Eros & Thanatos
Nella doppia personale estiva proposta dalla Mondo Bizzarro Gallery e che va proprio sotto al nome di Eros & Thanatos gli artisti Stefano Bolcato e Max Ferrigno sono chiamati ad interpretare questo tema universale con il linguaggio della pop art.
Comunicato stampa
La pulsione alla vita e la pulsione alla morte sono Eros & Thanatos, un classico dualismo che l'umanità si porta appresso da sempre e che nel 1920 Freud ha traghettato nella moderna psicanalisi.
Nella doppia personale estiva proposta dalla Mondo Bizzarro Gallery e che va proprio sotto al nome di Eros & Thanatos gli artisti Stefano Bolcato e Max Ferrigno sono chiamati ad interpretare questo tema universale con il linguaggio della pop art.
Stefano Bolcato abbraccia Thanatos, e racconta la cronaca nera italiana e internazionale degli ultimi anni in frame che congelano l'evento mortifero (un omicidio, un'esecuzione, una carica della polizia) in tele iper realiste o in disegni a carboncino. Protagonisti sono i «pupazzetti» Lego, i giocattoli che tutti i bambini del mondo conoscono, e che nel loro progetto di narrazione del reale (Lego pompieri, Lego elicottero, Lego ambulanza, e così via) hanno colpevolmente trascurato Thanatos, l'incubo nero della fine. Bolcato nei suoi lavori tratta del rimosso dell'infanzia, del gioco perverso della morte, e lo fa con la delicatezza propria dei piccoli personaggi in plastica.
Max Ferrigno con il suo stile pittorico più ruvido e sporco tratta delle meravigliose ninfette protagoniste negli anni della nostra infanzia degli «anime», i cartoni animati giapponesi, importati in Italia per i bambini, ma in origine destinati a una fascia di pubblico più matura, e quindi pieni di elementi ambigui e sessuali incomprensibili per i bambini italiani dell'epoca. Fantasie sessuali e provocatorie pose da pin-up regalano un corto circuito magico tra i nostri ricordi imberbi e la spregiudicata comunicazione sessista dei media contemporanei.
Giochi e intrattenimento per l'infanzia, eros e thanatos, la crisi dell'età adulta e il rifiuto di crescere (sindrome di Peter Pan) mixati nel linguaggio della pop art che più di ogni altro ha saputo raccontare (l'apparente) invincibile modernità. Due giovani artisti italiani ancora non fuggiti da un paese allo sbando, in grado di affrontare il dibattito del contemporaneo con leggerezza e massimalismo, sfrontatezza e profondità.