Emilio Fantin e di Marzio Zorio – An unexpected space of freedom
An unexpected space of freedom presenta due installazioni di Emilio Fantin e di Marzio Zorio appositamente pensate per questa occasione.
Comunicato stampa
An unexpected space of freedom presenta due installazioni di Emilio Fantin e di Marzio Zorio appositamente pensate per questa occasione. Suono, luci, voci, disegni e oggetti scarni ed essenziali ridisegnano gli spazi della galleria in maniera suggestiva e al contempo radicale. Si attinge dalle zone più archetipiche della sensibilità provando a far riemergere – attraverso il flusso di narrazioni, quasi sogni da svegli, di una performance realizzata da cinque persone – zone che solitamente sfuggono alla percezione restando indecifrabili (Fantin). Per altro verso si pone a dura prova la tecnologia, seppur usata, trasformandola nella traccia di un’archeologia del presente (Zorio), che invita tuttavia a pensare la risonanza sonora o il riverbero di luci come una comunicazione ridotta ai minimi segni, in cui si tace all’interno di un dialogo in cui nessuna lingua è parlata ma nel contempo tutte le lingue sono potenzialmente comprese. La mostra costruisce un percorso inedito della sensibilità, esplora territori intimi e impercettibili, disegna geografie dell’intimità nello spazio della relazione, (Fantin), si sofferma sul disorientamento e sulla distanza che diventano stati inediti del ricercare un equilibrio tra le cose (Zorio), scorge e svela “un inatteso spazio di libertà”, proprio in quella condizione rimossa, silenziosa e difficilmente rintracciabile della coscienza individuale e collettiva. (Carla Subrizi)