Ercole Pignatelli – Memento amare semper
Mostra-performance dedicata a Guernica.
Comunicato stampa
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale con il supporto organizzativo di Marsilio Arte, Memento amare semper è la mostra-performance che l’artista Ercole Pignatelli (Lecce, 1935) dedica all’opera simbolo di Pablo Picasso, Guernica.
La grande tela di Guernica, dipinta da Picasso dopo il bombardamento della città di Guernica il 26 aprile 1937, fu realizzata in soli due mesi sull’onda della commozione per la strage compiuta nella città basca durante la guerra civile spagnola, per essere poi esposta nel Padiglione spagnolo dell'Esposizione Universale di Parigi del ’37 e successivamente conservata al MoMA di New York dal 1939. Nel 1953, per volontà di Picasso stesso, venne eccezionalmente esposta a Palazzo Reale nella Sala delle Cariatidi ancora segnata dai bombardamenti.
Dice Ercole Pignatelli: “Nel 1953, quando arrivai a Milano per la prima volta, all’uscita della Stazione Centrale restai paralizzato da uno striscione che mi invitava a visitare la prima grande mostra di Picasso a Palazzo Reale. Ho raccontato più volte lo sconvolgimento subito per più di un mese, incollato dalla mattina alla sera davanti alle opere della mia ‘divinità’”.
Per celebrare quel momento che ha segnato non solo un giovanissimo Ercole Pignatelli, ma anche la storia dell’arte italiana e quella di Palazzo Reale come sede espositiva, l’artista oggi reinterpreta Guernica in chiave performativa dipingendo nell’arco di dodici giorni, con la sua ormai celebre pittura gestuale, una tela della stessa dimensione. L'intervento restituirà, a distanza di settant’anni, le emozioni e le riflessioni che il capolavoro suscitò nell'artista allora diciottenne, filtrati attraverso l’esperienza e la mano sapiente dei suoi 89 anni.
“Io appartengo alla razza più istintiva che ci possa essere sulla faccia della terra, che piaccia o no, quella animale: sono istinto e innocenza» racconta l’artista «davanti ad una tela mi avvicino con innocenza e con un poco di anarchia e così farò con la mia performance dedicata a Guernica”.
Con Memento Amare Semper i visitatori potranno partecipare direttamente, come se fossero ammessi nello studio dell'artista, a un evento di azione pittorica, osservando la nascita dell’opera dalla prima all’ultima pennellata. Una pittura-attiva, performativa, che svelerà al pubblico la magia della creazione di una grande tela - tre metri e mezzo di altezza per quasi otto metri di lunghezza, proprio come Guernica - e risveglierà le riflessioni sui temi della guerra e dei suoi orrori.
«Il dipingere è per Ercole Pignatelli» afferma la curatrice Francesca Alfano Miglietti «il simbolo della vita stessa e del cambiamento che si sviluppa con il passare del tempo: una continua evoluzione che trova il suo significato proprio nel tempo della realizzazione dell'opera. Una prova, un esperimento, l'esigenza di un incontro. Uno sguardo che trascina dentro l’opera e in cui il pubblico non è più un osservatore ma un testimone oculare dell’evento. È un capovolgimento totale del rapporto tra l’autore e la sua opera: l’artista realizza una situazione e lascia che l’opera si compia davanti al pubblico. Non ne conosce l’esito».
Memento Amare Semper prosegue nella Sala del Piccolo Lucernario, adiacente alla Sala delle Cariatidi, dove, con l’allestimento di Fabio Novembre realizzato grazie a Natuzzi, la curatrice ha selezionato 15 opere di grandi dimensioni realizzate da Pignatelli dal 1954 ad oggi, che illustrano il percorso dell’artista.
Al termine della performance, mercoledì 16 maggio, l’opera - alta 3,49 metri e lunga 7,70 metri e composta da nove tele verticali - verrà divisa e donata dall’artista alle scuole di 9 municipi milanesi selezionate tra le scuole più multietniche e inclusive del territorio di Milano. Il tema su cui le scuole saranno invitate a riflettere è quello della guerra e della pace, di drammatica attualità.
Picasso disse: «È curioso, aggiunge, ma io non ho mai fatto un disegno infantile. Mai. Neppure quando ero molto piccolo. Mi ricordo uno dei miei primi disegni. Avrò avuto sei anni, forse neanche. In casa di mio padre c'era in corridoio un Ercole con la sua clava. Beh, io mi sono piazzato in corridoio e ho disegnato l'Ercole. Ma non era un disegno infantile. Era un disegno vero, che rappresentava Ercole con la clava» così riporta Héléne Parmelin nel suo libro “Picasso dice…” (Rizzoli, 1979) ed Ercole Pignatelli conclude: «è stata un’epifania, un segno, la conferma che dopo tutti questi anni dovessi essere io a lavorare su Guernica, in un’omaggio alla sua e alla mia arte».
Ercole Pignatelli nasce a Lecce il 28 aprile 1935. Dal 1953 vive e lavora a Milano. Dai 15 ai 18 anni frequenta l’Istituto d’Arte Giuseppe Pellegrino di Lecce ed è allievo del pittore Luigi Gabrieli e dello scultore Aldo Calò. In seguito, prende lezioni di pittura da Lino Suppressa, che nel 1953 presenterà i suoi lavori al Circolo Cittadino di Lecce. Nello stesso anno arriva a Milano e visita l’esposizione antologica di Picasso a Palazzo Reale, rimanendone folgorato. Si stabilisce nel capoluogo lombardo e frequenta il Bar Jamaica, dove stringe amicizia con Ugo Mulas, Piero Manzoni, Salvatore Quasimodo, Giorgio Kaisserian, Lucio Fontana, Milena Milani, Carlo Cardazzo, suo gallerista. Conosce il poeta e scrittore Raffaele Carrieri. Nel 1954 vince il Premio San Fedele per i giovani, consegnatogli da Carlo Carrà. Da questo momento il suo percorso artistico sarà costellato da importanti riconoscimenti e soddisfazioni in ambito nazionale ed internazionale, tra cui la partecipazione alle Biennali di Venezia del 1978 e del 2011. Nel 2011, invitato dal Presidente Formigoni, dipinge due murales Germinazioni nella sede della Regione di Palazzo Lombardia. Nel 2015, al Palazzo dell’Arte della Triennale di Milano (Sala Impluvium), realizza 130 mq in 24 giorni davanti al pubblico. Nel 2017, la Società Azimut, in Corso Venezia a Milano, organizza una antologica dal titolo Mecenatismo Finanziario. Nel 2020 è stata pubblicata la sua autobiografia Ercole Pignatelli. Metamorphosis, a cura di Fortunato D’Amico. Il Catalogo dell’Arte Moderna n. 57 (Editoriale Giorgio Mondadori, 2022) gli dedica la copertina.