Enrico Benetta
Il lavoro di Benetta è caratterizzato da un linguaggio che si muove su diversi registri stilistici, mirabilmente giocati dalla forte personalità dell’artista, che fonde insieme fonti culturali lontane tra loro.
Comunicato stampa
Il lavoro di Benetta è caratterizzato da un linguaggio che si muove su diversi registri stilistici, mirabilmente giocati dalla forte personalità dell’artista, che fonde insieme fonti culturali lontane tra loro. La sua opera è rivolta ad un pubblico vasto ed eterogeneo; ciascuno, in base alla propria sensibilità artistica, letteraria e affettiva, la può fruire o godere. Tratto distintivo dei suoi lavori, siano essi tele o installazioni, è il carattere di stampa per eccellenza, il Bodoni, divenuto la cifra stilistica dell’artista, base per la creazione di un’originale e casuale “trama” visiva. È come se le lettere, per Benetta, non fossero l’elemento primario della parola, ma andassero contemplate in sé, come pensiero costitutivo dell’opera stessa. Le lettere, infatti, cadono dalle pagine creando nuove storie, nuove avventure che l’immaginazione dello spettatore rielabora e conclude, dando ogni volta un diverso significato all’opera stessa. L’acciaio corten, materiale naturale usato per le sculture, trasmette alle opere una patina di antico che evoca in pieno il fascino dei grandi volumi del passato.
In mostra, da Tornabuoni Arte – Contemporary Art, sarà esposta una selezione di opere recenti, sia pitture che sculture, che mette l’accento sull’ultima produzione dell’artista. Nell’evoluzione della sua ricerca e del suo linguaggio, Benetta non rinuncia all’uso della parola o del Bodoni, ormai parte del suo Dna, e procede piuttosto verso una metamorfosi dei toni e del colore verso inediti bianchi e neri, mediati dalle scale di grigi, indagando la potenza espressiva del silenzio. “Il simbolismo del colore e le velature soprastanti le lettere Bodoni - scrive Chiara Casarin in catalogo - inducono ora a una riflessione più profonda, a una meditazione sul senso della pausa, del vuoto… L’indagine sull’eloquenza del silenzio è portata avanti dall’artista trevigiano come un viaggio interiore nei luoghi spirituali, dove possono essere ritrovati quegli elementi importanti per l’uomo singolo e che, in fin dei conti, sono quelli che vanno a formare l’identità di ognuno”.
Enrico Benetta nasce nel 1977 a Montebelluna (Treviso)dove attualmente vive e lavora, si diploma nel 2001 presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia ed inizia il proprio percorso artistico nell’arte contemporanea. Lavora con importanti gallerie come Galleria Russo di Roma e galleria Tornabuoni Arte di Firenze. Del 2014 è la personale “Dandelion” a Treviso, presso gli Spazi Bomben della Fondazione Benetton, mentre del 2015 è “The White Shhh” alla Venice Projects Fenice Gallery di Berengo Studio 1989, in occasione della Biennale d’Arte di Venezia.
La mostra rimarrà aperta fino al 7 maggio ed è accompagnata da un catalogo FORMA Art Today, curato da Chiara Casarin.