Eugene Lemay – Ghost witness shadow
Il Piano Nobile di Palazzo Collicola Arti Visive apre le sue quinte settecentesche per ospitare un nuovo progetto d’artista, disegnato in maniera “sartoriale” sul modello domestico delle stanze.
Comunicato stampa
Il Piano Nobile di Palazzo Collicola Arti Visive apre le sue quinte settecentesche per ospitare un nuovo progetto d’artista, disegnato in maniera “sartoriale” sul modello domestico delle stanze. L’approccio con Eugene Lemay segue le consuete regole di un inserimento morbido e inclusivo, ricreato con modi mimetici che si fondono nell’antico senza modifiche sostanziali.
Lo statunitense Eugene Lemay (1960, Grand Rapids, Michigan) torna in Italia dopo la personale romana al MACRO Mattatoio (a cura di Micol Di Veroli, febbraio – aprile 2015). Dimensions of Dialogue era il titolo di quella mostra, una frase che ben racchiude la coscienza etica di Lemay, la natura politica e militante del suo lavoro. Le opere a Palazzo Collicola sono le stazioni di un cammino nel dolore della guerra, nell’ipocrisia della politica, nella fobia e nel terrore che acceca, nelle ferite della carne e in quelle del cuore. L’artista americano conosce il rumore delle bombe, lo stridore delle armi letali, l’odore del sangue che scorre. A 13 anni si trasferì dal Michigan in Israele, passando l’adolescenza in un kibbutz, diventando poi un soldato volontario che ha impugnato le armi e combattuto per Israele. Un’esperienza durissima che ha segnato la sua vita di ebreo americano, plasmando il suo talento come fosse una tempesta che modella una montagna.
La mostra termina domenica 7 ottobre 2018
The Piano Nobile at Palazzo Collicola Arti Visive opens its 18th-century wings to host a new artist's project, designed in a "sartorial" way on the domestic model of the rooms. The approach with Eugene Lemay follows the usual rules of a soft, inclusive insertion, re-created with camouflage ways that blend into the ancient without substantial changes.
American Eugene Lemay (1960, Grand Rapids, MI) returns to Italy after his personal exhibition in Rome at the MACRO Mattatoio (curated by Micol Di Veroli, February - April 2015). Dimensions of Dialogue was the title of that exhibition, a phrase that well encapsulates Lemay's ethical conscience, the political and militant nature of his work. The works at Palazzo Collicola are the stations of a journey in the pain of war, in the hypocrisy of politics, in the phobia and terror that blinds, in the wounds of the flesh and those of the heart.
The exhibition ends on Sunday 7 October, 2018