Epifanie
Con “Epifanie”, i dodici Artisti partecipanti propongono alcune loro creazioni “illuminanti” che possono riguardare sia l’ispirazione che si è manifestata improvvisamente dando il via all’esecuzione dell’opera, sia una nuova luce apparsa durante il cammino della ricerca artistica.
Comunicato stampa
Con “Epifanie”, i dodici Artisti partecipanti propongono alcune loro creazioni “illuminanti” che possono riguardare sia l’ispirazione che si è manifestata improvvisamente dando il via all’esecuzione dell’opera, sia una nuova luce apparsa durante il cammino della ricerca artistica. Per alcuni è stata una “rivelazione”, per altri una manifestazione di energie e di riflessioni sulla propria ricerca. Sono apparizioni “illuminanti” poichè caratterizzano un percorso tra i tanti intrapresi e sono parte integrante del lavoro quotidiano del fare artistico. L’ispirazione pone l’artista in quello stato di “grazia” che permette la realizzazione dell’opera con il raggiungimento dell’obiettivo di quel preciso momento; in qualunque modo, sia attraverso l’istante doloroso, sia attraverso quello di felicità, l’idea si materializza e, tramite lo stato di sublimazione, l’opera prende forma.
Carla Bertola – Scrittrice, poeta verbo-visuale e sonora, partecipa attivamente alle varie attività culturali a carattere internazionale dagli anni ’70. Vive a Torino, dove è nata nel 1935. E’ presente in molti cataloghi e riviste di vari paesi dove ha esposto i suoi lavori visuali in mostre personali e collettive. Da molti anni produce libri d’artista, presenti in collezioni e biblioteche. Come performer di poesia sonora et “Poésie Action” ha partecipato a numerose rassegne in Europa (Francia, Germania, Inghilterra, Latvia, Serbia), Canada, Brasile, Cuba, Messico. Nel 1978 ha fondato la rivista di scrittura multimediale e poesia visuale Offerta Speciale, di cui è editore e che dirige con
Alberto Vitacchio. Ha organizzato alcune rassegne e mostre di poesia visuale e di libri d’artista.
Carla Bidone Carla Bidone, in arte Cabì, nasce a Torino dove vive e lavora. Dopo gli studi artistici liceali frequenta l’Accademia di Belle Arti di Torino dove si diploma in Scultura. Inizia un percorso di sperimentazione che unisce la ricerca teorica-filosofica all’utilizzo di tecniche e materiali diversi quali la pittura, l’incisione, l’arte calligrafica, la modellazione, la serigrafia, la scultura di legno e marmo.
Nel corso degli anni partecipa a diverse mostre in spazi espositivi cittadini e regionali. Soggetto delle ultime opere pittoriche, è il mondo vegetale, indagato nei suoi aspetti plastici e volumetrici per coglierne i patterns e distillarne l’essenza archetipica; nella convinzione che un legame unisca tutti gli esseri viventi attraverso una corrente, che solo a tratti emerge e si manifesta in forma visibile nel mondo fisico.
Mariella Bogliacino Inizia l’attività artistica con un particolare interesse verso la pittura figurativa, i temi prediletti sono legati allo studio della figura ed alle problematiche ecologico-ambientali. Dagli anni ottanta lo studio e la sua ricerca si concentrano sulla natura con rielaborazioni intorno al mito della classicità e al tema dell’amore. E’ impegnata nell’investigazione del colore e della materia, con l’uso di tecniche miste in simbiosi con materiali e soggetti.
Nel 1993 la ricerca si è ampliata all’analisi sul “Libro d’artista”, dove la tela, il legno e la carta diventano i supporti ideali per creare un “oggetto” su cui trasferire la sostanza pittorica nella quale sono immersi sensazioni, studi e pensieri.
Il lavoro pittorico e contemporaneamente plastico si evolve ma è sempre sintesi dell’interesse scientifico, dell’amore per la natura e del personale studio sulle mitologie.
Michelangelo Cambursano Pittore figurativo. “Agli inizi degli anni settanta la sua ricerca si rivolge alla figura e ad angoli di spiaggia e il tema della solitudine si esprime intensamente nelle bagnanti solitarie e nelle spiagge geometriche, costituite da una compatta campitura di bianco che si allunga a mezza luna nell’azzurro altrettanto compatto del mare; oppure, nelle cabine rese nei loro chiusi volumi, o poste su spiagge deserte. Negli anni ottanta, Michelangelo Cambursano passa ad una pittura evocativa di un mondo fin de siècle, in scene ancora situate sulla spiaggia; sono spiagge talora affollate, circondate da edifici protoliberty: affollate come fantasmi”. (Francesco De Caria)
L’ultima ricerca riguarda la rappresentazione di caffè storici. A questa fase pittorica, quasi iper-realistica dell’artista, Beppi Zancan scrive: “Cambursano dipinge i caffè storici ( di svariate città ma sempre individuabili e riconoscibili); l’atmosfera è quella rarefatta di tempi meno inquinati da onde sonore e chimiche, i personaggi, invece, sono spesso quelli di oggi. E’ come se l’artista tentasse di far rivivere oggi quel tempo trascorso: un’operazione poetica che carica di nostalgia struggente e straniante metafisica i suoi dipinti…E’ un pittore la cui tecnica è stata affinata dall’attività di restauratore e quindi le sue opere sono anche da gustare nella bellezza della materia pittorica”.
Marco D’Aponte Torinese, diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti. Pittore, autore e disegnatore di fumetti. Dal 1975 è docente di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico Statale “Renato Cottini” di Torino.
Nel 2006, dall’incontro con la scrittrice Gianna Baltaro, scomparsa nel 2008, è nata l’idea di fumettare i romanzi gialli che hanno per protagonista il “commissario Martini”. Nasce così la prima graphic novel Una certa sera d’inverno. Nel 2010 segue Pensione Tersicore, seconda inchiesta del Commissario Martini.
Collabora con diversi quotidiani e case editrici. Espone in mostre collettive e personali, tra le ultime: Storie 2, Palazzo Cavour, Spazio Siematic, Torino; Tazio Nuvolari, Ritratti di uomini e di macchine (2007) e Primo assoluto, le imprese del grande pilota (2008), Museo Nuvolari, Mantova; Tazio Nuvolari. Compagno del vento, Museo 1000 Miglia, Brescia (2009). Storia di Torino a fumetti con R.Repetto (2011).
Gloria Fava Architetto, insegna Discipline Pittoriche al Liceo Artistico Statale “Renato Cottini” di Torino. Oltre alla pittura ha svolto numerose attività nel campo dell’architettura, del design e della grafica editoriale. La tematica della sua ricerca pittorica si basa sulla narrazione di luoghi psicologici: figurazioni di emozioni, spazi animati dal desiderio del viaggio atemporale.
Dario Capello in occasione della mostra “Una storia nata dal vento” scrive: “…Vanno forse nella direzione intenzionale le “metafore ossessive” più ricorrenti nella struttura figurativa dell’autrice; le fenditure tra i profili, gli strappi del campo visivo, le strettoie imposte allo sguardo. Geometria in bilico. Una via stretta tra il pulsare delle forze e una distanza evocata, suggerita. Istmo fra due mari, fra chiarezza e destino”.
Partecipa a numerose esposizioni: 1986 (La Conchiglia), 1991 (Ivrea), 1994 (MIART), 2001 (Palazzo Bricherasio), 2005 (Il bosco magico), 2006 (Grugliasco).
Vive e lavora a Torino.
Marco Giammarinaro classe 1986 diplomato come perito elettronico ed ora iscritto alla facoltà di biologia di Torino, porta avanti le sue idee prima artistiche attraverso l’uso di software per ricreare opere interamente digitali salvo poi accorgersi di essere finito su un terreno già abusato …grazie ad un regalo di un amico di famiglia e agli insegnamenti del padre ricerca nuovi soggetti fotografici nel contesto di una ri-elaborazione del macro; una fotografia innovativa, sperimentale, giovane, un mix tra fotografia ed arte senza che l’una o l’altra prevalga … l’obbiettivo è quello di far “assaporare” la fotografia, gustarla fino in fondo ricreando sensazioni quasi tattili, odorose, aromatiche ma del tutto effimere.
Un gioco che porta l’osservatore a chiedersi se quello che vede è realtà o è qualcosa di più …credere di vedere ritratto un gelato e poi accorgersi di avere di fronte schiuma da barba, doccia gel appoggiati su una telia da forno …l’uso di materiali differenti e comuni è il suo punto di forza; tutto questo si chiama sperimentazione.
Mario Giammarinaro - Vi è in Giammarinaro un tormento interiore, un " sentire " la natura che va al di là della più scontata quotidianità, una trascrizione delle luci che annunciano il nuovo giorno, una dedizione completa al " fare pittura " tanto da abbandonare la città, il traffico caotico, le convenzioni sociali per albe solitarie: " E io sto sulla spiaggia nella terra / dove tutto è ancora frontiera......" ( Lawrence Ferlinghetti ).E ogni elemento della composizione, ogni grumo significante di colore, ogni graffito su carte trattate, ha il fascino di una sensibile, metafisica, insinuante dizione che trova riscontro nei versi lungamente amati di Dino Campana : " Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti / E l' immobilità dei firmamenti / E i gonfi rivi che vanno piangenti / E l' ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti / E ancora per teneri cieli lontane ombre correnti / E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera. (da A.Mistrangelo)
Mauro Lisardi “Sulle lunghe spiagge c’è un uomo, chino, impegnato a cercare e ricercare tutto ciò che il mare lavora e che lascia tra i granelli di sabbia; pietre cesellate dal continuo movimento delle onde, conchiglie di ogni forma e dimensione, legni lavorati. Rialzatosi, si ferma ad osservare l’immensità delle acque: il loro continuo movimento, il fruscio delle onde quando finiscono la loro corsa a riva, il frastuono che provoca l’urto dell’acqua contro gli scogli.E così, come il mare, anche i fiumi, i torrenti e i ruscelli; un continuo e incessante movimento di un qualcosa che scorre ininterrottamente, che viene e che và.Egli vuole catturare questo movimento, la brezza e la loro freschezza, vuole fissare nel dipinto i repentini mutamenti del tempo. Costruisce i bianchi rimuovendo il pigmento, grattando la carta, come in “Ciottoli di Liguria” o usando pennellate gouache e china bianca come in “Onda”… (Ester Lisardi). Vive e lavora a Torino.
Fernando Montà E’ stato docente di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico Statale “Renato Cottini” di Torino. Della sua ricerca pittorica così scrive Nadia Sussetto: “…Colori acrilici opachi, sfondi neri, e da sempre la ricorrente forma circolare che, come una lente d’ingrandimento, si posa su un particolare e lo enuclea in ogni suo minimo dettaglio; così i fili d’erba appaiono ingigantiti e curati sia nel tratto sia nel gioco di luce e colore. Gli azzurri ed i verdi quelli preferiti dall’autore, non in quanto colori “freddi”, ma perché perfettamente adattabili allo scopo dell’artista. Le sue “lune” nascondono momenti della sua vita, in cui proprio col viso rivolto a questo astro si è trovato a pensare, a rimpiangere persone che hanno avuto un peso rilevante nella sua vita. La luna ha da sempre ispirato pittori e poeti, proprio per la sua essenza “magica” eppure, così vicino a noi …La natura di Montà, spinta verso l’astrazione e l’essenziale, non è mai triste, ma traspare dalle sue opere una certa serenità ed una ricerca di equilibrio tra esteriorità ed interiorità, tra i ricordi dell’infanzia e la sua vita adulta. I fili d’erba sembrano sottili grate che nascondono la parte più recondita del nostro animo, la svelano appena, la proteggono e quasi la difendono, come lame taglienti ed appuntite.” Vive e lavora a Torino
Piera Paderni Inizia l’attività artistica negli anni ’60 partecipando a mostre collettive e vincendo numerosi premi e li conclude con una personale alla galleria Triade di Torino nella quale si delinea, in modo chiaro, quello che sarà il suo percorso artistico fatto di interesse per l’immagine e per la sperimentazione di nuovi linguaggi grafici.
Negli anni successivi è la commistione fra immagini appartenenti a momenti storico-artistici anche molto distanti fra loro che, dialogando, creano situazioni insolite, talvolta spiazzanti in un contesto di apparente normalità. “opere di varie epoche e civiltà passano così dall’immobilità museale, alla meraviglia della vita, diventano personaggi e turisti e metafisiche apparizioni e innescano reazioni a catena di simboli e significati” (Lucio Cabutti) 1990.
E’ a metà degli anni ’90 che nasce l’esigenza di continuare a sperimentare ulteriori linguaggi attraverso la tecnologia digitale.
Negli ultimi lavori: “Il Giardino di Pietra” (Torino, martinArte, aprile 2008) “Il Giardino d’Inverno (Torino, Orangerie della Biblioteca Civica Villa Amoretti, novembre2008) e: “Lo Spazio Assiale” (Torino,Cripta della chiesa di S. Michele Arcangelo, ottobre 2011) lo spazio che ospita le installazioni, gioca un ruolo fondamentale potenziandone i rimandi.
Piera Paderni ricerca una dimensione al di sopra della normale percezione visiva; una dimensione che pur non alterando le caratteristiche dell’elemento, lo proietti appena al di fuori del reale, in un mondo probabile dove tutto può accadere e tutto ci appartiene in quanto parte integrante del nostro presente e del nostro passato.
Alberto Vitacchio -Vive a Torino dove è nato nel 1942. Poeta lineare, visuale e sonoro si dedica da molti anni al lavoro sul libro oggetto e d’artista. Si interessa attivamente anche di Mail Art ed elabora personalmente i materiali suono su multipiste che costituiscono il tessuto dei lavori di Poesia Sonora. Ha esposto in Italia e in diversi paesi, tra i quali Messico, Cuba, Germania, Inghilterra, Francia, Irlanda, Serbia, Latvia, dove è stato invitato anche come performer di poesia sonora. Con Bertola dirige la rivista di poesia multimediale “Offerta Speciale”.