Ernesto Morales – Clouds
La Galleria Russo presenta un nuovo focus dedicato ad un artista contemporaneo.
Comunicato stampa
La Galleria Russo presenta un nuovo focus dedicato ad un artista contemporaneo, riservando una sala alla serie di dipinti “Clouds” di Ernesto Morales, artista argentino che si è stabilito da alcuni anni in Italia, aprendo il proprio studio a Torino.
La ricerca artistica di Ernesto Morales si contraddistingue per un forte impegno teso ad indagare tematiche legate all’impermanenza, alla memoria e alla distanza attraverso l’elaborazione pittorica sia di elementi tratti dalla natura, colti nella loro dimensione simbolica, che di onirici paesaggi urbani avvolti dal silenzio di atmosfere metafisiche.
Riguardo alla serie “Clouds”, forse la più nota della sua produzione artistica, che sarà il fulcro del focus alla Galleria Russo, l’autore afferma: “Le nuvole sono inafferrabili, non hanno consistenza, non le puoi prendere; in più, e lì risiede la loro forza, sono una grande metafora del nostro pensiero che muta, che si trasforma. La nuvola diventa fiume, mare, oceano e magari torna nuvola dall’altra parte del mondo. Mi interessa quella nuvola che è sempre diversa ma è sempre la stessa, attraversando il tempo. La nuvola diventa simbolo di tutto ciò che si rigenera, si trasforma, la nuvola ci indica che tutto è interconnesso”.
La natura si presenta nelle opere di Morales in chiave metaforica: nuvole, foreste, boschi, nebulose sono le principali protagoniste delle opere in quanto testimoniano il rapporto uomo- natura, una natura che si trasforma ed è in continua metamorfosi.
“Guardando le nuvole guardiamo noi stessi” afferma Morales, una dichiarazione molto chiara e potente che spiega come l’osservazione della natura attraverso le opere dell’artista rappresenti un modo per guardarsi dentro; in un mondo interconnesso in cui siamo tutti collegati, non si può prescindere dal legame principale che l’uomo ha con la natura stessa e con l’ambiente che lo circonda.
“È un grande onore esporre alla Galleria Russo e a Roma, dove c’è il mio cuore”, ha dichiarato l’artista, che nel corso della sua carriera è stato influenzato dalle opere di Piero della Francesca, Caravaggio, Turner e dall’astrattismo americano.
Ernesto Morales è molto attivo nel panorama artistico- culturale e si dedica a progetti filantropici: è Direttore Artistico di ARTEFORA, un centro di arte contemporanea nella zona delle Langhe, in Piemonte, che organizza residenze artistiche internazionali.
La sua particolarità è anche quella di essere molto sensibile alla sostenibilità ambientale e di utilizzare nei suoi quadri colori naturali preparati da lui stesso, pigmenti realizzati con oro, argento, lapislazzuli e altri materiali naturali, sempre nell’ottica di seguire la trasformazione della natura e dipingere la natura che si trasforma.
BIOGRAFIA
L’artista argentino Ernesto Morales nasce nel 1974 a Montevideo, in Uruguay, e inizia la sua carriera a Buenos Aires dove ha vissuto fino al 2006 per poi trasferirsi in Europa. Dopo un primo periodo a Parigi stabilisce il suo studio in Italia, inizialmente a Roma e dal 2011 a Torino.
La sua carriera artistica lo ha condotto negli ultimi venti anni a realizzare mostre in musei e gallerie d’arte in molti Paesi, tra i quali Stati Uniti, Italia, Francia, Germania, Spagna, Ungheria, Cina, Singapore, Malesia, Tailandia, Argentina, Brasile, Messico e Uruguay. Ha partecipato a numerose fiere internazionali e tra il 2009 e il 2015 ha rappresentato istituzionalmente i Governi di Italia, Argentina e Uruguay con una serie di importanti esposizioni personali realizzate in vari musei.
Nel 2019 viene allestita a New York la sua retrospettiva “Mindscapes” presso il Consolato Generale della Repubblica Argentina.
Negli ultimi anni sono stati pubblicati molti volumi monografici dedicati al suo lavoro tra i quali: “Memoria dell’impermanenza” (Cuneo – New York, 2019), “Il Tempo della Distanza” (Genova, 2010), “The invisible bridges” (Singapore, 2014), “Traces of memory” (New York, 2015), “Il giorno come la notte” (Torino, 2015), “Distance” (Milano, 2016), “Aurum” (Milano, 2017), “Mari migranti” (Rapallo, 2012).
Durante il periodo formativo a Buenos Aires, nel 1999 ha ottenuto il titolo di Professore di Belle Arti e nel 2005 ha conseguito un Dottorato in Arti Visive presso l’Universidad de Bellas Artes. Dal 1999 al 2006 ha insegnato Pittura e Storia dell’Arte presso l’Universidad de Buenos Aires e ha rivestito l’incarico di Direttore dell’Academia de Bellas Artes de Buenos Aires.