Ettore Sottsass – Carlton 1981
In mostra un altro pezzo di design della collezione permanente del Palazzo: la miniatura della celebre libreria Carlton di Ettore Sottsass.
Comunicato stampa
Dal 2 al 25 maggio la vetrina d’arte su strada di garage BENTIVOGLIO ospita un altro pezzo di design della collezione permanente del Palazzo: la miniatura della celebre libreria Carlton di Ettore Sottsass.
La Carlton venne presentata al Salone del Mobile di Milano del 1981 dal mitico Gruppo Memphis, collettivo di design e architettura fondato da Sottsass insieme a Michele De Lucchi, Martine Bedin, Aldo Cibic, Matteo Thun e Marco Zanini. La sua forma antropomorfa non passò inosservata, ottenendo un immediato successo ma anche attirando critiche proprio per la forza dirompente del progetto e delle sue ambizioni.
La combinazione di legno e laminato plastico, poggiante su una base decorata con laminato "Bacterio" – l’inconfondibile pattern disegnato dallo stesso Sottsass, così chiamato proprio per l’assonanza visiva tra questa superficie e i batteri visti al microscopio – ha reso la Carlton un esempio distintivo di utilizzo dei materiali moderni nel campo del design. Il laminato plastico, in particolare, aveva un significato simbolico per Sottsass, che voleva in questo modo dimostrare la possibilità di creare oggetti di design raffinati anche con materiali di consumo.
Per Sottsass la Carlton dimostrava che un oggetto di design non deve essere necessariamente serio e complesso ma poteva attingere a forme giocose, colori sgargianti, essere realizzato con materiali economici ma contestualmente affermare la sua componente autoriale e stilistica.
«La luce artificiale con la sua pervasiva diffusione nelle abitazioni rappresenta forse uno dei cambiamenti sociali più dirompenti. L’arte è invece il campo in cui le sperimentazioni tecnologiche hanno influito maggiormente sul nostro sguardo, consegnandoci statue e quadri illuminati in modo perfetto e omogeneo. Opere che per secoli avevano conosciuto l’ombra finiscono così per trovarsi all’interno delle bianche sale museali, senza più la possibilità di mutare insieme al percorso del sole. Le stanze di Palazzo Bentivoglio, spesso illuminate durante la giornata dalla sola luce che entra dalle finestre sul giardino, permettono ancora di guardare opere e arredi immersi nella penombra, di far disegnare sui muri il vago contorno delle sagome proiettate. La Carlton di Ettore Sottsass è uno degli oggetti di design più rappresentativi del XX secolo e, come tutti i mobili di Memphis, ha la caratteristica di essere egoica, di convogliare verso di sé tutti gli sguardi e non volere altro accanto, “come i monumenti nelle piazze”», racconta Davide Trabucco rispetto alla scelta di questo pezzo e al perché ha voluto portarlo in questo diverso contesto.
La libreria si staglia sul muro con la sua silhouette totemica e attesta la prevalenza della forma sulla funzione, aprendo la strada a innumerevoli librerie che hanno fatto del dato estetico la componente fondamentale, come la Bookworm (1994) di Ron Arad per Kartell.
«Così – conclude Trabucco – grazie a un semplice gioco di luci, una miniatura da collezione della Carlton si proietta sul muro a dimensione umana, portandoci a fissare l’ombra, a farcela sembrare per un attimo reale, come succedeva ai prigionieri nella mitica caverna di Platone».