Eterno. Caro Leo…
Lo Spazio Silvio Pasqualini a Venezia presenta una collettiva liberamente ispirata al cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci.
Comunicato stampa
Dal 15 dicembre e fino al 31 marzo 2020, lo Spazio Silvio Pasqualini a Venezia presenta una collettiva liberamente ispirata al cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci nel dialogo di opere inedite e dedicate di Roger Ballen (New York, 1950), Rosario Galatioto (Cordes sur Ciel, 1969), Simon Gaon (New York, 1943), Silvio Pasqualini (Moro d’Alba, 1956) e Isao Tomoda (Tokyo, 1943). La mostra a cura di Annarita Rossi riflette sulla figura enigmatica della Monna Lisa e sulle implicazioni prettamente umanistiche e imperiture del lascito del grande artista rinascimentale. “L’arte, così come la storia, è custodita in luoghi senza porte, in spazi eterni, dove tutto ciò che si è manifestato è mescolabile, amalgamabile e per cui ogni analisi escatologica potrebbe offuscare l’orizzonte della nostra comprensione. Passato e presente sono fusi in un eterno momento di cammino.” Spiega Silvio Pasqualini, nella duplice veste di gallerista e artista e che apre il proprio spazio, presente nei pressi dell’Università Ca’ Foscari dal 2015, ma piuttosto riservato a scambi tra artisti e a dialoghi di stampo umanistico, a una collettiva per la quale Roger Ballen, tra i massimi esponenti viventi della fotografia artistica - e appena omaggiato in Italia dalla retrospettiva dedicatagli dalla Fondazione Sozzani - ha ideato un’opera inedita e pertanto mai esposta e che ha la sua genesi sui muri di Johannesburg.
Dal confronto fra l’opera dell’artista Simon Gaon, considerato l’ultimo maestro espressionista, americano ma di scuola europea, allievo diretto di Oskar Kokoschka e di Arthur Bresler, e la Monna Lisa del giapponese Isao Tomoda, impressionista, dotato di una levatura tecnica unica, nasce la sensazione di venire trasportati in un tratto di storia, in un passaggio nodale, tale da trovarsi di fronte a una visione di potente bellezza. Accade poi nella realtà mutata di Roger Ballen, che la Gioconda diviene psiche, che si fa immagine nuda, portatrice del nostro disagio. Americano di nascita ma sudafricano di adozione, Ballen è forgiatore della realtà in altra realtà, da quella che lui stesso definisce “finzione di documentazione”, ma straziatamene reale e in cui ogni particolare e accessorio non è che un simbolo. Gli occhi di questa Monna Lisa rappresentano un vero e proprio baratro, pericolosamente vicino. Quegli occhi che parallelismi inconsci uniscono alla stessa visione del ciclo pittorico di Silvio Pasqualini, dove occhi intesi sono interpretati come segni inscritti nella storia dell’umanità e nel presente. E’ con questo spirito che nascono le opere di cui “Caro Leo”, a firma di Pasqualini, è emblema del dialogo e del confronto con un “amico” del passato. Paesaggi resi in stratificazioni profonde, liberi da ogni raffigurazione umana, nelle due opere di Rosario Galatioto, francese, originario di Cordes sur Ciel. Nella sua interpretazione, Monna Lisa è incorporea, ma ne appare infine lo sguardo, immenso, sciolto da confini rappresentativi, in cui il paesaggio rinascimentale diviene entità e sostanza. Nell’opera di Galatioto, lo sguardo liberato dall’emblema del mistero è reso in assoluta dolcezza e liberato dal nascondimento. “L’arte è generata spesso da un incidente, un corto circuito: ed è così che nasce la mostra Eterno” - spiega la curatrice, Annarita Rossi - “Poesia muta, come la definiva Leonardo, ma resa in dialoghi serrati, trasposti in opere che sono varchi, passaggi in non-luoghi. A tu per tu con la genialità universale di cui è precursore Leonardo, là dove il tempo è un particolare trascurabile si scandisce il lusso del confronto”. Opening, 14 dicembre, ore 18.30.