Enzo Faraoni
L’Assessorato alla Cultura del Comune di Carmagnola presenta la mostra Enzo Faraoni a cura della Galleria d’Arte Pirra di Torino, presso Palazzo Lomellini.
Comunicato stampa
L’Assessorato alla Cultura del Comune di Carmagnola presenta la mostra Enzo Faraoni a cura della Galleria d’Arte Pirra di Torino, presso Palazzo Lomellini dal 19 aprile al 19 maggio 2019.
Enzo Faraoni, pittore e incisore fiorentino scomparso nel 2017, è uno dei protagonisti dell’arte figurativa italiana della seconda metà del Novecento. Al suo lungo, solitario e coerente percorso artistico, questa ampia retrospettiva di oltre sessanta opere vuole rendere omaggio.
Faraoni è un lirico, per il quale è impossibile distinguere il dato del reale da quello dell'emozione, e le sue opere raccontano la poetica quotidianità delle cose più semplici attraverso un delicato ventaglio cromatico. Si tratta di nature, vive o morte, su fondi spesso oscuri, ma articolatissimi per luci improvvise e sottotoni di marroni, di ocre e di grigi che si diffondono attorno al soggetto, in un balenare di luci e coni d’ombra che creano dinamici suggerimenti prospettici. Una luce fuggente, che pare quasi l’elogio dell’ombra, animata da brevi accensioni cromatiche sulle fisionomie delle sue, spesso assorte, modelle. Tipici sono i tavoli ingombri di umili oggetti, di ortaggi e di fiori. Le nature morte di Faraoni prendono vita da questi tavoli, densi di materia e concepiti in un disordine apparente, che reca in sé rigori di cadenze e di ritmi. Domina la sobrietà, non c’è gerarchia di valori, ogni cosa è parte essenziale. Attraverso il segno Faraoni esprime la sua visione dolorosamente poetica dell’esistenza, la sua malinconica percezione di cose, persone, luoghi, ognuno strettamente connesso all’altro. Ogni opera è un viaggio interiore teso a cogliere la verità delle cose nel loro manifestarsi senza artificio. Ne risulta una pittura disadorna, aliena al superfluo, perché intrinsecamente elegante e bilanciata, ma al tempo stesso indubbiamente evocativa e capace di introdurci alla congeniale dimensione dell’artista, quella rivolta all’anima di tutte quelle cose senza storia apparente.