Entropia
La mostra, inserita nel programma di RAW (Rome Art Week), indaga il tema dell’entropia, grandezza fisica che nella sua accezione “empirica” si ritrova, declinato senza fatica, in alcune opere degli artisti coinvolti.
Comunicato stampa
S’inaugura Vernerdì 25 Ottobre 2019 alle 19, presso la galleria Andre’ - arte moderna e contemporanea, il progetto espositivo collettivo curato da Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, che vede coinvolto il lavoro degli artisti Valerio Adami, Marco Angelini, Gianni Asdrubali, Piero Dorazio, Achille Perilli, Luca Pignatelli e Marco Tirelli. La mostra, inserita nel programma di RAW (Rome Art Week), indaga il tema dell’entropia, grandezza fisica che nella sua accezione “empirica” si ritrova, declinato senza fatica, in alcune opere degli artisti sopracitati: “Gli incastri di forme concave e convesse di Valerio Adami intercettano paesaggi geometrici perfetti, richiami a spazi pre-esistenti e rielaborati in nuovo ordine dalla mente dell’artista, le campiture piatte di colore di Marco Angelini si stagliano ed incastrano ora con i neutri e cosmici nero e bianco, si evolvono in forme altre, fluttuando attraverso il tempo e la memoria: ogni cosa ha un suo ordine predefinito, che, evolvendosi in un ordine nuovo, automaticamente ridefinisce come obsoleto e disordinato quello precedente. Diversamente ma con una risultanza similare è il divenire di un disordine all’apparenza inestricabile ma che, se osservato nel suo insieme (dunque in un’ottica di una visione nuova), si rivela ordinato in modo singolare: è la cifra di Gianni Asdrubali, la danza concatenata e inarrestabile dei suoi segni convulsi a suggerirci l’idea di una nuova armonia, è la progressione obliqua seppur ordinata delle geometrie pure di Piero Dorazio, come pura è l’atmosfera rarefatta, di colore evanescente, di Marco Tirelli.
Ma l’entropia, pragmaticamente, è anche soltanto una semplice forza dirompente: senza fatica si esplica nel moto sottinteso del misterioso personaggio che anima l’atmosfera colorata di Valerio Adami, o nella veemenza di un aeroplano che vola alto sulle montagne, in cerca di nuovi orizzonti da scardinare, quello dipinto da Luca Pignatelli sulla ruvida superficie di un telone militare” scrive la curatrice nel testo critico posto a corredo dell’esposizione.