EnoArte – Filippo Saccà
Filippo Saccà, storico e critico dell’arte, così definisce la sua poetica artistica: “La mia ricerca artistica comincia con lo studio della pittura impressionista fino poi ad affrontare tutte quelle correnti pittoriche che hanno caratterizzato l’inizio del ‘900, in particolar modo l’Espressionismo di Van Gogh, Munch e Nolde.
Comunicato stampa
Giovedì 26 aprile all’Hotel Europa ci sarà il sesto appuntamento di EnoArte, iniziativa nata dalla collaborazione tra MAD Rassegna d’Arte Contemporanea a cura di Fabio D’Achille e la Delegazione AIS di Latina (Associazione Italiana Sommelier) di Roberto Mannucci e Davide Marrocco. All’interno dell’albergo MAD curerà l’esposizione dell’artista Filippo Saccà, mentre l’AIS proporrà, insieme a stand gatronomici, la degustazione di vini più rappresentativi dell’Abruzzo. Riportiamo di seguito l’elenco delle cantine: Tenuta Arabona; Col Del Mondo; San Lorenzo; Centorame; Duchi di Castelluccio; Colle Frisio; La Cascina del Colle; Ausonia; Podere Castorani; Villa Medoro; Azienda Agricola Monti. Inoltre nel corso della serata, il ristorante Cristal dell’Hotel Europa offrirà un primo piatto tipico del territorio, in abbinamento ai vini abruzzesi.
La mostra di Filippo Saccà si articola in due sezioni: nella hall dell’albergo, dove sarà visibile al pubblico fino al 9 maggio, e nella Sala Italia, in cui potrà essere visitata soltanto il giorno dell’inaugurazione, in cui potremo assistere alle selezioni musicali del Dj set Massimo De Martino.
Filippo Saccà è nato nel 1984 a Tivoli ma ha origini abruzzesi. Inizia a dipingere intorno al 1997. Nel 2003 si diploma in oreficeria all’Istituto d’Arte di Tivoli. Dopo aver frequentato un anno di corso di pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma si è iscritto al corso di storia dell'arte contemporanea della Sapienza. Filippo Saccà, storico e critico dell’arte, così definisce la sua poetica artistica:
“La mia ricerca artistica comincia con lo studio della pittura impressionista fino poi ad affrontare tutte quelle correnti pittoriche che hanno caratterizzato l'inizio del '900, in particolar modo l’Espressionismo di Van Gogh, Munch e Nolde. Intorno al 2000 mi dedico ad una astrazione che richiama in un primo momento Kandinskij, Paul Klee e Sonia Delaunay, per poi affrontare il discorso delle avanguardie russe con Malevic, Tatlin e soprattutto il Bauhaus. Con la scoperta del Dada esploro un approccio concettuale all'arte studiando a fondo il movimento zurighese per poi arrivare allo studio delle manifestazioni Fluxus degli anni ’70. Mi riavvicino alla pittura con richiami a Rauschemberg, Pollock, de Kooning, Franz Kline ed Helen Frankenthaler. Proprio di questo periodo è la mia serie di piccole tempere intitolata Totem. In tutto questo tempo sperimento inoltre varie tecniche: tempere, acquerelli, collage, inchiostri acrilici e tecniche miste. Intorno al 2009 scopro l'arte di Alfred Kubin, Francis Bacon e Lucian Freud, decisivi per il mio ritorno ad una pittura figurativa. Kubin, si rivelerà utile per l'esplorazione dell'arte illustrativa e decisivo per il mio avvicinamento alla scenografia
teatrale. Bacon prima e Freud dopo, sono i due artisti (insieme ai giovanissimi inglesi Jenny Saville, George Shaw e Justin Mortimer) che mi aiutano finalmente a trovare la giusta strada nello studio del ritratto e della realtà urbana.
Specialmente per quanto riguarda il ritratto, ciò che mi interessa maggiormente è la serie di relazioni che ci sono tra me e il soggetto dipinto. Non dipingo mai sconosciuti ma persone che conosco. Se non ci fossero dei legami con queste persone non potrei dipingerle. Io dipingo e racconto solo ciò che vedo e solo ciò che conosco, anche minimamente”.