EnoArte – Rosy Losito
La pittura di Rosy segue un filone prevalentemente ma non del tutto astratto dove spesso compaiono elementi desunti dal Primitivismo, siano essi di matrice figurativa, come omini stilizzati o maschere, o simbolica.
Comunicato stampa
Giovedi 12 gennaio s’inaugurerà EnoMAD, rassegna che nasce dalla collaborazione tra MAD a cura di Fabio D’Achille e la Delegazione AIS (Associazione Italiana Sommelier) di Latina curata da Roberto Mannucci e Davide Marrocco. La cooperazione darà vita ad un connubio tra arte contemporanea ed enogastronomia: un giovedì al mese l’AIS proporrà, all’interno della propria programmazione, insieme a stand gastronomici, la degustazione di vini tipici delle regioni italiane e MAD curerà la mostra di un artista proveniente dalla stessa regione. Durante il primo appuntamento di questa nuova iniziativa ospitata nella Sala Italia dell’Hotel Europa, si potranno degustare i vini della Puglia provenienti dalle cantine: Leone De Castris, Podere 29, Valle Dell’Asso, Conti Zecca, Az. Petrachi, Masseria L’Astore e Feudi Di Terra d’Otranto. Esporrà l’artista pugliese Rosy Losito. Le opere resteranno esposte nella hall dell’Hotel Europa di Latina fino al 25 gennaio.
La pittura di Rosy segue un filone prevalentemente ma non del tutto astratto dove spesso compaiono elementi desunti dal Primitivismo, siano essi di matrice figurativa, come omini stilizzati o maschere, o simbolica, quando l’artista riproduce nelle sue opere motivi tratti dalle antiche civiltà con un linguaggio artistico che rimanda agli antichi graffiti, rappresentati con una linea leggera e spigolosa, pur non rinunciando mai al colore, componente fondamentale del suo percorso creativo. Rosy Losito rimane estremamente affascinata dalla corrente primitivista durante la sua formazione accademica in Operatore dei Beni Culturali e la partecipazione in qualità di disegnatrice a scavi archeologici nell’insediamento neolitico di Santa Barbara a Polignano a Mare in provincia della sua città natale, Bari. Nel Primitivismo infatti vede la possibilità di tornare ad una società pura ed incorrotta, spontanea, universale ed essenziale.
Sulla poetica artistica di Rosy Losito riportiamo l’interpretazione di Francesca Piovan, critica e storica dell’arte: “In un tempo artistico dove appare tutto già detto, fatto, sperimentato e analizzato, emerge l’arte “parlata” di Rosy Losito: l’azzardo del suo linguaggio espressivo, del suo paradossale ermetismo, la carica emotiva che dona corpo e anima alle storie dei suoi passaggi da un momento esistenziale all’altro, raccontati tramite improvvisazioni segniche e colori. I colori appunto, variabili e armonicamente accostati, ora caldi e passionali come il sole della sua terra d’origine, ora freddi e attraenti come una dimensione ancora da esplorare e da abitare. Rosy non abbandona mai del tutto una sorta di latente figurativismo, conserva del suo battesimo artistico, alcuni elementi riconoscibili e familiari, per approdare ben presto ad un particolare linguaggio informale. Una poetica modulare di forme dettate ora dal ricordo e perciò caratterialmente nette e solide, ora schematicamente libere dalla conoscenza e per questo movimentate ed in continua evoluzione, forme che si sfiorano, fino a compenetrarsi, che si adagiano delicatamente su fondali neutri, come parole su di un foglio bianco. Quelle parole che sono il cielo e la terra di ogni sua singola opera, parole che nascono come input improvvisi divengono gradualmente gesti, linee e segni arrivando a delineare frasi, pensieri e momenti che la voce non esprime verbalmente, per pudore o rispettosamente per non “sporcare” la soggettiva lettura altrui”.