Ernesto Tatafiore – Paesaggi
L’artista ripercorre dei paesaggi lunari, guardandoli ad occhi spalancati, sprigionando le loro caleidoscopiche trame e rimandi.
Comunicato stampa
Cava de' Tirreni (Salerno), 7 dicembre 2015 Sarà inaugurata domani, martedì 8 dicembre, al MARTE di Cava de’ Tirreni la mostra “Paesaggi” di Ernesto Tatafiore. Il Centro culturale metelliano accoglierà nella Gallery 1st floor la personale dell’artista a cura di Pietro Tatafiore realizzata in collaborazione con COBBLER spazio per l’arte contemporanea, con la curatela artistica di Rosa Cuccurullo. La Mostra, che gode del patrocinio di MMMAC Museo Materiali Minimi d’Arte Contemporanea e Fondazione Pietro Lista, si svolge sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee.
LA MOSTRA L’esposizione raccoglie venticinque opere su tela e carta, oltre ad un’incisione realizzata ad hoc per l’occasione presso il Laboratorio di Nola di Vittorio Avella e Antonio Sgambati, con i temi e soggetti da sempre nella cifra stilistica dell’artista, dai paesaggi lunari della sua Napoli ai ritratti femminili erotici, giocosi, in movimento a quelli di eroi antichi e moderni come Masaniello e Shakespeare. “Contenitori di scene di amore o violenza – spiega il Maestro Tatafiore - vivi, se si viaggia con la luce del sole o neri di notte freddi, lunari, artici. Segni residuali sopravvissuti del bisogno di guardare oltre il muro della casa, oltre la fisicità della tela. Il grigio contiene vari colori quindi è la complessità vitale; il giallo canta la luce, la forza dell'emozioni visibili".
Il tutto realizzato attraverso “l’impiego di un’intenzionale leggerezza stilistica, portato di un atteggiamento culturale che cerca non di rimuovere la complessità quanto piuttosto di metterla in scena nell’essenzialità dell’immagine” come suggerisce Achille Bonito Oliva nel testo critico del catalogo della Mostra. “Nell’ambito della transavanguardia italiana – scrive il critico - Ernesto Tatafiore rappresenta l’innesto di un sentimento illuminista dell’arte, una linea che trova il suo retroterra culturale nell’ambito della cultura napoletana. Tatafiore costruisce l’immagine come una costellazione aperta e nello stesso tempo interrotta da molti flussi fantastici. La chiarezza concettuale è evidenziata dall’impiego costante di una pittura disegnata, da forme piatte e conchiuse che restituiscono a tutto tondo i riferimenti alla realtà esterna: la figura mitica di Masaniello, quella del Vesuvio, d’innumerevoli tracce di un territorio antropologico che è quello della cultura mediterranea e in particolare napoletana con affondi verso altre referenze che vagano da Voltaire a Mozart, un universo di limpidezza e di luminosa creatività. Tale chiarezza naturalmente fa corto circuito con altri fattori derivanti dalla turbolenza culturale della pittura moderna che mette in contatto fra loro elementi estranei, flussi improvvisi della fantasia e oggetti estranei. In tal modo Tatafiore inverte il senso lineare delle cose, le relazioni tradizionali tra loro, provocando un attacco al senso comune”.
L’ARTISTA Artista, pittore e scultore, Ernesto Tatafiore è nato a Napoli nel 1943 dove vive e lavora. Dopo la laurea in medicina con specializzazione in psichiatria, si avvicina alla pittura attraverso l’attività dello zio e del padre, per poi dedicarsi unicamente all’arte. Nel 1969 presentò la sua prima personale nella galleria di Lucio Amelio; già in quell’occasione Achille Bonito Oliva definì il suo lavoro “neo-illuministico”, in quanto teso a indicare un legame etico tra l´arte e la storia. Le sue opere sono spesso abitate da eroi - Robespierre, Mozart, Maradona, Danton, Masaniello, la Virtù, la Libertà - oppure narrano di grandi eventi storici o di permanenti vicende dell’umanità, che l’artista però libera dal racconto logico-consequenziale del romanzo storico per inserirli in un contesto rappresentativo che ricorda le modalità associative del sogno o il flusso continuo e non organizzabile della vita. L’unità perduta sul piano narrativo si recupera a livello strutturale. I dipinti di Tatafiore hanno, infatti, sempre esibito un tratto molto leggero e veloce (spesso incorporando una serie di frasi, di scritte, di assurdità e paradossi, di giochi di parole quasi duchampiani) nel tentativo di costruire una rappresentazione che scaturisca simultaneamente, senza mediazioni, dalla realtà percepita.
Ha esposto sette volte a Basilea e altrettante a Berlino, lavora con le gallerie BCA (Londra) e Levy (Amburgo). Le sue opere sono presenti in numerosi musei fra cui Reggia di Caserta (Fondazione Amelio – Terrae Motus), Metropolitan Museum of Art di New York, Stedelijk Museum di Amsterdam, Museo de Bellas Artes di Bilbao, Macba di Barcellona, Kunsthaus di Zurigo, Museo di Belle Arti di Budapest.