, sono quindi confluiti in una cartografia dove ogni rovesciamento è possibile. Antipodi e Ambari, mandragore e artemisie, salamandre e cinocefali, luci e ombre, tutto rientra nella geografia naturale e umana di Marin Gea. Le sue mappe, a volte sbiadite a volte variopinte, sempre rarissime, sono ricercate dagli studiosi di zoologia e antropologia.

Emil Lime, Anacoreti anodini anonimi

Nato nelle nebbie della Bassa Padana, da piccolo amava svanire tra le brume, esserci e non esserci. Dove sei? Questa la domanda con cui sua madre lo rincorreva, mentre lui se la rideva seduto alle sue spalle. Ammiratore di Tiramolla per la sua capacità di cambiare forma passando dall’una all’altra e riducendosi così di fatto a non essere nessuno, amava confondersi. La sua maggiore soddisfazione fu in occasione di una festa, quando, trovata in un cassetto la stoffa con cui la mamma aveva foderato le poltrone, se ne fece un vestito che gli consentì di mimetizzarsi perfettamente nell’arredamento di casa. Non ha mai sofferto del complesso di fare tappezzeria.

Manu Alegra/ Performance clothes

Fin da piccolo Alegra ha respirato l’aria della sartoria, con il tavolone e le grandi forbici per tagliare, la carta velina bianca dei modelli e quella marrone da pacco in cui le lavoranti portavano a casa i vestiti da completare. I campionari dei tessuti con centinaia di quadratini di stoffa hanno colorato i suoi pomeriggi di bambino, le pagine di “Vogue” e “L’Officiel” alimentato i suoi sogni di ragazzo. Ma la madre lo voleva laureato non sarto e Alegra ha saputo coniugare la naturale manualità con stoffe, cotoni e aghi con gli studi di storia dell’arte. Non appagato dalla matericità dei vestiti della dama con l’ermellino o di Innocenzo X, ha quindi spinto il suo desiderio tattile verso gli abiti degli artisti, pittori, scultori, performer, di cui oggi è diventato uno dei maggiori collezionisti e con cui segretamente si diverte a creare sempre nuove collezioni.

Elia Rana/ Distopicus garden

Sempre in movimento, capace di saltare da un treno all’altro pur di non stare fermo in un posto più a lungo di un giorno e mezzo, Rana ha avuto un percorso di studi quanto mai eclettico. Iscrittosi a biologia, è poi passato a zoologia, quindi ad agraria e infine a medicina, senza mai laurearsi. Amante della letteratura e della poesia, viene folgorato, ancora in giovane età, dalla lettura di Wells e Shelley, e sulle loro orme si dedica a complessi studi di genetica. Il suo laboratorio diventa così l’epicentro di strani, a volte perversi connubi, di ossimori stravaganti, di sperimentazioni oltre ogni avanguardia. La ricerca del migliore dei mondi possibili ancora lo occupa. Pur appesantito dagli anni e dalla gola, ha conservato quel passo saltellante con cui si muove tra le sue creature, potando, seminando, innestando, sempre alla ricerca di nuove contaminazioni.