Eva-sioni
Eva-sioni: Andare “fuori”, allontanarsi, fuggire dal luogo in cui uno e’ chiuso, allontanamento, distrazione da ciò che opprime. Questo è ciò che l’etimologia della parola ci insegna, metafora esistenziale del nostro vivere.
Comunicato stampa
Eva-sioni: Andare “fuori”, allontanarsi, fuggire dal luogo in cui uno e' chiuso, allontanamento, distrazione da ciò che opprime. Questo è ciò che l’etimologia della parola ci insegna, metafora esistenziale del nostro vivere: siamo “fuori” sin dal nostro uscire dall’utero materno, evasi sin dal momento della nostra nascita, nati liberi. Eva-sioni è da subito stata la parola cui Andrea Novembre e Katia Olivieri hanno pensato nel progettare questa doppia personale di due artisti dal linguaggio e dagli approdi artistici diversi, che hanno scelto di mettersi in dialogo per proporre il loro personale concetto di evasione: Duilio Forte con la sua scultura eterea, Andy Fluon con il suo fluo mondo- newpop. Eva-sioni come momento di leggerezza, come momento di riflessione, come momento di ricerca che crede nelle infinite possibilità di mescolare e far dialogare i linguaggi, in un progetto di Arte e Design, Ideazione e Visione. Opere site-specific, performance, video-arte, musica e pittura: tutto si fonde in uno spazio, Palazzo Vernazza a Lecce, che diventa contenitore di nuove visioni contemporanee.
Duilio Forte - Artista di origine italiana e svedese, svolge attività di ricerca nel campo dell’arte con particolare attenzione alla dimensione spaziale. “La sua opera è finalizzata alla realizzazione della scenografia del quotidiano, l’universo epico in cui si muovono gli esseri umani. L’esperienza pratica della tradizione svedese con l’attenzione alla natura ed alla semplicità si fondono con il grande respiro e complessità della storia e della cultura artistica italiana. Una scultura che si ispira alla mitologia norrena per affermare la necessità di ancorarsi al passato per guardare al futuro” Quelle di Duilio Forte, Sleipnir Asgard, Mammuthus Belli, Turris Asgard Venti sono alcune delle opere in mostra che si ispirano a mondi leggendari e lontani. Strutture fruibili e pertanto vivibili, spazi onirici in cui l’evasione diventa la chiave di accesso per la comprensione di opere dal forte impatto visivo ed emozionale.
Andy Fluon - Artista italiano a tutto tondo, consolida negli anni il suo fortissimo codice pittorico e lo applica non solo alle tele, ma anche alla decorazione di oggetti di design, stoffe, strumenti musicali, sviluppando così una carriera di ampio respiro internazionale, portando con sé la sua evasione Pop Fluon. Fluon è suo quartier generale e nucleo creativo con sede a Monza che riassume nel nome una filosofia di arte e di vita. Come sottolinea lo stesso autore: “FLU come la fluorescenza, ma anche l’inFLUenza, entrambe da emettere e ricevere in flusso continuo e in un costante mode ON: acceso.” Il mondo che ci presenta l’eclettico Andy Fluon è quello della figurazione new-pop: in The art of dream, Black Genius, Darling Alien, come nelle altre opere in mostra, l’utilizzo di colori fluo e dell’iconografia pop sono escamotage per la creazione di un personale linguaggio iconico denso di richiami alla storia dell’arte, della musica, della cultura ed in cui i personaggi sono come sospesi in una nostalgica atemporalità.
Ad accompagnare la visione della mostra Franco G.Livera, apprezzato artista pugliese presente nell’Archivio GAM di Torino, con il video realizzato per quest’occasione, Marta, metafora di una bambina nel suo passaggio da baco a farfalla, ispirate alla tradizione alchemica ai simboli filosofici e religiosi, e Atrophia, in cui scene dense ed oniriche si stagliano vorticosamente in spazi reali e claustrofobici, entrambi racconti brevi ma da di forte intensità psicologica.
Nella serata di inaugurazione domenica 13 maggio 2012 alle ore 19.00, un ibrido Massimiliano Manieri in Azione13, uomo-albero a metà strada fra umano e post-umano, artificio e natura, introdurrà il pubblico negli spazi di Palazzo Vernazza, con il marchio di una poetica sempre più caratterizzata per esprimere, con gesti muti e allusivi, i possibili rischi della deriva dell’uomo contemporaneo.