Enrico Cavalli (1849-1919)

Informazioni Evento

In occasione della riapertura della Scuola di Belle Arti “Rossetti Valentini” e del suo rilancio quale centro di formazione e di produzione culturale, la mostra Enrico Cavalli (1849-1919) Tra la Francia di Monticelli e la Val Vigezzo di Fornara e Ciolina.

Comunicato stampa

Nel 2023 compie 145 anni l’unica Scuola di Belle Arti ancora in attività su tutto l’arco alpino italiano: dopo due anni di interventi strutturali, di ampliamento del percorso espositivo e di ristrutturazione delle sale, la Fondazione Rossetti Valentini è pronta a riaprire le porte di questo luogo così speciale, che tra fine ‘800 e inizio ‘900 fu luogo di sperimentazione e confronto con le correnti artistiche europee.

In occasione della riapertura della Scuola di Belle Arti “Rossetti Valentini” e del suo rilancio quale centro di formazione e di produzione culturale, la mostra Enrico Cavalli (1849-1919) Tra la Francia di Monticelli e la Val Vigezzo di Fornara e Ciolina, organizzata dalla stessa Fondazione Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini in collaborazione con il Comune di Santa Maria Maggiore, intende approfondire, per la prima volta in modo articolato ed esaustivo, proprio l’attività artistica e didattica, ma anche la dimensione umana di Enrico Cavalli.

La mostra è realizzata grazie al sostegno di Fondazione Compagnia San Paolo, InterregPAES.CH.IT 100 (con il contributo di SSIF Società Subalpina di Imprese Ferroviarie, Unione Montana Valle Vigezzo e Fondazione Intra), Fondazione Comunitaria del VCO Ente Filantropico, Museo dell’Emigrazione Vigezzina nel Mondo e Distretto Turistico dei Laghi, Monti e Valli d’Ossola, mentre gli importanti lavori di ristrutturazione ed ampliamento sono stati realizzati con il sostegno finanziario del Comune di Santa Maria Maggiore ed il corposo contributo di Fondazione Cariplo, nell’ambito dei Progetti Emblematici Maggiori.

La Scuola Rossetti Valentini, avviata nel 1868 dal pittore Gian Maria Rossetti Valentini (1796 – 1878) per accogliere i ragazzi della valle – futuri falegnami, decoratori, fabbri o tessitori – e insegnare loro l’arte del disegno e della composizione pittorica, ha dato spazio all’estro artistico di diversi importanti protagonisti dell’arte italiana tra Otto e Novecento. Guidati da Enrico Cavalli (1849-1919), maestro molto amato e apprezzato, pittori come Giovanni Battista Ciolina, Carlo Fornara e Gian Maria Rastellini, Maurizio Borgnis e Lorenzo Peretti Junior, hanno ricevuto proprio nelle aule di Santa Maria Maggiore le basi del disegno di figura e del ritratto.

Figlio del pittore Carlo Giuseppe, Enrico Cavalli, che Fornara definiva «geniale, bizzarro e discontinuo», ha vissuto la giovinezza e parte della maturità in Francia: a Grenoble, a Lione (dove si era iscritto all’Accademia di Belle Arti e dove, oltre a seguire gli insegnamenti di Joseph Guichard, era entrato in contatto con Auguste Ravier, François Vernay, Louis Carrand e Jean Seignemartin) e a Parigi. Con lo scoppio della guerra franco-prussiana, si è poi trasferito nella più sicura Marsiglia, dove ha conosciuto e frequentato Adolphe Monticelli.

La modernità che aveva appreso da Monticelli, Cavalli l’ha poi portata in Italia quando, intorno al 1881, ha fatto ritorno a Santa Maria Maggiore, dove, fino al 1892 (e poi ancora dal 1917 fino alla morte), ha insegnato nella locale Scuola d’Arte voluta da Rossetti Valentini. La sua pittura è stata particolarmente valorizzata negli anni Venti - Trenta con importanti riconoscimenti di affermati critici e con acquisti da parte di noti collezionisti quali Alfredo Giannoni, benefattore novarese della locale Galleria d’Arte Moderna, Gustavo Botta, Giacomo Jucker, l’onorevole Giacinto Gallina e altri.

L’esposizione in particolare vuole mettere in evidenza da un lato i legami di Enrico Cavalli con la Francia di François-Auguste Ravier e di Adolphe Monticelli (pittore tanto amato anche da Van Gogh e da Cézanne, che in mostra sarà rappresentato con ben cinque importanti oli), i cui insegnamenti in materia di luce e colore furono determinanti per la sua formazione e per l’impronta moderna che hanno dato alla sua pittura, dall’altro le sue radici vigezzine, che hanno visto in Fornara e Ciolina due importanti eredi e che hanno trasformato quel piccolo centro di montagna nella famosa “Valle dei pittori”, ma anche far comprendere come l’attività di Enrico Cavalli non si sia fermata nei confini della Scuola e che, al contrario, sia stata in dialogo con gli artisti del suo tempo, in particolare lombardi.

Il percorso espositivo, arricchito da preziosi documenti d’archivio della Scuola e oggetti generosamente prestati da collezionisti, si apre con gli anni della formazione, quando agli insegnamenti del padre Carlo Giuseppe (pittore e anch’egli insegnante alla Rossetti Valentini), si sono aggiunte le suggestioni francesi di Monticelli, che gli hanno fatto scoprire la forza della luce e la moderna bellezza della pennellata sciolta. Prosegue con la testimonianza di numerosi ritratti, il genere più insegnato nella Scuola e per il quale gli allievi hanno ottenuto una nomea internazionale. Affronta poi il rapporto, non sempre sereno, di Cavalli con la Scuola e quello, decisamente più costruttivo e appagante, con gli allievi (in particolare con Fornara, Ciolina e Rastellini) ai quali ha saputo trasmettere l’importanza della libertà creativa e la forza di un colore che sa catturare la luce. Si conclude con i paesaggi marini, realizzati in Liguria e nel sud della Francia, quando ormai Cavalli aveva lasciato l’insegnamento, e con i progetti decorativi e con le vedute vigezzine, il luogo che gli ha dato i natali, ma anche non poche delusioni. I giorni trascorsi a Santa Maria Maggiore (la cittadina che oggi lo ricorda come uno dei suoi abitanti più illustri) nel tempo si sono circondati di un alone di leggenda e spesso sono stati narrati con aneddoti che hanno trasformato lo spirito creativo di Cavalli in eccentriche stranezze. Nelle notti d’estate, tra le montagne della Valle, non era raro sentire risuonare le note di un violino. Cavalli amava dedicare serenate alla luna, così come era solito fumare la pipa, che aveva sopra un piccolo cavallo intagliato, un vezzoso omaggio al proprio cognome.

La sua è un’arte tutta da scoprire per arrivare a comprendere la ventata di modernità che ha portato nella pittura italiana di fine Ottocento e per mettere in luce il valore di un Maestro che in una piccola scuola ha saputo formare grandi artisti.

La mostra Enrico Cavalli (1849-1919) Tra la Francia di Monticelli e la Val Vigezzo di Fornara e Ciolina è inserita nel progetto “Val Vigezzo. La valle dei pittori”, realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando in “Luce – Valorizzare e raccontare le identità culturali dei territori”: della Missione Creare attrattività dell’Obiettivo Cultura, che mira alla valorizzazione culturale e creativa dei territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta rendendoli più fruibili e attrattivi per le persone che li abitano e per i turisti, in una prospettiva di sviluppo sostenibile sia sociale sia economico.

Il progetto è realizzato da Fondazione Rossetti Valentini insieme ai partner Comune di Santa Maria Maggiore, Associazione Poscio, Associazione Musei d’Ossola e Fondazione Ciolina.

La mostra è accompagnata da un catalogo con le immagini di tutte le opere esposte, una timeline cronologica sulla vita di Cavalli e sulla Scuola e i testi critici delle due curatrici Lorella Giudici e Elisabetta Staudacher.