Emanuele Viscuso – Musica Solida
Mostra antologica: “Emanuele Viscuso – Musica Solida da collezioni private. Incontro creativo di Emanuele Viscuso con l’Accademia Albertina e i suoi studenti”, a cura di Edoardo Di Mauro.
Comunicato stampa
Il 9 febbraio, alle ore 17.00, presso le sale della Pinacoteca Albertina s’inaugura l'antologica: “Emanuele Viscuso – Musica Solida da collezioni private. Incontro creativo di Emanuele Viscuso con l'Accademia Albertina e i suoi studenti”, a cura di Edoardo Di Mauro.
Emanuele Viscuso è un artista eclettico, internazionalmente riconosciuto. I suoi interessi artistici spaziano dalla pittura alla scultura, per passare alla musica, è un apprezzato pianista e concertista, all'architettura e alle arti applicate.
Siciliano di nascita, si trasferisce nel 1973 a Milano per poi spostare il centro dei suoi interessi e delle sue attività a Miami.
In mostra sarà presente un’accurata selezione di opere scultoree di Viscuso, provenienti da prestigiose collezioni private tra cui quella del Principe Amyn Aga Khan, dell’Emiro del Kuwait Mubarak Al Sabah, di Silvio Berlusconi, della Maison Enrico Coveri, della Fondazione Leo Matiz di Città del Messico e di altri, assieme a progetti di architettura e di arti applicate, come la celebre carta da parati “artistica” e il tavolo “Andromeda” prodotto da Demura. Sarà esposta anche la replica di una spilla creata dall’artista per la Regina Elisabetta d’Inghilterra.
Nei giorni della sua permanenza a Torino Emanuele Viscuso darà vita ad uno stage con gli studenti dell'Albertina, coordinati dal Professor Raffaele Mondazzi, docente di Scultura. I lavori creati durante tale stage rimarranno esposti nel Salone d’Onore.
Sarà pubblicato un catalogo, edito da Albertina Press, con l'impostazione grafica di Stefano W. Pasquini.
Pinacoteca Albertina
Via Accademia Albertina 8, Torino
Tel: 011 0897370
Web: www.accademialbertina.torino.it
E_mail: [email protected]
Orari: lunedì, martedì, giovedì, venerdì, sabato, domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Ultimo ingresso alle ore 17.30. Mercoledì chiuso.
Elenco completo dei collezionisti di Emanuele Viscuso che hanno contribuito con propri pezzi alla mostra (in ordine alfabetico): Fabio Acampora, Amyn Aga Khan, Mubarak Al Sabah, Giada Arioli, Fabio Arrivas, Silvio Berlusconi, Adriana Chiesa, Carlotta Costa, Maison Enrico Coveri, De Mura Design, Beppe e Nicoletta Diana, Antonio Grisaffi, Fondazione Leo Matiz, Maria Pia Mirabella, Anna Pari, Angela Riccio, Simone Ruggieri e Lucia Sanasiova.
Di seguito un estratto del testo del curatore Edoardo Di Mauro:
…Attualità è un termine che ben si confà all’opera di Emanuele Viscuso. La cifra stilistica dell’artista siciliano, a cui peraltro, come in pochi altri casi, si può assegnare senza remore l'attestato di “artista universale”, si manifesta come simbolico ponte gettato tra “modernità” e “contemporaneità”, mantenendo della prima alcune fondamentali linee guida di ricerca e di attitudine mentale, della seconda precise predisposizioni estetiche ed esistenziali. Per meglio intenderci, Viscuso incarna da un lato molti aspetti relativi al perfetto prototipo dell’artista rinascimentale, periodo simbolo della stagione moderna, in merito alla tipologia albertiana e poi leonardesca dell’artista – scienziato, in grado con la sua dottrina di spiegare le leggi della natura e di elaborare, con passione sposata al raziocinio, macchine e strumenti elaborati e complessi. Rinascimentale, quindi moderna, è l'attitudine, dimostrata fin dalla più giovane età, per la sperimentazione scientifica e per la matematica, intesa non come arida serialità statistica, ma come strumento creativo storicamente inserito nell'alveo delle arti liberali, atta a svelare la complessità del mondo, quindi preziosa alleata dell'arte. […] Per comprendere meglio l'arte di Emanuele Viscuso, non si può prescindere da qualche cenno alla sua biografia, che lo stesso autore sta stendendo in forma di libro, dai contenuti arguti ed autoironici che sono anche motivo per comprendere le dinamiche di mutamento sociale dell'Italia a partire dagli anni del boom economico, per passare agli anni Ottanta ed alla controversa fase della post modernità. Viscuso, nato la notte di Natale del 1952, è figlio della borghesia siciliana colta ed attratta, di pari, dai valori della modernità come da quelli della tradizione... Trasferitosi a Napoli, inizia una fase di nomadismo tra questa città, che lo attrae e lo stimola per la sua solarità ed energia, la Sicilia e Milano, dove si sposta nel 1973 vivendo intensamente quegli anni e poi la fase successiva dei cruciali anni Ottanta, gli ultimi in cui in Italia si respira una vocazione al nuovo. […] Viscuso riesce ad esporre in occasioni di importante ufficialità mondana le sue opere, a venderle, e ad ottenere importanti commissioni pubbliche, come quella dell'aeroporto della Malpensa. Il successo e la visibilità conseguenti non placheranno la sete di novità e la volontà di mettersi in discussione tipiche dell'artista quando, all'alba degli anni Zero, si cimenta in una svolta radicale, questa volta oltreoceano, che, sofferta all'inizio, anche in questo caso risulterà vincente. Stavolta l'obiettivo è Miami, definita da Viscuso, affascinato dalla bellezza della natura e dei ritmi di vita, “l'unica metropoli occidentale collocata ai Tropici”. […] Miami è una città diffusa, dove è difficile individuare un punto di riferimento, ed è ancora in quegli anni soprattutto meta degli svernamenti dei pensionati americani. Tuttavia Viscuso non demorde e riesce ad imporsi all'attenzione con una serie di acute riflessioni di teoria dell'architettura e dell'urbanistica che suscitano un vivo dibattito. Partendo dalla constatazione non confutabile che Miami è una metropoli sostanzialmente senza storia, sostiene come questo handicap possa essere superato facendo appello all'unicità lì vigente del rapporto tra natura e cultura, ponendo in connessione le varie comunità e favorendo, tramite il flusso relazionale, la creazione di un centro che sia luogo di aggregazione e di dialogo. […] Tornando alla cronologia ed alla poetica delle sue opere, che si caratterizzano per essere realizzate con materiali poveri come legno, carta e cartone, e plastiche come il pvc, le prime in ordine di apparizione sono i “Disegni di musica”. Questi nascono in parallelo alla pratica costante di quella disciplina, che, come già sottolineato, lo vedrà e lo vede apprezzato concertista e fautore di uno stile eclettico che mescola musica classica, dialogo con la dimensione orchestrale e suggestioni minimal e new age. Questi disegni sono la traccia segnica delle composizioni, con il valore aggiunto di essere realizzate dall'artefice umano e non dalla macchina. I ritmi musicali si intrecciano in figurazioni armoniche ed equilibrate, tramite colori delicati ed evocativi. La cifra stilistica è quella dell'astrazione, che poi sottende l'intero percorso dell'avanguardia novecentesca e ne è sinonimo, i rimandi storici sono rinvenibili nell' organicismo e biomorfismo di un Kandinsky, o nel ritmo visivo di un Klee o di un Mirò ma, ancora di più, nel Futurismo, che con più determinazione di ogni altra avanguardia storica predicò quel sincretismo tra le arti di cui Viscuso è indubbio ed originale prosecutore. Ma, ad un tratto, l'artista avverte l'esigenza di dare corpo a questo tracciato visivo, di portarlo fuori il confine bidimensionale, per donarlo allo spazio ed al mondo, la musica diventa “solida”. Il rovello di come questo intento possa essere concretizzato viene risolto in maniera insolita: a Viscuso appaiono in sogno delle forme architettonico – scultoree di geometria irregolare e non euclidea, che egli ritiene quelle giuste per dare corpo definitivo al suo progetto artistico, i moduli primigeni da cui possono derivarne infiniti altri sempre diversi, come in effetti avverrà in un crescendo che andrà poi anche a toccare l'ambito delle arti applicate, in primo luogo design ed oreficeria. L'artista si cimenta subito nella ricerca dei materiali necessari per dare solidità e compiutezza a queste illuminanti visioni. Questi vengono individuati nella forma di graffette metalliche usate dall'industria per cucire cartoni particolarmente spessi. Con questi elementari strumenti, e la fantasia e la praticità di un consumato “bricoleur”, Viscuso realizza un primo progetto ad incastro da lui ribattezzato “Modulo primigenio”. Da questa matrice originaria sarà poi possibile ricavare una forma pressoché infinita di varianti, una volta individuate nelle assicelle di legno le strutture idonee a realizzare le opere in formato più grande rispetto alla ridotta scala progettuale. Da qui parte una produzione continuativa di moduli visivi caratterizzati da ritmo e dinamismo, dalla ricerca del movimento e dell'apertura, quella “musica solida” più volte citata ed evocata in questo testo. Le opere sono identificate da colti riferimenti artistici, letterari e filosofici: da “Narciso e Boccadoro” alla ellenistica Nike, e da omaggi a grandi personalità dell'arte del Novecento che, come lui, si sono cimentati con la dimensione dello spazio e dell'infinito, tra questi Lucio Fontana e Piero Manzoni, senza dimenticare le più imponenti “Strutture architettoniche”, che ben poco hanno di dissimile, quanto meno a livello progettuale, dalle realizzazioni dei nomi più prestigiosi dell'architettura mondiale, avendole oltretutto precedute di circa un quindicennio, ed evocano un senso di leggerezza equilibrato dalla solidità della forma e dell'impianto. Le sue opere entrano a fare parte delle collezioni di personalità internazionali come Enrico Coveri, il Principe Amyn Aga Khan, Silvio Berlusconi e molti altri nomi celebri, senza dimenticare la singolare vicenda della scultura posseduta dall' Emiro del Kuwait e trafugata dalle truppe di occupazione irachene nel 1990. Un’altra variante stilistica si introdusse, in maniera abbastanza casuale, nel percorso di Viscuso, nel 1987, a seguito di una commissione per una grande scultura modulare, quando Renzo Canciani, capo delle relazioni esterne dell’Alumix, azienda produttrice di alluminio e sponsor del progetto, pose come unica condizione l'utilizzo di strutture già esistenti e non create appositamente. Ciò impose a Viscuso la necessità di modificare lo schema fino ad allora usato, passare da un incastro a “C”, ad uno a “T”, con un risultato finale simile ad un domino che si estende più in larghezza che in altezza. Viscuso brevetta con la sigla “Modulo Alpha” questa nuova creazione, scoprendo ben presto che si prestava non solo alla scultura, ma anche alla proposta di una raffinata linea grafica, alla quale diede il titolo di “E pluribus unum, ex uno plura”, dove la prima parte riporta il motto della confederazione americana, “Da molti uno solo”, mentre la seconda, aggiunta dall'artista, indica la possibilità di una successiva trasformazione e moltiplicazione. Lo schema del “Modulo Alpha” verrà adoperato da Viscuso per la creazione di oggetti di oreficeria, uno dei quali diventerà proprietà della Regina Elisabetta d'Inghilterra. Un'altra invenzione originale e fortunata sarà la carta da parati artistica. Lo spunto viene dall’adolescenza siciliana di Viscuso, caratterizzata dall'amore per i libri e la lettura, ed il successivo trasferimento, per motivi di insegnamento della madre, in provincia di Salerno, dove era sita la storica Certosa di Padula, celebre per la sua biblioteca. Un'eredità di libri antichi porta l'artista al desiderio che l'intera sua dimora-studio milanese possa essere da questi tappezzata. Nell'impossibilità oggettiva dell'intento viene elaborato un geniale surrogato, creare una carta da parati a tema. Viscuso disegna quattro moduli diversi di scaffalature, facendoli poi riprodurre da uno stampatore. L'iniziativa incontra uno straordinario successo, ed è un altro esempio della versatilità dell'autore nell'inventare sempre nuovi schemi applicativi al linguaggio, in modo che questo ultimo, senza banalizzarsi, possa davvero diventare patrimonio allargato e strumento per migliorare il proprio appagamento estetico e qualità della vita. In ultimo non poteva mancare un dialogo tra Viscuso e l'arte applicata per eccellenza del Novecento, il design, luogo di incontro tra creatività e funzione. In mostra sarà possibile ammirare il Tavolo Andromeda: una circonferenza trasparente di vetro, con alla base due strutture a forma di rombo attraversate da una serie di raggi tali da creare delle torsioni irregolari. L'esito finale è quello di una struttura mirabile nella sua semplicità, ma in grado di colpire e di rimanere impressa proprio in virtù di questa rara capacità...