Emmanuel Monzon / George Jenne
Alla Privateview un viaggio on the road nell’America di Emmanuel Monzon e George Jenne. La doppia personale inaugura a Torino in anteprima europea.
Comunicato stampa
Prosegue il viaggio attraverso il linguaggio figurativo americano della galleria Privateview che propone ancora una volta due artisti inediti alla scena europea. La doppia personale del fotografo Emmanuel Monzon e del videoartista George Jenne, suddivisa tra i due piani della galleria, inaugura il 4 novembre a Torino in occasione della notte delle arti contemporanee. Urban Sprawl e Come in, stranger sono due mostre indipendenti, accomunate dall’esigenza di rivelare gli aspetti meno popolari e stereotipati della cultura americana, tutto quello che comunemente viene escluso dalla letteratura tradizionale on the road. L’America vera, l’America delle province, con tutte le contraddizioni e le differenze che contraddistinguono gli States; luoghi e suggestioni, che in maniera politicamente corretta, sono sempre esclusi dall’immaginario collettivo dell’American Dream preconfezionato per i pacchetti turistici e i palcoscenici glamour.
Emmanuel Monzon, classe 1966, nato a Parigi, vive e lavora a Seattle, è uno dei massimi esponenti della fotografia minimalista, pluripremiato dalle riviste di settore e reduce dal sold-out della sua mostra personale ad Hong Kong dello scorso Aprile. Gli "esterni” di Urban Sprawl, al piano d’ingresso della galleria, creeranno un ipotetico viaggio nei grandi spazi americani attraverso 13 scatti iconici tratti dalla sua più recente produzione. La sua fotografia non è mai ritoccata, ma nemmeno costruita con set o luci artificiali. Sono “scorci di vite in assenza di vita” – come le definisce Mauro Piredda, curatore di entrambe le mostre – strade, edifici, paesaggi, il ripetersi dei medesimi soggetti, colti sempre in un momento di vuoto e di assenza, trasformano le ambientazioni delle sue foto da spazi fisici a dimensioni mentali.
George Jenne, classe 1973, vive e lavora in North Carolina, visual artist, fotografo, regista, sceneggiatore, presenta Come in, stranger. Il piano interrato della galleria sarà allestito in quattro "sale cinema" in cui i disturbanti racconti di Jenne rivelano la provincia americana più sotterranea. La ricerca dell’artista si dipana tra l’utilizzo della narrazione tradizionale, che si serve del linguaggio verbale, e la rappresentazione per immagini, le cui strutture visive attingono alle regole cinematografiche. La sintassi messa appunto nei suoi video è una struttura narrativa “rigurgitata” – come Jenne stesso la definisce - in cui la storia narrata verbalmente crea un corto circuito con quella rappresentata per immagini, una narrazione che compare, ma anche un’altra, suggerita, oltre lo schermo.
In occasione della collaborazione con George Jenne, la galleria Privateview annuncia la neonata casa di produzione cinematografica PRIVATEVIEW Pictures che produrrà il primo lungometraggio dell’artista.