Extinction
La mostra collettiva si sviluppa su tre livelli espositivi sovrapposti e disposti intorno ai resti archeologici dell’antico teatro romano di Bologna.
Comunicato stampa
EXTINCTION – Punto di non ritorno – SEM (sesta estinzione di massa)
The process of eliminating a conditioned response by not reinforcing it
a cura di Michela Barausse e Xabier Gonzalez Muro
Via De’ Carbonesi 5C, Bologna
Web: www.extinction2020.it
Extinction propone attraverso una mostra collettiva di artisti contemporanei l’installazione di opere dipinte, sculture e installazioni artistiche disposte lungo un percorso snodabile su tre livelli espositivi intorno ai resti archeologici dell’antico teatro romano di Bologna, la necessità di fermarci a riflettere, a pensare, in un momento non privo d’ansia, sul destino del nostro pianeta. Il nostro pianeta è ora nel mezzo della sua sesta estinzione di massa di piante e animali e cioè la sesta ondata di estinzioni avvenute nell’ultimo mezzo miliardo di anni. L’uomo, pare, possa riuscire perfino anche nel tentativo di estinguere se stesso come specie. Sarà capace di fagocitare finalmente tutto e tutti compresso perfino il proprio pianeta che lo ospita. Questa è l’immagine che più ci terrorizza e ne siamo consapevoli.
Per questo motivo la mostra Extinction propone il risultato in termini artistici dell’idea di chiedere ad un gruppo di artisti di confrontarsi proprio sul rapporto tra la essenza umana e il mondo che la circonda e in antitesi interrogarsi anche tra la completa assenza di essa come proiezione nel tempo e la alternativa di una possibilità di speranza e di sopravvivenza per l’umanità.
La richiesta ha prodotto la riproposizione di opere già in passato concepite dagli artisti ma in non pochi casi create ex novo per la mostra Extinction. Concettualmente l’amalgama delle opere messe insieme e snodate su un percorso ideato per essere percorso quasi al buio e dove ogni artista rappresenta un punto focale di luce e di speranza, ha dato risultati a dir poco sorprendenti. Ci siamo inaspettatamente ritrovati a discutere di presente e passato e soprattutto a dialogare del futuro e della responsabilità che ciascuno di noi, come elementi conformanti la specie umana, ha nella sua singolarità e nell’insieme agli altri sul proprio destino, nella ormai quasi inarrestabile deriva a cui ci siamo drammaticamente legati in un ciclo di involuzione autodistruttiva del nostro pianeta
Il riscaldamento globale che provoca in proporzione diretta il cambiamento climatico sul nostro pianeta è il modo in cui gli umani minacciano maggiormente l'esistenza stessa di tutte le specie compresa perfino la propria. Vi è un grande interesse nel comprendere come le specie potrebbero rispondere a un clima che cambia e nonostante le previsioni siano molto diverse, gli scienziati concordano sul fatto che i cambiamenti climatici hanno già in maniera palpabile effetti devastanti sulle nostre comunità, sulla fauna selvatica e sugli habitat da cui dipendono come noi tutti esseri viventi su questo pianeta. Affrontiamo un periodo di grande incertezza dove i rischi di estinzione intensificati sono veramente reali. Siamo condannati, come ritengono alcuni scienziati, a una sesta estinzione di massa? Oppure possiamo imparare a proteggere le specie dalla scomparsa e, nel frattempo, contribuire a salvare noi stessi? La risposta a questa domanda si impone a tutti noi come inevitabile e ineludibile riflessione.
EXTINTION, invita e stimola alla riflessione sulla logica di un fil rouge che collega tramite alcuni spazi e volumi disposti intorno ai resti archeologici dell’antico teatro romano di Bologna, il passaggio su alcune problematiche attuali di carattere ambientalistico, politico e sociale legate ad argomenti vari quali i cambiamenti climatici sulla terra, il passare del tempo inesorabile e l’estinzione di alcune specie vegetali e animali per arrivare a toccare puntualmente altre problematiche prettamente umane di tipo sociale quali il fenomeno dell’immigrazione presente ogni giorno con tragici eventi di cronaca quotidiana e gli episodi ricorrenti della violenza di genere in particolar modo sulle donne.
Informazioni generali:
Orari di apertura in occasione del weekend di ART CITY Bologna
Venerdì 24 gennaio | ore 17- 20
sabato 25 gennaio | ore 10-24
domenica 26 gennaio | ore 10-20
Biglietto d'ingresso nei giorni di ART CITY Bologna:
Gratuito per possessori della VIP card Arte Fiera e per i possessori del biglietto Arte Fiera;
€ 1 intero per i non possessori del biglietto Arte Fiera)
Date e orari ordinari: Mostra / Evento dal 24 gennaio al 1 febbraio 2020
Orari di apertura ordinari:
Venerdì 24 gennaio | ore 17- 20; sabato 25 gennaio | ore 10-24;
Domenica 26 gennaio | ore 10-20; sabato 1 febbraio | ore 17- 20
Le restanti giornate dal 26 gennaio e al 1 febbraio 2020 sarà possibile visitare la mostra d’arte in orario pomeridiano (ore 17:30) su prenotazione. Per i gruppi interessati (max. 30 pax) e solo su prenotazione durante il periodo tra il 27 gennaio e il 31 gennaio sarà possibile realizzare una visita guidata anche dei resti del teatro romano al prezzo ridotto di € 8.
Prenotazioni sul sito www.teatroromanobologna.com
Biglietto d'ingresso ordinario alla mostra: € 1
Biglietto d'ingresso gratuito per persone minorenni sotto i 18 anni di età e persone portatori di handicap o diversamente abili.
Contatti referenti/curatori del progetto
Xabier Gonzalez Muro 3385484421
Michela Barausse 3407922601
Descrizione mostra
EXTINCTION – Punto di non ritorno – SEM (sesta estinzione di massa)
The process of eliminating a conditioned response by not reinforcing it
a cura di Michela Barausse e Xabier Gonzalez Muro
Via dei Carbonesi 5C, Bologna
Web: www.extinction2020.it
La mostra collettiva si sviluppa su tre livelli espositivi sovrapposti e disposti intorno ai resti archeologici dell’antico teatro romano di Bologna. L’esposizione accoglie il visitatore subito al suo ingresso nella hall del primo piano con la controversa opera di denuncia dell’artista Gaetano B, “Opera sottoposta a sequestro giudiziario”.
Di seguito immersi in un ambiente di penombra che caratterizza il percorso ci spostiamo al piano interrato dove viene proposta la prima opera dell’artista Laura Soprani, “Anime spezzate”. Successivamente all’ingresso di una stanza dedicata ci accoglie l’opera “Stupro” di Gaetano B da dove dopo un breve passaggio affiancati dalla guida che ci accompagnerà per tutta la visita della mostra, si giunge alla evocatrice installazione dello stesso artista, “Il cimitero delle piante”. Oltrepassando un corridoio buio quali falene in cerca di luce arriviamo in fondo agli antichi scantinati nello spazio dedicato all’artista Vera Vera dove possono essere contemplate le opere “TellMeWords”, “Vitruvio”, “Venus”, “La visione erotica del mondo”, “Savage” e la installazione di “10 maschere d’Oro” tra le altre. Il gruppo di sculture nasce dalla volontà dell’artista di creare interazione con il pubblico online Le opere sono il risultato di una doppia operazione: da un lato, quella scultorea realizzata in atelier; dall’altra una seconda fase ha visto la collaborazione del popolo dei Social Network: le fotografie delle opere sono state infatti pubblicate sui canali social dell’artista, che ha chiesto a tutti gli utenti di scriverle commenti e parole relativamente a quanto stavano vedendo, riassumendo l’invito in un laconico: Tell me words.
Da un angusto ingresso buio entriamo nello spazio di Xabier Gonzalez Muro che ci propone l’opera “Fragmetations” e l’installazione concettuale concepita a terra dal titolo “Le tre luci”.
La fine del corridoio da accesso alla visuale delle opere dello scultore neozelandese Guy Lydster, disseminate lungo un’ampia area in semi penombra prima di risalire al primo piano dove ci attendono per prime il gruppo più consistente delle opere di Laura Soprani “Attrazione fatale”, “Mens sana in corpore sano”, “Silenzio” e“Passaggio residuo”, “Verso cosa?”, “Don-Na-tura” “Kosmos” e la controversa opera di denuncia “Tanta merda”. A seguire le opere di P. H. Wert nella prima delle due gallerie sovrapposte allestite con i suoi quadri. Con riferimento al passare del tempo i suoi quadri concepiti come una mostra espositiva all’interno della mostra Extinction dal titolo “The Mechanism of Circular Thought” considera che l’uomo, abusando della natura, accelera l’inevitabile e catastrofica estinzione di massa prevista dagli scienziati in qualsiasi transizione biotica, quando il pianeta perde un elevato numero di specie per iniziare un nuovo ciclo vitale. Seguendo i modelli scientifici, non c’è nulla di insolito nelle estinzioni poiché esse fanno parte della storia naturale: la vita andrà avanti comunque ma in altre forme, riferisce l’artista.
Il destino della vita non è dunque la morte, ma la rinascita. Se consideriamo l’esistenza in questi termini, possiamo immaginare che la forma originaria del tempo non è lineare, bensì circolare.
Sullo stesso livello del primo piano la mostra continua con le opere di Giacomo Vigni le quali riflettono di luce propria nella installazione artistica delle sue lightbox dal titolo “La luce salverà la nostra anima dall’estinzione” che racchiude la filosofia creativa di Vigni, semplice e romantica, priva di titoli e spiegazioni, la quale lasciare agli spettatori e alle loro anime la libertà di immaginare e sognare quello che più li nutre.
Due opere dipinte di Attilio Melfi, “Alba” e “Ciaspolata” che toccano argomenti come il fenomeno dell’immigrazione clandestina e il rapporto tra uomo e natura nell’essenzialità condividono lo spazio con un’opera scultoria di denuncia dell’artista Gaetano B dal titolo “Allegria naufragi”.
Il tour del primo piano si conclude con le opere in installazione dell’artista Simona Bonini. “Stratificazioni in atto”, “La natura (è) morta”, “l’Elogio della plastica” affronta le problematiche legate alla plastica come elemento inquinante del nostro mondo in una dialettica artistica del tutto raffinata
All’ultimo livello ci accolgono le fotografie dell’artista Lodovico Pignatti Moraro della raccolta “Realtà e immaginazione” scattate nell’ex zuccherificio di Argelato, appena fuori da Bologna, sulla riva destra del fiume Reno le quali riflettono come le definisce l’artista Un equilibrio instabile dettato dalla natura. Manifestato in un preciso instante dell’anno, quando liquido diventa solido e vita diventa morte. Quando bolle d’aria sono catturate in una prigione gelida, ostaggi sublimi. Dove l’artista è il fedele interprete del weltanschauung. Una realtà altra.
Dopo il passaggio su un secondo gruppo di opere dell’artista P. H. Wert presente ancora su questo ultimo livello quasi a rappresentare simbolicamente una stratificazione del tempo a modo di trend pendolare, a cadenza circolare, si giunge all’area dedicata ad una installazione video dell’artista Guy Lydster che raccoglie al suo interno un coinvolgente racconto illustrato dai propri disegni e a cui viene associato un testo scritto e declamato dallo stesso artista.
L’ultimo artista e con il quale si chiude la mostra Extinction fa riferimento al fotografo professionista Michele Pietrangelo che ci propone una serie di lavori fotografici impostati sulle caratteristiche della biodiversità animale e vegetale e per la quale come lo stesso autore annuisce Ho voluto dare un taglio fotografico artistico alle opere con un leggero effetto Soft Diffuso, quasi evanescente, in modo da creare la sensazione di precarietà dei soggetti in modo da rafforzare il messaggio di Estinzione