Enrico Minguzzi – Ventiquattro
La galleria, da sempre luogo di residenze e di incontro tra artisti di tutto il mondo, accoglierà le opere pittoriche di Minguzzi.
Comunicato stampa
La galleria, da sempre luogo di residenze e di incontro tra artisti di tutto il mondo, accoglierà le opere pittoriche di Minguzzi fino al 10 gennaio 2015.
Un dialogo insolito tra le trame dei giochi geometrici delle tele di Minguzzi e lo spazio della galleria caratterizzato dalle griglie dei lucernari e degli ingressi, condurrà l'osservatore in un percorso tra paesaggi reali e immaginari di una natura che svela la misteriosa perfezione del creato.
Ventiquattro sono le ore del giorno, per la precisione del giorno solare, cioè del tempo che impiega la Terra nel moto di rotazione rispetto al Sole. Il Sole e la Terra determinano il ritmo dell'esistenza e costituiscono per Minguzzi punto di partenza per concepire il paesaggio attraverso la dicotomia luce-assenza di luce, materia apparente-materia intrinseca, dove la resa mimetica del mondo si fonde con l'interiorità per mezzo di conoscenze quasi ancestrali. L'arte come gesto quotidiano diventa ancora più vero in questo corpus di opere dove ogni tela immortala l'istante come metafora di un giorno intero.
Nelle tele di Minguzzi si avverte la presenza di uno sguardo che osserva per sperimentare la natura e le sue leggi. Questo aspetto “empirico” trapela dalle astrazioni geometriche che completano i paesaggi come se fossero delle tracce o appunti intuitivi che sintetizzano le forme di un paesaggio.
L'infinito di una montagna e i punti luminosi a valle di Luce del mattino, ad esempio, rendono la misteriosa perfezione della natura e, al contempo, ne suggeriscono le proporzioni matematiche. Come accade quando, osservando la natura, scopriamo che le leggi che la regolano sono interne ad essa, così negli scorci di Minguzzi cogliamo l'anima di quelle stesse leggi attraverso delle forme e colori inaspettati che prendono magicamente vita e sembrano venir fuori dalla natura come se fossero petali, aquiloni, pavimenti galleggianti o proiezioni tridimensionali. Una natura che si astrae per ritornare a se stessa, quasi in maniera ciclica, come il giorno di ventiquattro ore che nasce e muore.
Enrico Minguzzi (Cotignola, 1981) si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2008. Ha pertecipato a numerosi premi (tra cui vincitore Premio Mantegna Cercasi 2014), mostre personali (tra cui: Il collasso dell'immagine, Palazzo Ducale, Pavullo nel Frignano 2014; Enrico Minguzzi, galleria Atlantica 2013 – Decostruzione, Studio D’arte Cannaviello, 2011 – Liqueforme, Studio D’arte Cannaviello, 2008) e collettive (tra cui: Accesa! Arte illuminata, Palazzo Parissi, Monteprandone (Ap), 2014 - Biennale del disegno di Rimini, 2014 - Minguzzi/Brucceri, galleria Opere scelte, 2014 – Anni ’10, galleria interno 18, 2013 – Biennale dell’acquerello, Villa Obizzi, Albignasego, 2012). Vive e lavora a Bagnacavallo (Ra).