Eros Renzetti – Metamorphosis
Art Dynasty Gallery, con sedi a Mosca, Ginevra e Forte dei Marmi, galleria d’arte internazionale – frutto dell’investimento e della passione di un importante gruppo di affari russo – è lieta di presentare, nei suoi spazi di Forte dei Marmi, Metamorphosis una mostra di Eros Renzetti.
Comunicato stampa
Art Dynasty Gallery, con sedi a Mosca, Ginevra e Forte dei Marmi, galleria d’arte internazionale - frutto dell’investimento e della passione di un importante gruppo di affari russo - è lieta di presentare, nei suoi spazi di Forte dei Marmi, Metamorphosis una mostra di Eros Renzetti. Le opere di Eros Renzetti hanno come protagoniste corpi e volti che appaiono all’interno di spazi opalescenti dando origine a misteriosi nonsense di forte impatto visionario. La presente mostra antologica allinea i primi disegni dell’artista, della fine degli anni settanta, trattati con un segno espressionista, alle opere degli anni ottanta, dove l’elemento visionario è prevalente. La visionarietà accompagnerà Renzetti nei dipinti degli anni novanta, sino ai più recenti lavori caratterizzati da stilemi - consolidati nel suo immaginario - come cavalieri bardati fino all’inverosimile. Vincenzo Consolo, che lo presenta alla Biennale di Venezia nel 2011, scrive: “l’opera di questo artista mi ha molto colpito e convinto. Le sue figure di uomini con elmo - simile a quello del guerriero di Dodona - visti di profilo, le sue ‘presenze’ di faccia, i suoi nudi, i suoi ‘tattoo’ e soprattutto i suoi colori mi hanno ricordato la grande pittura surrealista…”; o come scrive Silvia Pegoraro, presentandolo in una collettiva a Vasto nel 2016: “Eros Renzetti dà vita nella sua arte a un’originale rilettura in chiave fantastica o fantascientifica di canoni e icone del classicismo greco-romano... Lo stesso può dirsi per la scultura, che dà corpo a figure mitologiche come quella, maestosa e spiazzante, di Aracne [in mostra]: una scultura polimaterica e iperbolicamente ‘ornata’, quella di Renzetti, che rovescia il canone neoclassico winckelmanniano in iperbole barocca. Una poetica, dunque, che rinvia alla metamorfosi e al travestimento, in una teatrale e provocatoria Mise-en-scène.” In mostra, oltre a disegni e olii - come un dipinto della serie delle “teste anatomiche” che Marisa Zattini, nel 2006, descrive: “...Eros Renzetti dipinge l’opera perturbante Testa anatomica di profilo, in posa ieratica, attraverso una trama mitologica e monocromatica che esprime intensamente la magìa della profondità mimetica cerebrale dell’uomo." - saranno presenti anche lavori a tiratura limitata stampati in Giclée. Per alcuni di questi Lorenzo Canova nel 2012 aveva evidenziato: “...la maschera glamour e indecifrabile tracciata con i pennelli elettronici da Eros Renzetti, metafora di una bellezza extraterrestre che unisce l’epidermide cangiante di un rettile stellare alle fattezze altere di una modella cyborg”. In mostra sono esposte alcune sculture in materiali vari e una testa di guerriero dal suggestivo nome di Hylas, in maiolica smaltata in oro zecchino, realizzata quest’anno dalla bottega d’arte ceramica Gatti di Faenza; per la quale è stato lungimirante il commento di Mauro Carrera nel 2008: “Posso affermare risolutamente che Eros Renzetti è uno degli ultimi paladini di un’estetica glamour molto prossima a quella di Cocteau. Metallica eleganza e sensualità ambigua richiamano alla mente l’iconografia dei celebri profili de Jeune homme, che tutti conosciamo come sublime forma di innamoramento estetico. Renzetti rende questa passione con padronanza. Si rinverdisce così l’antico mestiere di chi produce bellezza, che visionariamente sa prima riconoscerla, poi immaginarla e infine offrirla.”