Expanded Without / A View from Above
Alle OGR Torino il progetto espositivo si focalizza su opere nelle quali l’immagine è prodotta senza ricorrere alla macchina fotografica o altri strumenti di registrazione della realtà. In A View from Above, invece, adottando la prospettiva verticale come punto di vista principale, la mostra esplora il modo in cui il nostro sguardo sul paesaggio mediato dall’obiettivo fotografico sia cambiato negli ultimi decenni
Comunicato stampa
A View From Above
GROUP SHOW
Date
02.05—02.06.2024
Location
OGR Torino
Curated by
Domenico Quaranta, Salvatore Vitale and Samuele Piazza
Artists: James Bridle, Laura Cinti, Mario Giacomelli, Mishka Henner, Hiwa K, Tabita Rezaire, Evan Roth, Susan Schuppli, Tomas Van Houtryve
Negli ultimi anni la visione dall’alto, un punto di vista un tempo eccezionale e riservato a persone di potere e ad agenti non umani come uccelli, angeli e divinità, è diventata diffusa e accessibile. Nel 2011, l’artista e scrittrice Hito Steyerl ha introdotto il concetto di “prospettiva verticale” per affrontare “l’abbandono di un paradigma stabile di orientamento” e per descrivere ciò che può essere visto, a tutti gli effetti, come l’emergere di un nuovo regime scopico.
Sostituendo l’orizzonte stabile e il ruolo svolto dalla prospettiva lineare nel corso della modernità, la prospettiva verticale ha stabilito “una nuova normalità visiva”, saldamente radicata negli strumenti di sorveglianza e guerra. Inizialmente percepita come una liberazione e un nuovo modo di vedere, la prospettiva verticale perde la sua presa romantica per identificarsi con il punto di vista del potere che uccide e controlla quando satelliti e droni entrano in gioco. Sempre frutto di un’esperienza del mondo costruita e assistita dalle macchine, la prospettiva verticale delocalizza e, in ultima analisi, de-umanizza lo sguardo, consentendo uno sguardo divino sulla realtà non solo in termini di posizione, ma anche nel modo in cui cattura informazioni e dati aggiuntivi, guardando attraverso la realtà invece di attenersi alla sua superficie, e generando “immagini totali” che sono insieme immagini e mappe, rappresentazioni e visualizzazioni, e erodono la distinzione tra luogo e spazio.
Adottando la prospettiva verticale come punto di vista principale, la mostra esplora il modo in cui il nostro sguardo sul paesaggio mediato dall’obiettivo fotografico sia cambiato negli ultimi decenni, e come questo spostamento di regimi scopici abbia influenzato il modo in cui controlliamo, progettiamo e modelliamo l’ambiente in cui viviamo.