Ermanno Cristini – Salon Style

Informazioni Evento

Luogo
NOWHERE GALLERY
Via Del Caravaggio 14, Milano, Italia
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Date
Dal al

su appuntamento

Vernissage
24/01/2019

ore 18,30

Generi
arte contemporanea, personale

Una mostra di cornici.

Comunicato stampa

Una mostra con le cornici di:
Paola Alborghetti, Eleonora Angiolini, Alessia Armeni, Giovanni Bai, Lorenzo Baldi e Liliana Carugati, Maura Banfo, Simona Barbera, Susanna Janina Baumgartner, Cesare Biratoni, Valeria Borrelli, Sergio Breviario, Carlo Buzzi, Giovanna Caliari, Enzo Calibè, Tiziano Campi, Sauro Cardinali, Francesco Carone, Alessandro Castiglioni, Umberto Cavenago, Gianluca Codeghini, Jaya Cozzani, Sabrina D’Alessandro, Oppy De Bernardo, Barbara De Ponti, Carlo Dell’Acqua, Carla Della Beffa, Armando Della Vittoria, Daniela Di Maro, Diana Dorizzi, Ylbert Durishti, Elena El Asmar, Michela Eremita, Ronny Faber Dahl, Viviana Fabris, Al Fadhil, Helga Franza, Bianca Frasso, Pierluigi Fresia, Eckehard Fuchs, Armida Gandini, Patrizia Giambi, Arianna Giorgi, Carolina Gozzini, Elio Grazioli, Nazareno Guglielmi, Silvia Hell, Gabriela Hess, Debora Hirsch, Sophie Ko, Joykix, Giulio Lacchini, Corrado Levi, Loredana Longo, Mia Madre, Valentina Maggi Summo, Valeria Manzi, Massimo Marchetti, Claude Marzotto, Microcollection, Yari Miele, Concetta Modica, Rossella Moratto, Angelo Mosca, Aldo Mozzini, Giancarlo Norese, Luca Pancrazzi, Stefano W. Pasquini, Alice e Carlo Pedroletti, Chiara Pergola, Francesca Petrolo, Paola Pietronave, Vera Portatadino, Rosanna Pressato, Roberto Pugina, Adriana e Giuliano Puricelli, Antonella Raio, Eva Reguzzoni, Annamaria Restieri, Maia Sambonet, Fabio Sandri, Luca Scarabelli, La Sissi, Diego Soldà, Laura Soprani, Ivana Spinelli, Una Szeemann, Miki Tallone, Luisa Turuani, Enzo Umbaca, Sophie Usunier, Silvia Vendramel, Orio Vergani, Serena Vestrucci, Olivia Vighi

Da qualche tempo sono affascinato dalla mancanza di varietà evidente che è contenuta nelle azioni ripetitive e in particolare nella monotonia del ricalco. Il ricalco richiede un’applicazione rallentata, quello che si definirebbe una “cura”, perché dentro questa stasi si acuisce l’attenzione per i pochissimi elementi di diversità contenuti nella reiterazione dell’uguale. Il ricalco, se si vuole, è il luogo di una “ripetizione differente”, dove l’interesse della varietà è inversamente proporzionale alla sua evidenza e cresce alimentandosi della marginalità del gesto e dei suoi risultati.
Tali variazioni “bisbigliate” ci parlano del tempo di mezzo tra il soggetto e il suo doppio e il doppio del suo doppio. Il tema mi ricorda il mio “primo amore” quando ragazzino osservavo rapito i Combine di Rauschenberg a Villa Panza a Varese. Factum 1 e Factum 2 non sono dei ricalchi e tuttavia sono una riflessione sulla diversità dell’uguale o sulla ripetizione differente, che trova anche il conforto di un “cattivo pensiero” di Paul Valery: “Tutte le cose differenti sono identiche. Tutte le cose identiche sono differenti”.
Sono queste suggestioni ad attraversare una serie di disegni iniziati senza un perché e tutti realizzati a partire dall’immagine fotografica di un mio lavoro del 2014 dedicato a ciò che non si vede: Prière de Toucher with/out handle. Ogni disegno costituisce un ricalco della stessa immagine. Un vecchio campionario di carte, per caso, mi ha fornito i supporti introducendo l’eco di uno spirito classificatorio, quasi burocratico, che ben si sposa con la monotonia del sempre uguale. Allineati i disegni sulla parete, le differenze sbiadiscono al punto che se si avvicinano l’un l’altro è quasi necessario affidare alla cornice il compito di marcare la diversità, come nei Salon ottocenteschi.
È nata così l’idea di queste mostre. Ho chiesto ad alcuni miei amici, artisti e non, di regalarmi una cornice, una loro cornice, in modo che contenesse un pezzo piccolo o grande della storia di ognuno. Le cornici sono tutte di dimensioni diverse a prescindere dal disegno che si trovano ad ospitare tanto che, in qualche caso, di esso si vede solo un frammento o addirittura quasi nulla. Francesca Petrolo mi ha regalato la prima cornice e Francesca anni addietro aveva adibito un muro della sua casa milanese alla realizzazione di mostre in forma di quadreria, dedicate ogni volta ad un artista. Mi è sembrato lo sbocco ideale per un’avventura che raccogliendo un incrocio di storie private non poteva che presentarsi in prima battuta nella dimensione privata di uno spazio domestico e in questo modo ha preso il via la prima edizione di Salon Style, nel giugno del 2017, con 47 elementi. Poi il gioco è proseguito e nell’arco di un anno se ne sono aggiunti altri 48; la mostra attuale li raccoglie tutti e 95: 95 incontri, e la storia continua...
Alla fine il mio muro dando corpo ad un tessuto di relazioni forse si scopre metafora o messa in forma del mio modo di lavorare fatto di dialogo e di intreccio negoziale.
Come sempre accade non lo sapevo all’inizio e tutto ciò mi appare ora, probabilmente in omaggio al caso nei termini in cui lo intende Tabucchi: “Niente succede per caso, e il caso è proprio questo: la nostra impossibilità di cogliere i veri nessi delle cose che sono”.