Eugenio Tibaldi – Balera
Il nuovo progetto traccia una linea di continuità con la mostra Più in là che Abruzzi curata da Simone Ciglia
al MuMi – Museo Michetti di Francavilla a Mare nel 2019.
Comunicato stampa
La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, sabato 18 dicembre, l’ultima mostra personale di
Eugenio Tibaldi, dal titolo Balera.
Il nuovo progetto traccia una linea di continuità con la mostra Più in là che Abruzzi curata da Simone Ciglia
al MuMi – Museo Michetti di Francavilla a Mare nel 2019.
Seguendo una pratica oramai divenuta metodo, il lavoro di Tibaldi si struttura a partire da meccanismi e
dinamiche di specifici luoghi, quasi sempre marginali, per provare a riflettere su una condizione ricorrente
delle comunità umane pervase da logiche di consumo occidentali.
Ponendosi come strumenti di lettura di una contemporaneità sempre più marginale, i lavori ripensati
dall’artista per gli spazi della galleria, tentano un’uscita dall’idea di “grande narrazione”, focalizzando così
l’attenzione su quei dettagli specifici di un reale spesso mediocre e imperfetto. L’interesse slitta così dal
centro verso l’esterno, nei confronti di tutte quelle pratiche informali che mosse da un estremo dinamismo,
determinano i cambiamenti nell’estetica di riferimento.
Abbandonando qualsiasi presunzione di rappresentazione della realtà, di una fede nella verità univoca,
Balera affida la dinamica creativa alla percezione, in un insieme di sensazioni singolari e non funzionali. Le
tre installazioni e i rispettivi disegni progettuali, si pongono come lettura delle differenti visioni di alcuni
abitanti Abruzzesi sulla percezione della propria emarginazione. Il bacino di utenza a cui l'artista si è rivolto
attraverso la somministrazione di un questionario, è quello determinato dal bando Abruzzo Include, in cui le
stesse persone autocertificavano una condizione di marginalità. Se quindi un sentimento personale di
esclusione sociale, politica, economica e culturale diventa per le stesse istituzioni un parametro
fondamentale, la ricerca di Tibaldi sembra affermare che la verità e la realtà intesi come concetti-feticcio non
sono altro che la percezione che si trasforma nella versione più credibile.
Per questa ragione, privando le tre stanze della galleria dell’illuminazione tradizionale, queste perdono la
funzione di contenitore e vengono trasformate dalle installazioni di Tibaldi in un luogo attivo, vivo, intimo, in
cui le sensazioni espresse dai singoli oggetti che compongono le sculture cambiano in base al variare delle
condizioni naturali di luce.
Balera definisce così una nuova possibilità del modello di analisi sul concetto di margine, strutturato da
Tibaldi negli ultimi progetti secondo regole quasi scientifiche, ma mai lineari, che mirano a definire un
sentimento comune della provincia intesa come spazio “internazionale”. Non a caso dalla regione Abruzzo,
storicamente considerata come il confine estremo del regno Borbonico, questi lavori ritorneranno verso il
centro di una nuova periferia.
Biografia
Eugenio Tibaldi, nato ad Alba nel 1977, ha frequentato (CSAV), Fondazione Antonio Ratti, Como, Domus
Academy ad Istanbul ed è stato Affiliated Fellowship presso l’American Academy di Roma.
Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in istituzioni italiane e all’estero, fra cui: Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2007), Manifesta 7, Bolzano (2008), International Centre of
Contemporary Art, Bucarest (2009), Museo Madre, Napoli (2010) Thessaloníki Biennale of Contemporary
Art (2013), XII Biennale de L'Avana (2015), Museo Ettore Fico, Torino (2016), Palazzo del Quirinale (2017),
Museum MCDA Manila, (2017), IIC new York (2017). Museo MAXXI, Roma (2018), Biennale di Venezia,
Padiglione Cuba (2019), Museo del 900 Milano (2019), Palazzo delle Esposizioni, Roma (2020), Tenuta
dello Scompiglio, Capannori, LU (2021), Pav Parco Arte Vivente, Torino (2021).
Dal 2001 collabora attivamente con la galleria Umberto Di Marino, con la quale ha realizzato tre mostre
personali negli spazi di Napoli, Points of view (2007), supernatural (2010) e Bubo (2013); due mostre
personali nella sede di Giugliano, Bestiario (2001) e Landscape (2004); due mostre collettive
What you think you see, you see not (2012), Why? Because life... (2013); e progetti in altri spazi come
Processo alla Natura allo Spazio Maria Calderara, Milano (2018) e Habitat 01 ad Aquapetra Parco D’Arte,
Telese Terme (2020).