Enzo Archetti – E la gente va
Il mondo viene visto da Archetti come un alleato dell’uomo nel suo viaggio: gli stessi ostacoli, gli imprevisti fatti di colori scuri grumosi, possono contribuire a far ritornare l’oro, il bianco, la luce.
Comunicato stampa
Temporary First Gallery presenta il nuovo ciclo di opere di Enzo Archetti. Sono esposti 18 dipinti sul tema “E LA GENTE VA”: sono primi piani di figure in cui si può leggere negli occhi tutto l’infinito che hanno dentro e personaggi in campo lungo che vanno verso spazi generalmente luminosi.
Il mondo viene visto da Archetti come un alleato dell’uomo nel suo viaggio: gli stessi ostacoli, gli imprevisti fatti di colori scuri grumosi, possono contribuire a far ritornare l’oro, il bianco, la luce.
Nei “Riflessi d’Infinito” si assiste ad uno scambio energetico tra la figura e il mondo esterno: si fondono i colori i riflessi le ombre le luci in impasti di colore denso e zone lisce intoccabili.
La mostra è documentata da un pieghevole in cui sono riprodotte le 18 opere esposte e dal libro “E la gente va” in cui Archetti amplifica il suo concetto del nostro vivere e della forza dell’arte inserendo 66 opere e due racconti (“Il trionfo del bianco” e “Il volo”).
Nell’introduzione “Alba tramonto e poi ancora alba” così l’artista espone la genesi del suo viaggio:
“Il vento continuava a portare con sé foglie, fiori e con i fiori le sterpaglie, i suoni, i ricordi, i colori, le ombre, gli umori della gente. Tutto era in movimento, vibrava, ogni cosa sembrava volesse entrare in scena per essere dipinta attorno alla gente. E’ la grande scenografia del mondo.
Tutti poi sostenevano di avere una parte importante, molto importante da interpretare: cʼerano gli alberi che volevano arricchire i percorsi, il mare che avanzava sempre più azzurro, la collina che si stendeva come un limite, il cielo che ripeteva di dover essere sempre presente ed ovunque, le stesse foglie spinte dal vento si sentivano indispettite perché non riuscivano ad essere protagoniste... e poi intravedevi laggiù ventate di colore, dʼoro, di luce che nellʼavvicinarsi assumevano forme indistinte ma cariche di sentimenti…
Sono visioni in campo lungo, ma anche volti, sguardi proiettati su percorsi. Sono
grandi occhi che riflettono gli azzurri del cielo, sono passaggi, racconti, trasparenze, mete lontane e tanti sogni. Sogni che srotolano i loro fili in grado di ricucire anche gli imprevisti, appunti di viaggio lasciati incompiuti, valigie che non servono più, muri che limitano lʼinfinito che è sempre più in là. E così la gente continua il proprio viaggio dallʼalba al tramonto, su strade, sentieri, nelle case, in riva al mare, nello spazio, in collina, nei pensieri e incontra pagine bianche che pretendono di essere descritte con segni e strati di colore”.