Emilio Pucci e Como 1950-1980
La mostra analizza e approfondisce i rapporti di Pucci con la città di Como e le sue industrie tessili, una collaborazione iniziata negli anni ‘50 e mai interrotta nei decenni successivi.
Comunicato stampa
Il giorno 6 maggio 2014 alle ore 18,30 presso le sale del Museo Studio del Tessuto di Villa Sucota, si inaugura Emilio Pucci e Como, 1950 - 1980. La mostra, a cura di Margherita Rosina e Francina Chiara, analizza e approfondisce i rapporti di Pucci con la città di Como e le sue industrie tessili, una collaborazione iniziata negli anni ‘50 e mai interrotta nei decenni successivi.
Attraverso un percorso espositivo diviso in sezioni, la rassegna documenta gli esordi e l’affermazione delle creazioni di Pucci, a partire dai primi disegni ispirati dai paesaggi Italiani e dal folklore locale: il mare di Capri, le famose località sciistiche delle Alpi, il Palio di Siena, le tradizioni siciliane e le bellezze di Firenze. Come spiega Emilio Pucci in un’intervista alla rivista Oggi del 1960: “La mia passione per il colore mi spinse a tentare nuove vie […]. Convinto che l’Italia offre una ricchezza inesauribile di motivi e di idee, ho cercato da allora di trasportare su stoffa gli elementi più significativi.”
L’esposizione intende valorizzare i risultati degli studi svolti sui libri campionario della Ravasi di Como, che fu la prima industria tessile del distretto comasco a collaborare con Pucci dagli inizi degli anni Cinquanta fino alla metà dei Sessanta. Le pagine dei volumi, che fanno parte delle collezioni del MuST, mettono in luce il contributo dato alle creazioni di Pucci da disegnatori, lucidisti, stampatori e tintori lariani, questi ultimi capaci di mettere a punto nuove tonalità di colore quali il “rosa Emilio” o il “blu Capri”. Completa il percorso una selezione di materiali, realizzati sul territorio comasco che risalgono agli anni Settanta e Ottanta, ulteriore testimonianza della collaborazione duratura tra Pucci ed il distretto tessile lariano.
In mostra saranno presenti campioni tessili, disegni originali di Pucci, carte-prova, accessori e capi di abbigliamento, a documentare il processo di lavorazione: dall’idea originale agli abiti e ai foulard resi celebri dagli scatti di fotografi, anch’essi in esposizione, che hanno segnato la storia della fotografia di moda.
In particolare POLIteca (Design Knowledge Centre) – Dipartimento Design e Archivi Storici - ASBA - Politecnico di Milano ha messo a disposizione le immagini, conservate nel Fondo Haertter, di proprietà dell’Associazione Biblioteca Tremelloni, in cui sono custoditi gli scatti della famosa fotografa.
Dall’archivio della Fondazione Emilio Pucci di Firenze provengono inoltre numerose immagini di abiti e foulard che permettono di comprendere meglio l’utilizzo dei tessuti esposti.
All’ingresso della mostra quattro opere di Flavio Favelli, realizzate nel 2009, costituiscono una piccola incursione nell’ambito dell’arte contemporanea. Questi lavori, che fanno parte delle serie Planisfero e Bar Singapore Palermo, partono da alcuni foulard di Emilio Pucci su cui l’artista è intervenuto disegnando con pennarelli colorati. Scelti da Favelli per il loro stile “fuori dal tempo”, le sete di Pucci si trasformano e assumono nuovi significati, costituendo un ponte diretto con la contemporaneità.
I materiali in mostra, oltre che dalle raccolte del MuST, provengono dalle collezioni del Museo didattico della Seta di Como, Enrico Quinto e Paolo Tinarelli di Roma, A.N.G.E.L.O. Vintage Archive di Lugo, Masciadri di Bellagio e da altre collezioni private.
Il catalogo della mostra, pubblicato da NodoLibri, Como, fornisce al lettore ulteriori chiavi di lettura per approfondire la ricerca svolta. Partendo dal tessuto - e dal tessuto comasco in particolare – il volume racconta la “vicenda Pucci” parallelamente alla nascita della moda Boutique, che ha contribuito alla fortuna del “Made in Italy”.