Extreme women condition

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO MUNICIPALE
Piazza Grande, Modena, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

lun-ven 10.30-13.00 e 15.00-18.00; sabato ore 10.30-13.00

Vernissage
24/11/2011

alle ore 18.45

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Irene Guadagnini, Adele Angelone
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Extreme women condition – Labirinto di dolore alla ricerca della luce. Un percorso di stanza in stanza tra oggetti arrugginiti e taglienti, simboli di radici lontane, dell’eredita’ familiare e religiosa, espressioni di disagio, turbamento e di ferite mai rimarginate del mondo femminile.

Comunicato stampa

Giovedì 24 novembre il Consiglio comunale celebra la Giornata internazionale con una seduta tematica e inaugura l’installazione “Extreme women condition”

Giovedì 24 novembre il Consiglio comunale di Modena celebrerà con una seduta straordinaria la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne indetta dall'Onu. E, a seguire, la presidente e i consiglieri interverranno all'inaugurazione della installazione "Extreme women condition".

La seduta consiliare prenderà il via alle 14.30 con la trattazione delle interrogazioni; dopo l'appello, alle 16.30, la presidente del Consiglio Caterina Liotti introdurrà la celebrazione. Interverranno, quindi, il prefetto di Modena Benedetto Basile, Marco Deriu dell'Università degli studi di Parma e Maria Donata Panforti dell'

Infine, i consiglieri si sposteranno nella sala dei Passi perduti dove ad attenderli ci sarà un'inaugurazione di forte impatto. Tra chiodi, inferriate, gomme bruciate, schegge e lame, una performance di Irene Guadagnini li condurrà attraverso la voce e il movimento alla scoperta dell'installazione "Extreme women condition. Labirinto di dolore alla ricerca della luce" dell'artista e designer modenese Adele Angelone.

Allestita per iniziativa della Presidenza del Consiglio comunale e visitabile fino al 10 dicembre dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 e sabato dalle 9 alle 13, la mostra propone un percorso di stanza in stanza, di scatola in scatola, di prigione in prigione tra oggetti arrugginiti e taglienti, simboli di radici lontane, dell'eredità familiare e religiosa, espressioni di disagio, turbamento e di ferite mai rimarginate. L'installazione analizza la prigionia psicologica femminile, ma anche quella fisica, fino ad arrivare alla violenza e alla morte. "Adele Angelone passa al setaccio i magazzini, i mercati di ferrivecchi, le officine, i capanni degli attrezzi di artigiani alla ricerca di oggetti o di frammenti ‘morti', come morte sono le energie scartate di una parte di umanità gettata in un angolo. E li trasforma attraverso un viaggio di reinterpretazione evocativa e poetica - spiega Caterina Liotti - il linguaggio dell'arte aiuta a riaffermare la necessità dell'impegno di tutti, società civile e istituzioni, per arginare un fenomeno continuamente in crescita nel mondo e purtroppo anche nella nostra città".