Eric Mistretta – Plan B
In Plan B, la mostra di fine residenza di Eric Mistretta a F_AIR – Florence Artist in Residence, l’assemblage rinnova il suo potere deflagrante e si manifesta in opere a parete e in istallazioni pensate per lo spazio della galleria di via San Gallo.
Comunicato stampa
In Plan B, la mostra di fine residenza di Eric Mistretta a F_AIR – Florence Artist in Residence, l’assemblage rinnova il suo potere deflagrante e si manifesta in opere a parete e in istallazioni pensate per lo spazio della galleria di via San Gallo.
L’arte di Eric Mistretta va oltre il mal digerito stoicismo derivante dall’accettazione delle proprie mediocrità e dalla capacità di riderci sopra a mezza bocca. L’artista propone un nuovo eroismo della vita moderna, capace di far riemergere le tracce di un passato medio borghese, residui di tendenze generazionali e memorie di un vissuto individuale – che è comunque collettivo (come la fotografia sbiadita di un quinto compleanno con il cappellino storto e le candeline che faticano a spegnersi)- e ritirarle a lustro. Il mezzo ghigno dello stoico trasforma quindi la risata sonora di chi conosce le regole del gioco del mondo occidentale e delle sue convenzioni societarie, tanto invasive da permeare nel profondo la sfera privata, e da condizionarne comportamenti e scelte.
Il paradosso, implicito nell’accostamento inusuale dell’assemblage raddoppia nell’opera di Mistretta: lo scarto tra la natura degli oggetti di partenza che egli seleziona e il loro nuovo impiego è così dichiaratamente incommensurabile e di senso opposto, che il secondo paradosso che ne consegue produce consapevolezza distaccatamente nostalgica, e disincantatamene romantica. Nati in un contesto di classe inferiore e dotati di classe minore, un vecchio arazzo pretenzioso, utensili quotidiani dai colori sgargianti, parrucche di tendenza, quanto mai lontane da una parvenza di naturalità, vengono recuperati e sottoposti a patinatura per dare loro l'aspetto di ciò che non sono e non possono essere, perché nati dozzinali. Eppure questi oggetti chiassosi, ironici e apparentemente effimeri dichiarano la loro presenza e urlano la loro esistenza positiva, a dispetto delle convenzioni concettuali ed eticamente corrette che pervadono l’arte a noi contemporanea.