Enrico Tealdi – Transfiguration Mode
![Enrico Tealdi – Transfiguration Mode](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/events/2019/07/05/75651_UN BAMBINO E IL SUO CANE, GUARDANO IL MONDO, E IN QUESTO ISTANTE, C' E' L' ETERNITA', 2019, tecnica mista su carta foderata su tela, diametro cm 20 (1198x12.jpg)
Il pittore porta, attraverso il suo tratto distintivo, un mondo onirico tra spazi sconfinati e presenze umane impercettibili.
Comunicato stampa
Atri, nella provincia di Teramo, è da sempre un grande centro creativo capace di far dialogare l’Italia con paesi lontani, quest’anno un’altra volta portando qui l’universo mondo dell’Iran.
Stills of Peace and Every Day Life è un progetto di Fondazione Aria e dal Comune di Atri che dal 6 luglio dà vita a un programma con numerose iniziative che spaziano tra fotografia, performance, cinema e pittura. Diverse le location proposte, a cominciare da Scuderie Ducali di Palazzo Acquaviva che fino al 1 settembre ospita “Transfiguration Mode” di Enrico Tealdi, a cura di Antonio Zimarino. Una mostra che vuol suggerire innanzitutto la capacità dell’artista di trasformare le cose, i segni, i gesti, le presenze del reale (umano o naturale che sia) attraverso scelte formali capaci di far “parlare” la realtà percepita nei termini della psicologia, dell’interiorità, della poesia e dell’anima.
“Nelle opere di Tealdi tutto sembra sprofondare al di là della superficie del quadro tutto sembra allontanarsi, lo spazio si amplia a dismisura e all’infinito dentro superfici pittoriche piccolissime. Le figure diventano tracce, le persone e la natura si indeterminano, si dissolvono, si ricollocano in un luogo oltre il piano della rappresentazione. Lo sguardo è spinto a vagare al di là cercando di ricostruire i contorni labili delle presenze umane o naturali che siano” – dichiara il curatore.
Lo sguardo dell’osservatore coincide con quello dell’artista: entrambi si disperdono dentro uno spazio indeterminabile alla ricerca di ancoraggi, gli occhi vagano cercando di definire cose e presenze, ma trovando solo profondità di colore indeterminabili e qualche lacerto di natura o di relazioni.
Le cose, le persone, il mondo, le relazioni si confondono in una dimensione che è già in qualche modo “memoriale”, che è tempo interiore, sospeso e dilatato, fatto di pochi colori ma di un numero infinito di toni e sfumature degli stessi, tutti toni tendenzialmente “freddi” che realizzano a tratti, una sorta di nebulosa che non occulta mai fino in fondo, ma si pone come una sorta di velo, pronto a suo modo, a rivelare ancora qualche tratto sensato e definito o a celare una realtà troppo complessa da definire.
È un mondo dove si va alla ricerca di poesia e di senso ed è importante notare come Tealdi sappia usare in modo finissimo la pittura e le sue forme per costruire le sue particolari visioni restituendoci le suggestioni dell’interiorità che svelano una profonda sensibilità umana alla ricerca di un orizzonte di significato, un valore possibile, comprensibile e condivisibile nelle esperienze dell’esistenza.
Quella di Tealdi è “pittura vera” è un modo di porsi in relazione con l’arte senza mediazioni
compiaciute, senza retorica, direttamente al cuore dell’osservatore. È per questo che il tempo e lo spazio dilatati riaprono nell’osservatore attento, gli stessi spazi, la stessa lenta e monumentale celebrazione e condivisione del tempo dell’anima.