Enrico Baj – Segnali
Un omaggio dedicato al celebre artista milanese, noto per la sua eredità surreal-dadaista e per la sua costante sperimentazione di tecniche e soluzioni stilistiche innovative.
Comunicato stampa
La Galleria Gió Marconi è lieta di presentare la mostra "Enrico Baj. Segnali", omaggio dedicato al celebre artista milanese, noto per la sua eredità surreal-dadaista e per la sua costante sperimentazione di tecniche e soluzioni stilistiche innovative. Questo evento si inserisce nell'ampia retrospettiva "Baj chez Baj", organizzata per commemorare l’artista nel centenario della sua nascita e ospitata presso le sedi di Palazzo Reale a Milano e il Museo della Ceramica di Savona.
Enrico Baj, frequentatore assiduo dello Studio Marconi, è stato uno degli artisti più rappresentati e amati da Giorgio Marconi, suo amico e gallerista. La mostra "Segnali", organizzata in collaborazione con l’Archivio Baj di Vergiate, presenta un ciclo di opere raramente esposte, create in occasione dell’uscita del nuovo Codice della Strada nel 1959. I disegni dei segnali stradali sono stati progettati da Michele Arcangelo Iocca, fumettista e disegnatore abruzzese, con l’obiettivo di rendere i segnali chiari e comprensibili, soprattutto in un periodo di crescente diffusione delle automobili.
Baj, con il suo sguardo acuto e ironico, è attratto dalla segnaletica stradale per il suo carattere "fissato", che ricorda quello dei disegni delle tappezzerie da lui tanto apprezzate, trovando affascinante il contrasto tra la perfezione geometrica dei simboli e la loro apparente insignificanza.
Come scrive Sauvage nel 1962 “Baj celebra con clamorosa ironia i geroglifici della nostra epoca, i sacri emblemi codificati cui la civiltà contemporanea ha innalzato i suoi monumenti a ogni angolo di strada. E si capisce che non poco contribuiscono, a eccitare l'artista, le suggestioni teatrali che si accompagnano alla simbologia degradata dei segnali stradali: l'eterno teatro di Baj ha scoperto nuove quinte per le sue rappresentazioni”.
Così i segnali, rettangolari o rotondi, vengono umanizzati e trasformati in volti. I tratti essenziali, delineati con olio o vetri, conferiscono loro una personalità distintiva, trasformandoli in veri e propri personaggi.
Non esaltando la segnaletica stradale come simbolo di modernità, Baj la utilizza piuttosto per una critica ironica del codice e della tecnologia, con un approccio dadaista di contestazione.
Un precedente significativo di questo lavoro si può trovare nei suoi "semafori" del 1954. Tuttavia, è la segnaletica stradale a fornire elementi più concreti per un intervento di trasformazione grottesca e per un approccio stilistico sempre più materico, che troverà una maggiore espressione nel successivo ciclo delle Modificazioni.
I “Segnali”, presentati per la prima volta alla Galerie Rive Gauche di Parigi nell'aprile del 1959, sono stati poi quasi dimenticati. Questa mostra offre quindi l'opportunità di riscoprire un aspetto meno conosciuto e in parte trascurato dell'opera di Baj, collocando queste creazioni nel contesto storico dei segnali stradali progettati da Iocca ed esplorando il dialogo tra arte e comunicazione visiva. Con la sua consueta ironia, Baj celebra l'entrata in vigore del nuovo Codice della Strada in Italia, mettendo in luce il suo inesauribile senso dell'umorismo e il legame satirico delle sue opere con la realtà
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In occasione della mostra, si terrà un incontro dedicato alla presentazione del "Catalogo ragionato delle opere ceramiche di Enrico Baj", edito da Marsilio Arte. Il catalogo, promosso dall’Archivio Baj e dalla Fondazione Marconi, è curato da Luca Bochicchio, direttore scientifico del MuDA di Albissola Marina e raccoglie la schedatura completa delle 120 opere in ceramica realizzate negli anni dall’artista.