Esther Stocker – In Defence of Free Forms
La ricerca artistica della Stocker è da sempre incentrata sullo studio delle leggi legate alla
percezione visiva utilizzate però non come mera trasposizione grafica dei loro postulati su tela
o nelle installazioni, bensì come strumenti da sfruttare per allargare la portata comunicativa
delle sue opere.
Comunicato stampa
Dopo Destino Comune, l’installazione ambientale allestita al MACRo – Museo d’Arte
Contemporanea di Roma - e realizzata in collaborazione con OREDARIA Arti Contemporanee,
Esther Stocker torna a Roma con la sua prima personale presso gli spazi espositivi di
OREDARIA.
La ricerca artistica della Stocker è da sempre incentrata sullo studio delle leggi legate alla
percezione visiva utilizzate però non come mera trasposizione grafica dei loro postulati su tela
o nelle installazioni, bensì come strumenti da sfruttare per allargare la portata comunicativa
delle sue opere.
Come afferma l’artista, “anche se di solito non lo sappiamo abbiamo aspettative di forme,
aspettiamo che si comportino in modo prevedibile. Personalmente sono affascinata dal modo in cui
riconosciamo queste aspettative solo quando non sono soddisfatte.”
Esther Stocker
In Defence of Free Forms
In Defence of Free Forms, titolo di questa sua personale, risulta quindi essere una
dichiarazione di intenti che, in modo efficace, racchiude una riflessione sulla sua intera
carriera e, allo stesso tempo, rappresenta un avanzamento sperimentale delle proprie
soluzioni artistiche.
Cosa sono le forme libere? L’artista ne dà una risposta con le installazioni presenti
in questa mostra in cui vengono anche esposti nuovi lavori su tela che rappresentano
uno sviluppo delle sue più note dinamiche espressive. Dalle superfici bidimensionali
l’artista passa con coerenza concettuale e formale alle installazioni ambientali.
Lo spazio principale della galleria è caratterizzato dall’installazione In Defence of Free
Forms – part 1. I vari elementi conducono l’occhio verso il punto di fuga centrale del
corridoio. Le linee sono però frammentate e in alcuni punti si agglomerano a formare
forme più o meno definite.
Queste linee possiedono quindi una libertà rispetto all’ordine geometrico che il nostro
occhio si aspetterebbe da esse. Ci permettono così di cogliere nuove letture dello spazio.
Il graduale diramarsi dei frammenti presenti in questa installazione conduce alle opere
su tela. Sono presentati dei lavori del 2010 e 2011 e una selezione di nuovissime tele che
la Stocker espone per la prima volta in pubblico. Queste ultime sono efficaci prove della
ricerca sulle forme libere che ha portato l’artista ad un importante e ulteriore sviluppo
formale delle sue griglie rese, ora, completamente libere dalle precedenti strutture.
Sul fondo della terza navata l’installazione a parete In Defence of Free Forms – part 3
risulta, invece, come importante testimone del passaggio fra le due e le tre dimensioni,
procedimento che sta alla base dell’operato artistico della Stocker.
Completa il progetto di mostra In Defence of Free Forms - part 2 dove un’accurata
organizzazione di fili neri spazializzano il titolo della mostra. Le forme libere presenti
sulle tele di nuova produzione trovano una loro possibile derivazione da quelle che
visivamente si creano in quest’opera ambientale dove il linguaggio scritto si fa struttura
spaziale.
Gli spazi e gli ambienti creano pensieri. È proprio questa la finalità principale del lavoro
della Stocker, la ricerca di come la sperimentazione legata all’utilizzo della geometria e i
suoi sovvertimenti formali possano generare nuovi stimoli visivi, esperienze esistenziali
e una libertà d’interpretazione connessa alla nostra immaginazione personale.
Esther Stocker è nata a Silandro (Bolzano) nel 1974, attualmente vive e lavora a Vienna (Austria).
Dopo i diplomi presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna e l’Accademia di Brera di Milano, ha proseguito
gli studi all’Art Center College of Design di Pasadena (California, USA). Vincitrice del Preis der Stadt
Wien nel 2009 e dell’Otto-Mauer-Preis nel 2004, i suoi lavori sono stati esposti in numerose gallerie
tra Europa e Stati Uniti. Tra le mostre più recenti si segnalano: “Destino Comune” al MACRO di Roma
(2011), “La solitudine dell’opera (Blanchot)” alla Galleria Studio 44 di Genova (2010), le esposizioni
presso la Galerie Krobath di Vienna e Berlino e la Wannieck Gallery di Brno e le collettive “Abstraction/
Quotidien” presso il Centre d’art Passerelle di Brest (2011), “Originalfunktional. Zeitgenössisches
KünstlerInnenmobiliar aus der Wiener Werk-Stadt” alla Wiener Art Foundation di Vienna (2010) e
“Cella. Strutture di emarginazione e disciplinamento” al Complesso Monumentale di San Michele
a Ripa Grande, Roma (2009). Esther Stocker ha preso parte a numerose collettive presso importanti
spazi istituzionali internazionali, tra i quali ricordiamo il Center for Contemporary Non-Objective Art
di Brussels, il MUMOK - “Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig Wien” di Vienna, la Wiener Art
Foundation di Vienna, il Museion di Bolzano, l’IVAM - “Institut Valencià d’Art Modern” di Valencia,
il Vasarely Múzeum di Budapest, l’Essel Museum di Klosterneuburg, l’SCA - “Sydney College of the
Arts” di Sydney, la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, il Centro per l’Arte Contemporanea
Luigi Pecci di Prato, il Künstlerhaus Palais Thurn und Taxis di Bregenz e il Victorian Arts Center di
Melbourne.