Ernesto Neto – Espaço entre
Ogni ambiente di Ernesto Neto circoscrive al proprio interno un esoscheletro, composto da relazioni comparative: tra modelli di crescita e sistemi volumetrici vascolarizzati.
Comunicato stampa
Ogni ambiente di Ernesto Neto circoscrive al proprio interno un esoscheletro, composto da relazioni comparative: tra modelli di crescita e sistemi volumetrici vascolarizzati. Visione organica, sensibile e contemporanea del concetto di morfogenesi. In similitudine con la biologia, Arquitetura animal (2001) insinua la certezza dell’esistenza di pianeti apolidi rispetto alla Terra. Lì dove sussistano raggruppamenti generativi e schemi evolutivi in grado di intrappolare stallatiti a goccia, sospese e ripiegate su loro stesse come espressioni escrescenziali. Componenti che evolvono in sistemi strutturati, seguendo l’iconografia di conoscenze dalle diramazioni, dai paesaggi, dalle civiltà indefinibili.
Per rilevare la composizione generativa, sinestesica di Arquitetura animal (2001) si utilizza lo spazio interiore (espaço entre). Vuoto di pertinenza tanto del lavoro medesimo quanto, senza alcuna distinzione, del visitatore. Passaggi architettonici riflessi e doppiamente percettivi che offrono un continuo scambio osmotico, ambiente-uomo, grazie alle porosità delle velature. Strutture in grado di fissare la gravità e, allo stesso tempo, emettere, dosandole, le fragranze delle spezie contenute; quali chiodi di garofano e cumino, poste nel baricentro di bilanciamenti dalle molteplicità irregolari. L’installazione di Ernesto Neto ad Icastica rappresenta uno fra gli interventi europei più esemplari dell’artista Brasiliano, per estensione e cosicenza fisica. Una superficie dalle cavità speleologiche restituita sotto forma di un complesso sistema corporeo. Un organismo evolutivo che sintetizza in sé, rimarginandoli, i registri di natura e scultura.
Info: www.icastica.it – [email protected]
ERNESTO NETO
Espaço entre
Curated by Atto Belloli Ardessi e Ginevra Bria
GCAC – Galleria Civica Arte Contemporanea - P.zza S.Francesco, 4
27 June – 27 September 2015
Inside each of Ernesto Neto’s environments there is an exoskeleton, made up of relations of comparison: between models of growth and sets of vascularized volumes. An organic, sensitive and contemporary vision of the concept of morphogenesis. In its resemblance to biology, Animal Architecture (Arquitetura animal, 2001) hints at the certainty of the existence of planets that are stateless with respect to the Earth. There where there are generative groupings and evolutionary schemes capable of entrapping drop-shaped stalactites, suspended and bent back on themselves like excrescential expressions. Components that evolve into structured systems, following the iconography of knowledge with its ramifications, landscapes and undefinable civilizations.
To discern the generative, synesthetic composition of Animal Architecture inner space (espaço entre) must be used. A void that is as pertinent to the work itself as it is, without any distinction, to the visitor. Reflected and dually perceptive architectural passages that offer a continuous osmotic exchange, between environment and human being, thanks to the porosity of the veils. Structures that are able to fix gravity and, at the same time, emit, in measured doses, the fragrances of the spices they contain; like cloves and cumin, placed at the barycentre of balances with irregular multiplicities. Ernesto Neto’s installation at Icastica is one of the Brazilian artist’s most exemplary works in Europe, both for its size and for its physical presence. A surface with speleological cavities represented in the form of a complex corporeal system. An evolutionary organism that sums up in itself the split between nature and sculpture, healing it.