Epipedon

  • CO2

Informazioni Evento

Luogo
CO2
Via Arnaldo da Brescia 39, 10134 , Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lunedì–Venerdì 11 > 19 | Sabato 16 > 19

Vernissage
21/03/2012

ore 18.30

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Francesco Barocco, Sergio Breviario, Ettore Favini, Salvatore Arancio, Chiara Camoni, Luca Trevisani, Francesco Arena, Francesco Mernini, Giulio Delvè, Marco Morici, Francesco Carone, Giovanni Oberti
Curatori
Ludovico Pratesi
Generi
arte contemporanea, collettiva

Epipedon riunisce dodici artisti italiani delle ultime generazioni, chiamati a riflettere sulla possibilità di una diversa percezione della scultura, non più osservata a 360 gradi o dal classico punto di vista di una persona di media statura.

Comunicato stampa

“L'Epipedon (dal greco “epi”, sopra, e “pedon”, suolo) è l'orizzonte che si forma alla superficie di un suolo, e nel quale la struttura della roccia madre è talmente modificata da non riconoscersi più; si presenta inoltre con colori resi più scuri dalla presenza di sostanza organica”.

La Galleria CO2 ha il piacere di presentare Epipedon, una mostra a cura di Ludovico Pratesi.
Epipedon riunisce dodici artisti italiani delle ultime generazioni Salvatore Arancio, Francesco Arena, Francesco Barocco, Sergio Breviario, Chiara Camoni, Francesco Carone, Giulio Delvè, Ettore Favini, Francesco Mernini, Marco Morici, Giovanni Oberti e Luca Trevisani, chiamati a riflettere sulla possibilità di una diversa percezione della scultura, non più osservata a 360 gradi o dal classico punto di vista di una persona di media statura.
Ogni artista coinvolto nel progetto ha, infatti, lavorato sul concetto di traslazione della linea dell’orizzonte, per offrire allo spettatore un panorama sensibilmente visionario, modificando così la collocazione dell’opera nello spazio, secondo un assunto già messo in atto dal maestro Giorgio de Chirico nel celebre quadro “Le Muse Inquietanti”.

Il capolavoro, dipinto a Ferrara nel 1918, pone l’osservatore a una distanza ravvicinata con due manichini e una serie di oggetti misteriosi dispersi nello spazio prospettico, posti sopra un piano inclinato composto da travi in legno parallele. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a un paesaggio
asettico basso e surreale che riproduce il Castello Estense contornato da fabbriche e torri.

L’ambientazione si traspone dalla bidimensionalità del quadro alla tridimensionalità dello spazio della galleria, trasformato in uno scenario composto da opere concepite come sculture-oggetto di piccole dimensioni che il pubblico potrà vedere soltanto nel suo insieme da due punti di vista differenti : sia dal basso, per contemplarle sul filo dell’orizzonte; che dall’alto, con una visione d’insieme e uno stravolgimento di quella prospettiva “de Chirichiana” da cui il progetto trae forma.

Lo spazio assume le caratteristiche di un paesaggio metafisico attraverso dodici presenze enigmatiche ed evocative di opere frutto di un’attenta ricerca e del coinvolgimento di alcuni artisti italiani che possano aprire una riflessione sui linguaggi e le potenzialità della scultura contemporanea.