Emanuele Reguzzoni – Working Class Heroes

Informazioni Evento

Luogo
BIBLIOTECA CIVICA
via Marliani 3, Busto Arsizio , Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da lunedì a venerdì 9.00 - 19.00 sabato 9.00 - 18.00

Vernissage
15/12/2012

ore 17.30

Artisti
Emanuele Reguzzoni
Curatori
Veronica Azimonti
Generi
fotografia, personale

Mostra personale di Emanuele Reguzzoni, che, sulla traccia delle canzoni di Bruce Springsteen, ritrae i luoghi del New Jersey.

Comunicato stampa

Sabato 15 dicembre inaugura alla Biblioteca Civica la mostra fotografica "Working Class Heroes. Il New Jersey cantato da Springsteen", personale di Emanuele Reguzzoni, che, sulla traccia delle canzoni di Bruce Springsteen, ritrae i luoghi del New Jersey.
La mostra si inserisce all'interno del progetto Spazio Arte Giovane, dedicato alla presentazione di giovani artisti, giovani curatori, giovani scrittori e poeti.
In occasione dell'inaugurazione, alle ore 17.30, il pubblico verrà coinvolto in una performance in cui l'artista eseguirà ritratti estemporanei.
La mostra è visitabile fino al 19 gennaio 2013.
Orari di apertura : da lunedì a venerdì 9.00 - 19.00 sabato 9.00 - 18.00
Di seguito la descrizione della mostra e i curricula dell’artista e della curatrice, Veronica Azimonti.

“Working class heroes” - Il New Jersey cantato da Bruce Springsteen

Now my home’s here in these meadowlands where mosquitoes grow big as airplanes
(Bruce Springsteen, “Wrecking ball”)

Lunghe strade deserte, verdi distese sconfinate, paesini dai bassi edifici e case in legno con il portico e l’immancabile bandiera americana, auto d’epoca, pontili e spiagge assolate, bar e locali in abbandono.
Sono questi i luoghi di Bruce Springsteen, immagine di un’America di periferia, lontana dai grandi centri internazionali e che pare dimenticata, ma che conserva un suo fascino e una sua poetica.
Emanuele Reguzzoni ha viaggiato nel New Jersey sui passi di Bruce Springsteen, guidato dalle sue canzoni, vivendo queste terre alla riscoperta del mito, scovandolo nei luoghi narrati nei suoi testi, e restituendoceli oggi attraverso le sue fotografie nella loro immediatezza presente. Sono spazi spesso privi di presenza umana, paesaggi naturali immensi o angoli di città, che ci parlano del “Boss” ma anche di una classe media che lui stesso ha raccontato.
È la città di Asbury Park a dare il nome a “Greetings from Asbury Park, NJ”, il primo album di Springsteen del 1973, che da questo momento in poi canterà spesso del suo paese, delle sue radici e della sua gente, una classe operaia ordinaria, ma orgogliosa ed affascinante, con le sue storie e i suoi sogni, a cui Springsteen sentiva di appartenere profondamente, ma da cui, contemporaneamente, voleva scappare. Il suo desiderio di evasione l’ha portato a diventare la leggenda del rock che ancora è, ma il suo sentimento di appartenenza l’ha ancorato a quei luoghi, dove tuttora vive e tiene il “warm up”, le prove generali dei suoi tour internazionali.
Le fotografie esposte trasmettono quel senso di vuoto tipico delle periferie urbane, e in particolare modo quelle americane, ma allo stesso tempo creano un’atmosfera quasi

di sospensione, di attesa di qualche evento, di una possibilità sperata, che effettivamente può essere realizzabile. Lo fanno attraverso vedute realizzate con il grandangolo, dai colori volutamente tenui, quasi spenti, con un effetto simile alla pellicola degli anni ‘70, e riprese diagonali che restituiscono un’idea di profondità estremizzata.
I luoghi suggeriscono ed evocano più che mostrare chiaramente: grandi spazi aperti e disabitati, o in cui la presenza umana è minima, si alternano a vedute di città in cui lo sguardo si concentra su dettagli significativi della tradizione. Soggetti che ci parlano di un passato forse più glorioso, oggi con malinconia, ma dove ancora si può trovare l’America vera, genuina, basata sul lavoro della working class e dove ancora si respira la presenza del Boss.
Le fotografie sono accompagnate dal racconto di un giovane scrittore emergente, che per l’occasione si è lasciato ispirare dalle immagini e dai luoghi: Paolo Gamerro presenta “L’ultimo”.

EMANUELE REGUZZONI
Nato nel 1976 a Busto Arsizio, studia architettura al Politecnico di Milano. La sua passione per la fotografia nasce nella città di Praga, durante il soggiorno di un anno per il progetto Erasmus; dopo la laurea in architettura, decide quindi di proseguire con il diploma alla scuola di fotografia Bauer di Milano. Da quel momento inizia ad affinare la sua tecnica e il suo stile, realizzando diversi ritratti e reportages (“No more Chernobyl” ,“Ogni giorno” sul tema del volontariato, “La gente del Giro”), e fotografando i suoi soggetti preferiti: viaggi, paesaggi, lifestyle.
Dal 2006 espone in mostre collettive a Crema, Milano, Varese, e alcuni suoi scatti sul tema della musica e del lifestyle vengono pubblicati dalle riviste di settore quali Vice Magazine, Rolling Stone, Vogue.
Nel 2011 fonda, con l’amico Mauro Ladu, “Photo Canarias”, un'agenzia che promuove la bellezza dell'isola di Fuerteventura attraverso workshop fotografici di paesaggio.
Nel 2012 si tiene la sua prima mostra personale al centro Stoà di Busto Arsizio, “La gente del Giro”: una raccolta di ritratti realizzati ai tifosi durante le diverse tappe del Giro d’Italia.
Lavora oggi come freelance, dividendosi tra l'Italia e le isole Canarie.

VERONICA AZIMONTI
Nata nel 1986, si laurea in Storia e critica dell'Arte all'Università Statale di Milano con una tesi sull'estetica della Street art.
Appassionata di arte e creatività in tutte le sue forme, dopo aver lavorato alcuni anni nello studio dello street artist milanese Pao, idea e cura un blog artistico personale e si occupa di street art nella rubrica St-Art sul magazine online Lobodilattice. Dal 2010 allarga la sua passione all’ambito fotografico, collaborando con l'Archivio Fotografico Italiano; dal 2012 è guida turistica per la provincia di Milano e collabora con l’Ufficio cultura del Comune di Busto Arsizio.