Eva Frapiccini – Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l’Anima
Le associazioni culturali Connecting Cultures e Isole presentano per la prima volta al pubblico Il Pensiero Che Non Diventa Azione Avvelena L’anima dell’artista Eva Frapiccini, progetto vincitore della prima edizione del bando Italian Council 2017, concorso ideato e sostenuto dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.
Comunicato stampa
IL PENSIERO CHE NON DIVENTA AZIONE AVVELENA L’ANIMA
un progetto di Eva Frapiccini
a cura di Connecting Cultures e Isole
15 GIUGNO 2018
INCONTRO PUBBLICO SU ARTE, MEMORIA E LEGALITÀ
Biblioteca Comunale di Palermo // 10.00-13.30
INAUGURAZIONE OPERA
Archivio Storico Comunale di Palermo // Sala Almeyda // 17.30
Venerdì 15 giugno 2018 le associazioni culturali Connecting Cultures e Isole presentano per la prima volta al pubblico Il Pensiero Che Non Diventa Azione Avvelena L’anima dell’artista Eva Frapiccini, progetto vincitore della prima edizione del bando Italian Council 2017, concorso ideato e sostenuto dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.
Il progetto
Ideato nel 2014, nell’ambito di un progetto espositivo sul tema della legalità, a cura di Connecting Cultures, Isole e Caterina Niccolai, presso il Tribunale di Palermo, il lavoro di Frapiccini prosegue oggi con una nuova serie di residenze nel capoluogo siciliano, per portare a termine la sua indagine sulle vittime e i protagonisti delle guerre di mafia.
Attraverso la documentazione fotografica di appunti, agende, indagini, rinvenuti presso archivi pubblici e privati, l’artista sottolinea il valore di testimonianza intima e intellettuale dei documenti quotidiani, quale traccia del pensiero e dell’azione che sostanziano i singoli percorsi di lotta.
Nonostante il forte portato storico, politico e morale che li caratterizza, questi documenti stupiscono a volte per la loro semplicità e la capacità di comunicare in modo diretto dettagli e sfaccettature di una scelta di vita. L’intera ricerca è condivisa, attraverso un complesso lavoro sul campo, con le associazioni promotrici, in un percorso comune di indagine e riflessione sul senso della testimonianza e della memoria.
Il progetto di Eva Frapiccini, concepito come un percorso di partecipazione e di coinvolgimento attivo delle realtà locali (enti pubblici, scuole, associazionismo, imprenditori e artigiani locali), attraverso incontri e laboratori didattici, confluisce oggi in una mostra che accoglie il risultato di un lavoro corale.
L’opera esposta presso la sede dell’Archivio Storico Comunale di Palermo è un’installazione concepita come un archivio mobile consultabile dallo spettatore, una struttura in ferro battuto che contiene le fotografie incorniciate dei documenti unici, altrimenti non visibili. Il lavoro fotografico assume dunque l’aspetto della testimonianza e della ricerca, inserendosi a sua volta nel contesto di un importante archivio storico e dialogando con esso.
Il progetto si inserisce nell’ambito di due eventi culturali di calibro internazionale: il programma di Palermo Capitale della Cultura Europea 2018 e Manifesta 2018.
Dopo la prima importante inaugurazione a Palermo nel giugno 2018, l’opera verrà inoltre esposta e presentata ad un pubblico internazionale all’interno dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles.
Il progetto si conclude con l’acquisizione dell’opera da parte del Museo comunale d’arte moderna, dell’informazione e della fotografia di Senigallia (AN) che ne organizzerà un’ulteriore esposizione temporanea, prima di accoglierla nelle proprie collezioni.
Il pensiero che non diventa azione avvelena l’anima è realizzato con il Patrocinio del Comune di Palermo – Assessorato alla Cultura e Assessorato alle Politiche Giovanili, Scuola, Lavoro, Salute.
Hanno collaborato: Accademia di Belle Arti di Palermo – Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Arte; Archivio Storico Comunale di Palermo; Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles; Liceo Artistico Catalano di Palermo; Liceo Artistico Ragusa-Kiyohara di Palermo; MUSINF - Museo d'Arte Moderna, dell'Informazione e della Fotografia di Senigallia.
Media Partner: Exibart
SI RINGRAZIANO PER LA COLLABORAZIONE AL PROGETTO E PER LA MESSA A DISPOSIZIONE DEI LORO ARCHIVI:
Enti, associazioni, archivi privati:
Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato ONLUS, Cinisi (PA); Centro Diocesano di Palermo; I.C.S. Padre Pino Puglisi, Brancaccio; Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato"; Istituto Gramsci Siciliano per fondo Nisticò, fondo La Torre, fondo Terranova, Palermo; Fondazione Giuseppe Fava, Catania; Memoriale Falcone e Borsellino, Tribunale di Palermo.
Familiari delle vittime:
Francesca e Giuseppe Maria Andreozzi; Flora, Augusta e Vincenzo Agostino; Manfredi Borsellino; Giovanni Chinnici; Michele Costa; Valentina Rigano D'Aleo; Giulio Francese; Emanuela, Selima ed Ines Leotta Giuliano; Alice Grassi; Carmine e Franco Mancuso; Marene Ciaccio Montalto; Dario Montana; Tina Martinez Montinaro; Salvatore Lorusso; Maddalena Rostagno; Antonio Scaglione.
Si ringraziano per il loro supporto:
Francesco Deliziosi, giornalista del Giornale di Sicilia; Franco Nicastro, storico e giornalista; Ignazio De Francisci, Procuratore generale di Bologna; Antonello Marini, Assistente Capo Tecnico Polizia di Stato, Palermo; Salvo Palazzolo, giornalista de La Repubblica; Giovanni Papa Arcuri, responsabile del Memoriale Falcone e Borsellino, Tribunale di Palermo.
Incontro pubblico su Arte, Memoria e Legalità e
Presentazione del progetto
Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l'Anima
Biblioteca Comunale di Palermo
10.00-13.30
La mostra dell’artista Eva Frapiccini è un’occasione per invitare altri soggetti attivi a livello nazionale a riflettere insieme sui temi della legalità e della memoria, attraverso la lente dell’arte, nella costruzione di una pratica culturale interdisciplinare. In quest’ottica, la giornata di incontro presso la Biblioteca Storica Comunale di Palermo diventa non solo una presentazione al pubblico del lavoro Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l'Anima, ma anche un momento di riflessione, in cui, al racconto dei curatori del progetto e dell’artista, si alternano diverse voci e testimonianze del mondo artistico e culturale, dalla fotografia al teatro, dalla graphic novel al video-documentario.
Ricollegandosi ai temi affrontati nell’opera dell’artista, l’incontro propone una piattaforma di confronto sull’Italia del presente e sulla percezione del concetto di legalità dal punto di vista delle pratiche creative. Attraverso gli interventi e la visione di materiali audio e video, si ragionerà sulle potenzialità delle espressioni artistiche di stimolare nuove e inedite chiavi di lettura - anche nelle generazioni più giovani - sulla storia e sulle vicende che hanno profondamente influenzato lo scenario politico, sociale e culturale italiano degli ultimi 40 anni.
Inoltre, l’opera dell’artista - focalizzandosi sulle carte e i documenti privati delle vittime di mafia - apre ad un altro tema chiave: l’Archivio della Memoria. Come possiamo restituire valore e dignità, nel 2018, alle azioni quotidiane di uomini e donne che hanno liberamente deciso di combattere un sistema corrotto e ne hanno fatto una vocazione personale, non da eroi, ma da persone comuni, dedite al proprio lavoro e fedeli ad una personale cultura della legalità? In tal senso, i documenti, gli appunti manoscritti, conservati dalle famiglie delle vittime o presenti negli Archivi di Stato, nelle Questure, nei Commissariati di Polizia e nelle biblioteche, restano ad oggi l’unica testimonianza di tale vocazione e, in quanto tali, dovrebbero essere trasmessi e valorizzati. Un invito, questo, che chiude l’incontro, ma che lascia aperta una riflessione più ampia sull’importanza dell’archiviazione di queste carte private, sul significato della loro conservazione e della loro successiva fruizione.
PROGRAMMA
Ore 10.00 // Saluti istituzionali
Andrea Cusumano, Assessore alla Cultura - Città di Palermo
Eliana Calandra, Direttore Archivio Storico Comunale di Palermo
Federica Galloni, Direttore Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo
Ore 10.30 // I SESSIONE > Presentazione progetto
Anna Detheridge, Presidente Connecting Cultures
Costanza Meli, Curatrice e Presidente Associazione Isole
Eva Frapiccini, Artista
Carlo Bugatti, Direttore MUSINF - Museo d'Arte Moderna, dell'Informazione e della Fotografia
Ore 11.30 // II SESSIONE > Arte e Legalità
Antonio Calabrò, Direttore di Fondazione Pirelli e Vice Presidente di Assolombarda
Pasquale Scimeca, regista e direttore didattico del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo.
Marco Rizzo, giornalista e scrittore
Fabrizio De Pascale, regista - Proiezione documentario Una strage ignorata di Fabrizio De Pascale e Roberto Carotenuto, per la Fondazione Argentina Altobelli, dedicati ai familiari di alcuni dei sindacalisti agricoli uccisi dalla mafia nel secondo dopoguerra.
Ore 13.00 // III SESSIONE > Discussione aperta al pubblico
Segue rinfresco
MOSTRA
Il Pensiero che non diventa Azione avvelena l'Anima
un progetto di Eva Frapiccini
a cura di Connecting Cultures e Isole
16 giugno-30 agosto 2018
Inaugurazione: 15 giugno, ore 17.30
Sala Almeyda - Archivio Storico Comunale di Palermo
L’opera ideata da Eva Frapiccini è il frutto di un progetto partecipativo che ha coinvolto archivi storici e centri studi sulle mafie, familiari delle vittime, scuole e biblioteche di Palermo e del resto di Italia, in un percorso di ricerca sui personaggi che hanno caratterizzato la stagione di lotta alla mafia tra gli anni ’70 e ’90 del XX secolo. L’approccio scelto dall’artista focalizza la dimensione intima che si manifesta nelle testimonianze del lavoro di magistrati, giornalisti, sindacalisti e ispettori di Polizia, o cittadini che hanno speso la propria vita contro la mafia. Attraverso la documentazione fotografica il progetto mette in luce gli strumenti quotidiani, come appunti, discorsi, registri e note, raccolti e custoditi nei molti archivi privati. Il lavoro dell’artista è dunque un archivio in fieri, che tramite un’installazione accessibile, consultabile e coinvolgente, invita il pubblico ad addentrarsi nella quotidianità dei singoli percorsi. L’analisi dell’artista è rivolta in particolare alle relazioni tra le linee investigative che sono state seguite in parallelo, o a distanza di anni, da persone diverse. Tali piste sono state interrotte poiché costituivano una minaccia per i traffici mafiosi; le persone sono state uccise, ricorda l’artista con questo lavoro, proprio perché troppo brave nella loro Azione. Ogni scatto fotografico presentato in mostra desidera sottolineare l’importanza di questa Azione costante, al di là dell’iconologia costruita sulle vittime e sugli eroi. La ricerca di Frapiccini si muove verso questa brillantezza di pensiero tra le scelte dei commissari, le inchieste dei giornalisti, gli slogan scelti dagli attivisti per incitare il coraggio dei siciliani, le dichiarazioni degli imprenditori contro il pizzo, i disegni di legge dei politici più impegnati.
L’installazione
La struttura-archivio, che esternamente si presenta come un unico corpo cubico, è composta internamente da 6 moduli montati verticalmente su dei cassetti estraibili a mò di singoli espositori fotografici, dentro i quali verranno incastonate a coppie le fotografie. La struttura-archivio è collocata sopra una pedana in legno, circoscritta dai 4 pilastri centrali della Sala Almeyda. Lo spettatore ha così modo di “entrare” fisicamente nel cubo e visionare in modo coinvolgente ciascuna delle fotografie contenute nell’archivio. Questa installazione, pensata per rendere le immagini facilmente accessibili al pubblico, consente, al tempo stesso, una fruizione personale ed intima dell’archivio. È inoltre concepita come opera componibile e modulare e le fotografie in essa contenute possono essere, all’occorrenza, estratte ed allestite singolarmente a parete.
I laboratori con le Scuole e con l’Accademia di Belle Arti di Palermo
La realizzazione dell’opera e l’allestimento della mostra ha coinvolto due Scuole Secondarie Superiori - Il Liceo Artistico Catalano e il Liceo Artistico Ragusa-Kiyohara, grazie alla mediazione dell’Assessorato Politiche Giovanili, Scuola, Lavoro, Salute.
Entrambi i licei sono stati coinvolti in un Laboratorio di narrazione e mappatura urbana, volto a fornire l’apparato storiografico e di ricerca che accompagna la mostra. Durante gli incontri con l’artista, gli studenti sono stati invitati a sviluppare un’indagine su alcuni dei protagonisti della lotta alla mafia, avvalendosi di strumenti analogici e digitali, sotto la guida dei docenti che hanno preso parte al progetto. Attraverso ricognizioni fotografiche di mappatura urbana, i ragazzi sono stati stimolati a percorrere i luoghi del proprio contesto quotidiano, le strade della città, in cerca dei luoghi in cui sono avvenuti gli attentati di mafia e che ad oggi conservano la traccia di quella tragica memoria. Le informazioni raccolte hanno quindi contribuito alla realizzazione delle schede storiche esposte nelle teche, che arricchiscono l’apparato didattico e narrativo dell’opera.
Il Liceo Ragusa-Kiyohara, grazie alla disponibilità delle attrezzature scolastiche, è stato coinvolto in un Laboratorio creativo di falegnameria, grafica e serigrafia, finalizzato alla realizzazione pratica dell’installazione, sotto la guida diretta dell’artista e dei docenti responsabili delle sezioni specifiche. Il lavoro è consistito, in particolar modo, nella costruzione della pedana lignea sottostante l’opera e nella realizzazione della grafica promozionale della mostra.
Infine, con l’Accademia di Belle Arti di Palermo, è stato attivato un Laboratorio di didattica museale e fotografia, rivolto ad un gruppo di studenti, guidato dalla docente Emilia Valenza (Coordinatrice del corso di Comunicazione e Didattica dell’Arte). In un modulo di tre incontri, gli studenti hanno avuto modo di compiere i sopralluoghi necessari presso la sede espositiva dell’Archivio Storico Comunale, durante i quali sono stati formati sulle tematiche e le caratteristiche del progetto artistico e dell’allestimento. Il percorso didattico è stato inoltre finalizzato alla preparazione di una serie di visite guidate per il pubblico della mostra durante i mesi di giugno, luglio e agosto 2018.