Eugenio Tibaldi – Questione di appartenenza

Informazioni Evento

Luogo
MADRE - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA DONNAREGINA
Via Settembrini 79, 80139 , Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato 10.00 ⋅ 19.30 — Domenica 10.00 ⋅ 20.00
La biglietteria chiude un'ora prima / Martedì chiuso / Lunedì ingresso gratuito

Vernissage
13/01/2016

ore 12

Biglietti

Intero: € 7.00 Ridotto: € 3.50

Artisti
Eugenio Tibaldi
Curatori
Fabrizio Tramontano
Generi
arte contemporanea, presentazione

Presentazione del progetto “Questione di appartenenza” di Eugenio Tibaldi e delle opere realizzate nel corso del workshop con gli studenti del Liceo-Ginnasio “ G. B. Vico” di Napoli.

Comunicato stampa

Mercoledì 13 gennaio 2016 (ore 12:00, Sala delle Colonne, primo piano) al museo MADRE di Napoli verrà presentato il progetto Questione di appartenenza dell'artista Eugenio Tibaldi, a cura di Fabrizio Tramontano, insieme alle opere – cinque arazzi su carta descrittivi di una psico-geografia di alcune aree del centro storico di Napoli – realizzate nel corso di un workshop con alcuni studenti del Liceo-Ginnasio “ G. B. Vico” di Napoli. Oltre all'artista e al curatore, saranno presenti il presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Pierpaolo Forte, il direttore del MADRE Andrea Viliani, la dirigente del Liceo-Ginnasio “G.B. Vico” Maria Clotilde Paisio e le docenti Luciana Soravia, Giovanna Pastore e Ileana Passerelli, coordinatrici del progetto, frutto di una convenzione stipulata tra scuola e museo, sul modello alternanza scuola-lavoro.
Il progetto Questione di appartenenza prende forma nel 2014, dopo un anno di residenza nel centro storico di Napoli dell'artista Eugenio Tibaldi che, nel tentativo di cogliere la “porosità” dei luoghi, identifica quattro distinte aree geografiche (Quartieri Spagnoli, Centro storico-Forcella, Sanità, Materdei-Montesanto), in cui una porzione consistente di popolazione residente vive con regole alternative a quelle ufficiali, all'interno di un disordine solo apparente che risponde, in realtà, ad un preciso apparato strutturale micro-sociale.

La mappatura dei luoghi avviene all'interno di un workshop sulla lettura del territorio e delle sue periferie, condotto presso il liceo “G.B. Vico” di Napoli. Trenta studenti del IV e V ginnasio, divisi in cinque gruppi, utilizzando il proprio smart phone (strumento del tempo, ma anche di coesione sociale, che annulla le differenze di status), fotografano edicole votive, porte di accesso ai 'bassi', finestre, cassette per le lettere, stendi-panni, paletti, tubi dell'acqua, cavi, condizionatori e inoltre insegne, graffiti e necrologi: più di 24mila immagini da cui sono stati selezionati scatti per la composizione di collages poi ricomposti in cinque grandi arazzi di carta di Eugenio Tibaldi. Nel processo innescato dal progetto gli studenti sono stati quindi chiamati a scontornare singoli elementi costitutivi del centro storico di Napoli, mediante l'eliminazione di tutto il superfluo, restituendo una testimonianza di un modo di vivere e un sistema valoriale ed estetico fortemente connotato dalla porosità tra spazi, cose e persone, in un contesto caratterizzato da un grande senso di appartenenza.
Le opere risultanti resteranno esposte al museo MADRE (Sala delle Colonne, primo piano) fino al 18 gennaio 2016 e saranno oggetto di specifiche visite guidate a cura degli stessi studenti coinvolti nel progetto. I cinque grandi arazzi prodotti nell’ambito del progetto sono costituiti da tende forate usate come filtro attraverso cui guardare la complessità del mondo informale, un enorme ricamo traforato su carta fragile, una lente per guardare non il singolo dettaglio, dal puro valore storico-documentale, ma capace di restituire un'immagine globale, un archivio visivo del centro storico di Napoli, in grado di raccontarne i fenomeni sociali ed estetici. Un luogo in cui il confine fra formalità e informalità, legalità ed illegalità non è più così marcato, in cui il vuoto istituzionale viene colmato da un caos funzionale e funzionante che modifica la percezione degli spazi, rendendoli elastici e mobili, annullando il confine fra pubblico e privato, fra interno ed esterno.

Eugenio Tibaldi è nato ad Alba (Cuneo) nel 1977. Vive e lavora a Napoli.
Mostre personali recenti: 12 Bienal de La Habana, L’Avana, Cuba 2015; Red Verona, Galleria Studio la Città, Verona 2015; Archeologia/Contemporanea_02 (con Giuseppe Stampone), Museo Archeologico Statale, Ascoli Piceno, I, 2013; BUBO, Galleria Umberto Di Marino, Napoli, 2013; Supernatural, Galleria Umberto Di Marino, Napoli, 2010; Transit–4, Project Room Museo Madre, Napoli e State Museum of Contemporary Art, Salonicco, 2010; My Personal Bridge, Expòsito, Napoli, Plattform Garanti, Instanbul e Castello di Terra Murata, Procida, 2008; Paris Photo Statement, Galleria Umberto Di Marino, Napoli; Points of View, Galleria Umberto Di Marino, Napoli, 2007. Mostre collettive selezionate: 4th Tessaloniki Biennale of Contemporary Art, Tradition – Reversal, State Museum of Contemporary Art, Salonicco; Premio Un'Opera per il Castello, II edizione, artista finalista, Castel Sant'Elmo, Napoli; Premio Maretti, IV edizione, PAN Palazzo delle Arti di Napoli, Napoli; Storie italiane, Arte Fiera Bologna; NA.TO L'arte del presente il presente dell'arte, Ex Manifattura Tabacchi, Torino; Non vedi quello che credi di vedere, Galleria Umberto Di Marino, Napoli; Fragments from Nowhere, Palazzo Ducale, Sassari; Transient Space–The Tourist Syndrome, Neue Gesellschaft für Bildende Kunst e Kunstraum Kreuzberg/Bethanien, Berlino.