Escher – Oltre il possibile

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO BLU
Via Pietro Toselli 29, Pisa, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lunedì-Venerdì 10.00 - 19.00
Sabato-Domenica e festivi 10.00 - 20.00
(La biglietteria chiude un’ora prima della chiusura)

Vernissage
12/10/2017

su invito

Biglietti

Intero € 12,00 con audioguida inclusa; Ridotto da € 5,00 a € 10,00 con audioguida inclusa: • ridotto € 10,00 per visitatori oltre i 65 anni e fino a 25 anni e per portatori di handicap; • ridotto € 10,00 per convenzioni e gruppi; • ridotto € 5,00 per universitari (solo giovedì); Gratuito con audioguida inclusa per: • giovani fino a 6 anni accompagnati da familiari, un accompagnatore per ogni gruppo, due accompagnatori per ogni gruppo scolastico, un accompagnatore per disabile che presenti necessità, giornalisti iscritti all’albo, tesserati ICOM.

Patrocini

Con il patrocinio: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Comune di Pisa
Regione Toscana

Organizzazione: MondoMostre
Fondazione Palazzo Blu
Arthemisia
Gemeente Museum, Den Haag
M.C.Escher Company

Con il contributo: Fondazione Pisa

Artisti
Maurits Cornelis Escher
Curatori
Stefano Zuffi
Uffici stampa
ARTHEMISIA, MONDO MOSTRE
Generi
personale, arte moderna

La mostra presenterà una completa rassegna di tutti gli ipnotici, sorprendenti e spiazzanti capolavori del grande olandese, con il contributo di alcune curiose soluzioni espositive progettate dall’architetto Cesare Mari e grazie all’uso delle tecnologie e della multimedialità, una delle caratteristiche delle esposizioni organizzate a Palazzo Blu.

Comunicato stampa

Dal 13 ottobre 2017 fino al 28 gennaio 2018, BLU | Palazzo d’arte e cultura ospita la mostra “Escher”, realizzata da MondoMostre e Fondazione Palazzo Blu, con il contributo della Fondazione Pisa, e la collaborazione del Gemeentemuseum Den Haag, Arthemisia e M.C. Escher Foundation, a cura del professor Stefano Zuffi, storico dell’arte e grande conoscitore di M.C. Escher.

La mostra presenterà una completa rassegna di tutti gli ipnotici, sorprendenti e spiazzanti capolavori del grande olandese, con il contributo di alcune curiose soluzioni espositive progettate dall’architetto Cesare Mari e grazie all’uso delle tecnologie e della multimedialità, una delle caratteristiche delle esposizioni organizzate a Palazzo Blu. Insieme al fascino coinvolgente del mondo di Escher, la mostra è l’occasione per ripercorrere le tappe della creatività dell’artista, soffermandosi in modo particolare sui lunghi e decisivi soggiorni in Italia, tra scenari naturali e memorie artistiche che segnarono in modo profondo il suo stile.

Il giovane Escher studia a Delft e ad Haarlem, storiche città d’arte dell’Olanda: il suo maestro è un incisore ebreo sefardita, Samuel Jessurun de Mesquita, che incontrerà un triste destino ad Auschwitz. Su suo consiglio, Escher comincia ad apprezzare l’arte matematica-razionale della tradizione ebraica e islamica, confrontandola con i movimenti dell’avanguardia europea. Nel corso degli anni Venti e Trenta intraprende numerosi viaggi in Italia, in particolare visita diverse città della Toscana. Organizzare una mostra di Escher a Pisa, la cui Università è da secoli un punto di riferimento internazionale nelle ricerche matematiche e scientifiche, è dunque anche un’occasione per interrogarsi sulle possibili fonti d’ispirazione della sua creatività.
Pur rimanendo a lungo un attento interprete del paesaggio, Escher esplora sempre più a fondo gli orizzonti dell’illusione visiva, attraverso composizioni di carattere geometrico o con la creazione di architetture “impossibili”.

Insieme a una selezione straordinaria di oltre cento opere di Escher, i visitatori troveranno alcune testimonianze dei secoli precedenti, in larga parte provenienti da Pisa stessa: frammenti marmorei con decorazioni in stile cosmatesco, tarsie lignee con la rappresentazione di solidi geometrici, le incisioni di G.B. Piranesi con architetture fantastiche e prospettive suggestive.

La mostra sarà anche il contesto ideale per gli incontri di approfondimento culturale e scientifico del progetto “Anelli, ghirlande e scale: l’illusione e il paradosso di Gödel, Escher, Bach”, che prende il nome da uno dei libri cardine del pensiero computazionale scritto dal filosofo e matematico statunitense Douglas Hofstadter. Il progetto, a cura del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e di Fondazione Sistema Toscana, nell'ambito delle iniziative previste per Internet Festival 2017, intende apportare un contributo speciale alla mostra dell’artista olandese, mettendo in risalto, attraverso incontri ed eventi con matematici, informatici, musicisti e storici dell’arte, la complessità e la ricchezza culturale e scientifica in cui si collocano le esplorazioni infinite e le geometrie paradossali di Escher. Gli eventi in programma avranno luogo presso il Teatro Verdi durante l'evento Internet Festival e presso l’Auditorium del Palazzo d’Arte e Cultura di Pisa e saranno ad ingresso libero.

La mostra si articola in nove sezioni: Volti, Animali, Oggetti e riflessi, Geometrie e ritmi, Paesaggi, L’artista, Architetture fantastiche, Nature, Autoritratti.

1- Volti
La prima sezione presenta alcune delle più precoci prove espressive di Escher: sono le incisioni su linoleum eseguite tra i diciannove e i vent’anni, prima ancora di entrare nella Scuola di Architettura e di Arti Decorative ad Haarlem. Il giovanissimo artista, evidentemente ancora alle prime armi, si esercita sul tema del volto umano, con profili semplificati e sagome ben definite. Nel ritratto femminile di profilo utilizza uno sfondo a righe verticali che ricorda da vicino le geometrie essenziali proposte in Olanda dal gruppo “de Stijl”. L’opera-chiave di questa sezione è la grande xilografia del 1922, nella quale Escher, utilizzando una tecnica complessa, combina ritmicamente otto volti diversi, dal sapore vagamente Art Nouveau, per ottenere un incastro geometrico. È uno dei più precoci esempi della soluzione espressiva che caratterizzerà decisamente lo stile maturo di Escher.

2- Animali
Questa sezione è dominata da un’opera monumentale: Metamorfosi II (1939), il cui sviluppo di quasi quattro metri di lunghezza è prodotto dall’accostamento di venti diversi fogli di stampa. Evoluzione di una prima versione (anch’essa in mostra), la lunga striscia combina diversi soggetti attraverso una serie di passaggi inaspettati e di impressionante virtuosismo tecnico e creativo. Escher introduce anche un’insolita nota di colore: partendo da un’essenziale geometria, arriva fino a un complesso paesaggio ispirato alla costiera amalfitana. Le altre opere di questa sezione mostrano una varietà di osservazioni verso la vita animale, fino alla lucida analisi raccapricciante della rana mummificata, in cui pare di cogliere l’eco delle incisioni di Dürer sugli esseri “mostruosi”. Le stampe realizzate intorno ai vent’anni mostrano un artista ancora acerbo ma con uno sguardo divertito e partecipe. Questo gusto ironico si ritrova anche in opere successive: una mantide religiosa sembra raccogliersi in preghiera davanti alla tomba di un vescovo tra le arcate di una chiesa surreale, mentre nella Marcia dei rettili le lucertole prendono vita direttamente tra gli oggetti dello studio dell’artista.

3- Oggetti e riflessi
Sono raccolte in questa sezione alcune esemplari incisioni che appartengono a momenti diversi della carriera di Escher, e che sono accomunate dall’appartenenza al genere classico della “natura morta”. Proprio per la loro sequenza cronologica, permettono di conoscere varie fasi della creatività dell’artista. La più antica, realizzata nel 1917 con la tecnica dell’incisione su linoleum, appartiene alla fase della formazione ma mostra subito di Escher l’interesse per le superfici riflettenti. La xilografia con il liuto appartiene alla serie dei 24 Emblemata, accompagnati da motti in latino e in neerlandese realizzate a Roma. Il lavoro appartiene alla tradizione olandese seicentesca dei “Sinnepoppen”, le immagini simboliche moraleggianti. In questo caso, forse, si può cogliere un vago richiamo politico alla crescente pressione del fascismo. Il liuto è appoggiato contro un angolo, e la scritta in latino allude alle voci che tacciono quando sono oppresse. Le altre due opere sono celebri esempi del virtuosismo tecnico di Escher. La Natura morta con specchio mostra il riflesso di uno scorcio di Siena, città amatissima dall’artista, mentre la Goccia ripropone il tema della superficie riflettente convessa, che Escher riprende consapevolmente da Van Eyck e da Parmigianino, ma che spinge a nuovi orizzonti espressivi.
4- Geometrie e ritmi
Escher ha sempre affermato di non sentirsi un matematico, ma un artista, rivendicando giustamente una dimensione creativa e poetica anche nelle opere che appaiono più razionali: “Vedere due mondi diversi nello stesso identico luogo e nello stesso tempo ci fa sentire come se fossimo in balìa di un incantesimo. Solo un artista ci può dare questa illusione e suscitare in noi una sensazione eccezionale, un'esperienza dei sensi del tutto inedita”. Un esempio caratteristico è offerto da Stelle, la celebre litografia del 1948, dove nel cielo notturno fluttuano diversi solidi regolari ispirati alle illustrazioni leonardesche della Divina Proportione di Luca Pacioli.
Anche in questa sezione si possono individuare diversi momenti. Le incisioni più antiche ricordano gli effetti decorativi della tradizione araba e medievale: un utile ponto di confronto può essere costituito dai motivi a mosaico geometrico dorato nelle transenne marmoree romaiche provenienti dal Museo del Duomo di Pisa. La ricerca di un ipnotico effetto d’infinito è ben rappresentata da una delle incisioni più celebri di Escher, Sempre più piccolo, del 1956.

5- Paesaggi
Escher prova intensamente il fascino del paesaggio italiano: tra il 1922 e il 1935, durante gli anni trascorsi in Italia, ha compiuto numerosi viaggi, con una forte predilezione per le regioni meridionali, dalla Costiera amalfitana alla Calabria, dall’Abruzzo alla Toscana, dalla Sicilia alla Corsica. Frutto di questi viaggi, spesso avventurosi e disagevoli, sono alcune meravigliose incisioni di paesaggio, in cui Escher solo di rado ricorre alle vedute tradizionali, consolidate fin dall’epoca del Grand Tour, e sceglie invece scorci del tutto personali. Pur nell’aderenza alla realtà, Escher coglie gli aspetti dell’inscindibile fusione tra natura e architettura. È significativo che nei suoi paesaggi non compaia mai nessuna figura umana.

6- L’Artista
In questa sezione della mostra, da intendere come un omaggio alla dimensione squisitamente artistica di Escher, sono esposte alcune immagini-simbolo della sua produzione: una serie di dodici piccole litografie del 1921 (proprio il periodo del giudizio negativo dei professori), che appare quasi come un repertorio di modelli su cui esercitarsi; il grande occhio che osserva e trasforma la realtà; le mani che disegnano sé stesse, in un’ipnotica celebrazione dell’abilità tecnica. Va notato che le due mani sono una destra e una sinistra, e sono state probabilmente eseguite da Escher (che era mancino) utilizzando uno specchio. Per usare le stesse parole dell’artista, “La mano è uno strumento miracolosamente raffinato, l’intermediario tra lo spirito e il soggetto”.

7- Architetture fantastiche
Le straordinarie architetture di Escher sfidano le regole della prospettiva classica, e talvolta sono modulate con le deformazioni della visione curva, come nel caso della celebre Balconata del 1945. Anche se Escher non le cita esplicitamente mai, è molto probabile che una fonte d’ispirazione siano le settecentesche Carceri d’invenzione di Giovan Battista Piranesi, la serie di sedici visioni architettoniche di drammatici ambienti con scale, pilastri, volte che si intersecano in modo cupo e suggestivo: in mostra ne vengono proposti alcuni esempi, in confronto con opere come Sopra e sotto e Relatività.

8- Nature
In questa sezione sono raccolte prevalentemente incisioni di soggetto botanico, realizzate lungo un arco di tempo di oltre trent’anni. La sequenza comprende anche uno degli Emblemata, la serie di ventiquattro soggetti simbolici realizzati nel 1931, commentati da motti in latino e in olandese.
L’ultima incisione di questa sezione, Tre mondi, realizzata nel dicembre del 1955, è un capolavoro che illustra ancora una volta il tema del fluire continuo della natura.

9- Autoritratti
Negli anni della maturità e del successo, Escher afferma che “l’ideale del vero artista consiste nel produrre una riflessione cristallina di sé stesso”. Presente in mostra la Mano che sorregge una sfera specchiante (o Autoritratto in uno specchio sferico), una delle ultime opere eseguite dall’artista prima di lasciare l’Italia nel 1935, è una delle immagini più celebri di Escher, quasi il simbolo della sua intera attività.