Esproprio
La mostra intende dimostrare come l’arte sia forza attiva, trasformatrice e creatrice, capace di espropriare al brutto, all’incuria, alla rassegnazione e modificare la totalità del nostro vedere. L’Arte è un dono e non chiede mai nulla perché è generosa nel suo essere.
Comunicato stampa
Oggi il degrado, la fatiscenza e l'abbandono stanno appropriandosi indebitamente della bellezza a causa della negligenza degli uomini. Lo splendore della natura e la sua armonia, sono sempre più usurpate con violenza dalla ingordigia materialista dell'uomo. Ogni giorno nel nostro micromondo quotidiano vediamo come il concetto del bello viene mortificato per semplice disattenzione o per perverso calcolo da burocrazie o egoismi personali. Come suggerisce il titolo, la mostra intende ‘espropriare’ attraverso il linguaggio dell’arte, la bruttezza che ci circonda e riconsegnare spazi e pensieri alla BELLEZZA. Le opere di Giorgio Cattani, Antonello Loriga e Luca Zarattini esposte all’interno di un luogo abbandonato, scoperto quasi casualmente, ma ancora intriso della presenza di un vissuto interiore, si pongono quale riflessione sull'assalto silenzioso che il degrado può portare nei luoghi del nostro vivere intimo. Tra le pareti spoglie e informi che ancora conservano le tracce di presenze passate, gli artisti riflettono sul senso del tempo che porta a rarefare le voci di presenze dimenticate. “Nella fragilità di questo ordito architettonico – dichiara Annamaria Restieri – gli artisti operano, mediante una diversità di linguaggi espressivi, l’esproprio di quei caratteri di assenza e abbandono che si percepiscono da uno spazio inabitato, per dar voce alla potenzialità espressiva e all’essenza profonda di un vissuto ancora presente rendendolo nuovamente fruibile e abitabile.” Il gesto dell’arte si fa così espressione di un fatto sociale e si configura come unico mezzo in grado di entrare nelle crepe del decadimento e ritrovare le tracce di una gradevolezza nascosta.