Eugenio Tavolara – Il mondo magico
Nel 110 anniversario della nascita, si celebra la figura, l’opera e la visione del mondo di Eugenio Tavolara (1901 − 1963), creatore di arti applicate, scultore, designer . È l’artista che ha inventato l’artigianato sardo moderno, e con esso una nuova immagine della Sardegna al crocevia fra attualità e tradizione, radici locali e cultura internazionale.
Comunicato stampa
Si apre il 21 Dicembre 2011 al Tribu di Nuoro la mostra “Eugenio Tavolara. Il mondo magico”, a cura di Giuliana Altea e Antonella Camarda, promossa dall’Assessorato al turismo della Regione Autonoma della Sardegna e realizzata dalla Ilisso Edizioni.
Nel 110 anniversario della nascita, si celebra la figura, l’opera e la visione del mondo di Eugenio Tavolara (1901 − 1963), creatore di arti applicate, scultore, designer . È l’artista che ha inventato l’artigianato sardo moderno, e con esso una nuova immagine della Sardegna al crocevia fra attualità e tradizione, radici locali e cultura internazionale.
Come ricorda Giuliana Altea, “l’attualità e l’importanza del progetto di Tavolara è stata confermata proprio quest’anno in occasione del conferimento del Compasso d’Oro ADI alla XIX Biennale dell’artigianato DOMO, esperimento di craft design che nell’idea di Tavolara di un artigianato sardo per la casa moderna trova le sue radici ideali e i suoi precedenti storici.”
Appassionato di esoterismo e astrologia, affascinato dal passato nuragico e dagli antichi miti e credenze dell’Isola, Tavolara dà corpo a un “mondo magico”: un mondo trasfigurato dall’immaginazione e popolato di presenze, nel quale, come insegna Ernesto De Martino (il cui saggio Il mondo magico uscì nel 1948), i confini tra uomo e natura, soggetto e oggetto, sono ancora labili e fluttuanti.
La mostra si snoda secondo un percorso tematico che esplora il mondo creativo di Tavolara attraverso quattro temi centrali della sua opera:
Dal progetto all’oggetto indaga il metodo di lavoro dell’artista tramite i materiali del suo archivio e presenta una serie di figure che hanno collaborato con lui: gli artisti Tosino Anfossi, Mario Pompei, Gavino Tilocca, l’intagliatore Pasquale Tilloca, e i moltissimi artigiani della Sardegna che hanno realizzato i suoi progetti.
Primitivo/Moderno mette a fuoco il particolare intreccio di motivi tradizionali e suggestioni contemporanee dell’opera di Tavolara, ricca di rimandi all’arte popolare sarda e alle culture ‘primitive’ di varie parti del mondo, ma al tempo stesso in sintonia dapprima con il cubismo e il futurismo, quindi, nel secondo dopoguerra, con gli sviluppi del design italiano e internazionale.
I pupazzi di Tavolara, realizzati fra gli anni Venti e Cinquanta, mettono in scena il mondo tradizionale sardo, nei suoi riti sacri e profani, nella quotidianità della vita contadina così come nell’animazione popolaresca delle città. Uno sguardo partecipe ma al tempo stesso ironico: la rappresentazione di un mondo fiabesco e farsesco, non diverso da quello raccontato da Collodi nelle Avventure di Pinocchio, protagonista non a caso di una bella serie presente in mostra.
Nella selezione di tessuti e tappeti - molti mai esposti prima - e degli altri manufatti realizzati su progetto dell’artista, emerge lo studio attento e intelligente dell’arte africana, attraverso cui si risale ai principi modernisti di purezza della forma e fedeltà ai materiali.
Il sacro esamina il tema religioso presente tanto nelle arti applicate quanto – soprattutto - nella scultura dell’artista, dai piccoli rilievi in legno degli anni Trenta alla grande Porta della Chiesa della Solitudine del 1954. Tavolara guarda qui indietro non più al mondo primitivo, ma a quello medievale delle corti e dei cantieri delle cattedrali, richiamandosi alla scultura gotica e romanica. Al tempo stesso l’arte popolare dà lo spunto alla rielaborazione di simboli e figure carichi di significati religiosi ed esoterici. Nella scultura come nelle arti applicate, questi riferimenti si incrociano e si fondono in opere ricche di fascino e armonia.
Mito e leggenda si incentra sull’aspetto fantasioso, mitico, fiabesco che caratterizza una gran parte della sua opera, a partire dall’attività giovanile di disegnatore – qui presentata per la prima volta – fino alle sculture e ai progetti di design della maturità.
Nel delizioso gruppo di disegni degli anni Venti recentemente ritrovati, nella freschezza ed ingenuità delle soluzioni formali emerge già appieno la personalità di Tavolara e la sua visione del mondo: un mondo magico appunto, permeato di spiritualità, legato alla storia e incline al fantastico.
L’epoca del mito è per Tavolara tanto quella classica, popolata di figure mitologiche (il Minotauro, le Sirene, Ercole - simbolo alchemico e soggetto di un grande rilievo inedito), .quanto quella nuragica, popolata da maghi - guerrieri protagonisti di una grandiosa civiltà. Ma è forte anche il mito della modernità, di cui è emblema l’energia elettrica raffigurata attraverso dardi, ingranaggi e una simbologia solare nel rilievo per il Palazzo dell’Enel a Cagliari (1962).
“La continuità fra passato e presente - nota Antonella Camarda - come espressa nel grande rilievo in steatite per il negozio Olivetti di Sassari (1952) segna l’identità fra arcaico e contemporaneo che è elemento fondante della visione del mondo di Tavolara”. Un'atemporalità che non porta però Tavolara a rinchiudersi in sé stesso, ma è anzi il punto di partenza per un intervento concreto nel reale e nel presente, come artista e ancor più come designer, a servizio di un’idea di Sardegna autentica, ricca di tradizioni e unica nella sua cultura e nella sua storia, ma aperta al dialogo e inserita saldamente nella modernità internazionale.
Nel catalogo della mostra, in uscita a breve, i saggi delle curatrici Giuliana Altea e Antonella Camarda e un contributo di Cecilia Mariani illustreranno le nuove prospettive critiche sull’artista, ed il ricco apparato fotografico conterrà fra l’altro il corposo gruppo di opere inedite presenti in mostra.